13 Luglio 2022

The Longest Night di Netflix è la nuova Casa di Carta? di Marco Villa

Pilot

Va dato atto a The Longest Night – Quella notte infinita di essere molto trasparente: il suo obiettivo dichiaratissimo è diventare la nuova Casa di Carta e per farlo non cerca giri complicatissimi, anzi. Poi ne parliamo con calma, ma va detto subito che quell’obiettivo è ampiamente alla portata.

The Longest Night è una serie spagnola, su Netflix dall’8 luglio. È ambientata in un carcere psichiatrico vecchio e malandato, con la chiusura già programmata all’orizzonte. Qui viene portato per una notte, la notte della Vigilia di Natale, il Caimano (Luis Callejo), serial killer da decine di vittime, che nel corso degli anni ha goduto di importanti e potenti coperture.

Nessuno si spiega perché un criminale così pericoloso finisca in un posto semi-abbandonato, finché alle porte del carcere non si presenta un commando armato fino ai denti per prelevarlo. Qui scatta il dilemma: il direttore del carcere (Alberto Ammann) vorrebbe consegnarlo subito, anche perché – per una scelta di scrittura che grida vendetta – proprio quella notte ha portato nel carcere i due figli piccoli, che non sapeva doge lasciare. Allo stesso tempo non può permettersi di consegnarlo perché la figlia maggiore è stata rapita e la minaccia è chiara: se consegni il Caimano a quella gente, tua figlia muore. Oh, che dilemma!

The Longest Night (in italiano Quella notte infinita) è una serie Netflix spagnola che ha tutto per essere la nuova Casa di Carta

Il direttore prende tempo, nel mentre il commando inizia ad ammazzare gente per dare l’esempio, mentre lo spettatore, dal canto suo, inizia a conoscere le storie dei detenuti, con il più classico degli schema a flashback che ci porta fuori dal carcere. Detenuti che, nel giro di poco, danno ovviamente il via a una rivolta in grandissimo stile

Ricapitolando: un gruppo bloccato in una struttura e assediato all’esterno da gente armata; uno stallo impossibile da risolvere in modo soddisfacente; un tot di personaggi con storie burrascose nel proprio passato. Vi suona la classica campanella? Giusto così, direi.

Qui non siamo mai stati teneri con la Casa di Carta e non ci esaltiamo nemmeno per The Longest Night. Va però detto che questa serie ha imparato bene la lezione, che fa propria quel tanto che basta per non essere accusata di clonazione. Rispetto al Professore e soci, va sottolineato un livello recitativo sensibilmente migliore, almeno nei primi episodi, ma anche alcune ingenuità di scrittura francamente incomprensibili, come la già citata presenza dei figli del direttore, per aggiungere un ulteriore livello di tensione al personaggio.

La parte più stimolante di The Longest Night è però il Caimano: è lui il personaggio più interessante e dal suo sviluppo dipenderanno le sorti della serie. Nei primi episodi quasi non proferisce parola, alimentandone così carisma e sintomatico mistero. Crescerà? Imploderà nel silenzio? Diventerà una macchietta? Le probabilità sono alla pari, al netto del più classico degli 0,33 periodico. A naso, dal destino di questo personaggio dipenderà il destino di tutta The Longest Night.

Perché guardare The Longest Night: perché l’impianto è chiarissimo e può diventare godibile
Perché mollare The Longest Night: perché il rischio scegliere di guardarla aspettando solo che si schianti



CORRELATI