25 Aprile 2022

Serial Moments 524 – Dal 17 al 23 aprile 2022 di Diego Castelli

Spionaggio, sparatorie e terremoti

ATTENZIONE! SPOILER RESISTENTI DI THE FLIGHT ATTENDANT, SLOW HORSES, MAYANS MC, ATLANTA, THIS IS US, PACHINKO, BETTER CALL SAUL

7.The Flight Attendant 2×01 – Sdoppiamenti
Non ho ancora deciso se mi è piaciuto il ritorno di The Flight Attendant, una serie che doveva essere dichiaratamente “mini”, e di cui poi è stata ordinata una seconda stagione come conseguenza del grande successo internazionale. È abbastanza evidente lo sforzo creativo che è stato necessario per proseguire la storia, e alcune scelte sono apparse un pochino stiracchiate, tipo il fatto che la protagonista, un’alcolista in disintossicazione, venga reclutata dalla CIA per fare l’aiutante dei servizi segreti. Detto questo, però, la serie ha mantenuto la sua frizzantezza e la sua capacità di unire le faccette buffe di Kaley Cuoco a una discreta dose di suspense, e ho apprezzato l’idea di riproporre i viaggi mentali della protagonista sostituendo il morto della prima stagione con… lei stessa. Quest’anno, infatti, a seguito di un’esplosione che la scombussola, Cassie comincia a vedere e dialogare con un’altra se stessa, diciamo una sua versione del passato che non ha ancora rinunciato all’alcol, e che a quanto pare sembra in grado di prendere il sopravvento su di lei in un classico caso di sdoppiamento della personalità. Insomma, anche qui l’idea è abbastanza ardita, in nome della possibilità di andare avanti con la serie, ma l’ho trovata comunque ben gestita, anche dal punto di vista puramente visivo.

6.Slow Horses 10×5 – Suspense e gigioneria
È proprio una bella serie, Slow Horses. E lo è perché non cazzeggia, non pontifica, non cerca di insegnarci a vivere: è pura suspense spionistica, con la sublime ironia di un personaggio come Lamb e di una trama in cui tutti i problemi sono stati creati esclusivamente da quelli che dovrebbero essere i buoni. In questo episodio, la ciliegina sulla torta della tensione nel guardare Lamb infiltrarsi con Cartwright all’MI6 è proprio la consapevolezza che stiamo guardando una scemissima guerra fra paladini della legge (o sedicenti tali) ma non riusciamo comunque a staccare gli occhi dallo schermo. Poi certo, un cattivo genuino c’è, e se è vero che il finale di puntata con il secondo omicidio perpetrato da Curry è una sorpresa non tanto diversa dalla decapitazione selvaggia di qualche episodio fa, è altrettanto vero che lo shock funziona lo stesso, e arriva dopo quella scena alla pompa di benzina che ti appiccica gli occhi allo schermo anche se è girata solo con sei persone e due macchine.

5.Mayans 4×01 – Spara che ti passa
Dopo che il finale della terza stagione ci aveva lasciato con una precisa impressione di disastro imminente, ho molto apprezzato il fatto che la premiere della quarta stagione di Mayans MC non abbia fatto “finta di niente”, come capita talvolta con certe serie che, dopo un finale come quello, scelgono di ripartire con un bel “tre mesi dopo” e cose del genere. No, Elgin James (co-creatore della serie nonché sceneggiatore e regista dell’episodio) non si tira indietro e ci regala una puntata intera di battaglia, sparatorie, molotov, suspense, lotte fratricide e qualche attimo di certezza sul fatto che stava per morire un sacco di gente importante. Alla fine non è stato così – soprattutto grazie all’intervento di un Marcus in modalità “io sono qui dai tempi di Sons of Anarchy, quindi adesso fate come dico io” – ma devo dire di essermi comunque divertito parecchio.

4.Atlanta 3×06 – Ruberie e ingenuità
Siamo sempre qui: ancora una volta un episodio di Atlanta che sembra buffo e a tratti quasi sciocco, ma che in realtà si porta dietro strati e strati di riflessione socioculturale. Tre storie: Paper Boi al lavoro con una casa di moda francese da cui spera di ricavare investimenti per la comunità nera di Atlanta; Darius alle prese con una tizia (bianca) tutta entusiasta di andare con lui a mangiare nigeriano, e che poi si compra il ristorante; Earn che difende Van da un’accusa razzista di furto… anche se forse, e dico forse, il furto c’è stato veramente.
Sono tre storie molto diverse, ma che lavorano su uno stesso, doppio binario: da una parte ci sono i bianchi che, in mezzo a moine, vezzeggiativi ed entusiasmi, prendono tutto quelli che i neri possono dare loro in termini di immagine e idee, per usarle esclusivamente a proprio vantaggio. Contemporaneamente, però, i neri di Atlanta mostrano anche un’ingenuità sulle cose del mondo, quando non addirittura una disonestà (vedi il probabile furto da parte di Van), che impediscono di considerarli semplici vittime innocenti, e che li esortano ad accettare determinate responsabilità. Quella di Atlanta è, fin dal primo minuto, una battaglia per la consapevolezza e contro l’ignoranza, un appello ai vari gruppi a conoscersi di più nei propri pregi e difetti, e forse soprattutto nelle reciproche normalità.

3.This is Us 6×13 – Canzoni per la mente
Ho l’impressione che l’avvicinarsi della fine di This Is Us mi farà venire voglia di segnalarla ogni settimana nei Serial Moments, anche solo per restarle aggrappato il più possibile. Non sarà comunque un problema, visto che qualcosa di buono, di veramente buono, in This is Us si trova sempre. In questo episodio, particolarmente struggenti i primi segni veri del decadimento psicologico di Rebecca, uniti però alla sua capacità di cantare con bravura commovente al matrimonio di Kate. La canzone peraltro è originale, si intitola The Forever Now, ed è stata scritta da Siddhartha Kholsla, compositore delle musiche dello show, e da Taylor Goldsmith.
“The Forever Now”… con This is Us è sempre così, l’eterno struggimento che deriva dalla perdita delle cose, e dal loro perpetuo ritorno.

2.Pachinko 1×07 – Terremoti
Puntata tutta dedicata alla giovinezza di Hansu, che prima di diventare un riccone cinico e spregiudicato, nonché di fatto un cattivo della serie, è stato un ragazzo che ha guardato il padre umiliarsi dopo aver contratto un debito, e poi l’ha perso nel terribile Grande terremoto del Kantō, 1 settembre 1923, quando nella devastazione morirono circa 100 mila persone. Un posizionamento strano per questo episodio, il penultimo della prima stagione, che stacca nettamente da tutto quello che avevamo visto finora, per mostrarci il passato di un personaggio ben poco amabile ma che, grazie a questa puntata, guadagna spessore e pure un po’ di compassione. A non cambiare, naturalmente, è il senso più grande di Pachinko, un’epopea a cavallo fra Corea e Giappone in cui i personaggi vengono continuamente sballottali da un destino che sa essere perfino catastrofico, e che cambia per sempre il futuro delle persone. A conti fatti, la vera protagonista/divinità di Pachinko è la Storia, nelle sue forme più eclatanti e in quelle più piccole, e i personaggi sono piccole creaturine che in quella Storia cercano di navigare come in un mare in tempesta affrontato con un pedalò.

1.Better Call Saul 6×01-02 – Un ritorno spettacolare
Dell’esordio dell’ultima stagione di Better Call Saul abbiamo già parlato diffusamente, concentrandoci molto sul ruolo decisivo di Kim nel definire gli ultimi stadi del passaggio definitivo di Jimmy McGill al lato oscuro di Saul Goodman. Per questo, in sede di Serial Moments vorrei fare una segnalazione più strettamente tecnica, cioè la fuga di Nacho dal motel in cui era confinato, e in cui stavano per venirlo a prendere. Suspense continua, un gusto fotografico spettacolare, un approccio insieme fumettoso e tarantiniano (ogni volta che ci sono in scena i gemelli è difficile che non sia così) ma anche stranamente realistico (per esempio nel fatto che un sacco di pallottole, da una parte e dall’altra, vadano a vuoto.
La regia, naturalmente, di Vince Gilligan.



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