11 Dicembre 2022

Serial Moments 556 – Dal 4 al 10 dicembre 2022 di Diego Castelli

Mazze da baseball, schiaffi in faccia e potenti incantesimi

ATTENZIONE! SPOILER IMMACOLATI DI TULSA KING, FAMILY GUY, WILLOW, THE WHITE LOTUS, LET THE RIGHT ONE IN, SLOW HORSES, FLEISHMAN IS IN TROUBLE

7.Tulsa King 1×04 – Nel dubbio, picchiali
Quando Bodhi dice a Dwight che lui non vuole usare la violenza contro i motociclisti che li hanno derubati, Dwight gli dice di non preoccuparsi, perché ha un piano. Il che, per noi che guardiamo in quel momento, potrebbe pure essere vero, anche se ci sembra difficile che la situazione possa essere risolta senza menare un po’ le mani.
Quando poi Dwight invita i suoi compagni a prendere le mazze dal bagagliaio, dimostrando di avere candidamente mentito a Bodhi, comprendiamo che no, Tulsa King non sarà mai una raffinata commedia degli equivoci pronta a lavorare di fino e regalarci importanti lezioni sulla vita. Al contrario, è una serie tamarra che, a parte qualche senile malinconia, ci darà solo lezioni sbagliate e moralmente poco condivisibili, con il primo obiettivo di divertirci mettendo in scena scazzottate e violenza varia con Sylvester Stallone.
E mamma mia quanto ci sta bene questa cosa…

6.Family Guy 21×09 – Feci e oscar
Due piccole perle che meritano segnalazione.
La prima è la battuta di Peter su The White Lotus: il nostro si lamenta del fatto che quando il protagonista di The White Lotus caga in una valigia vince i premi, mentre se lo fa lui viene arrestato in aeroporto. Delizioso e molto natalizio.
La seconda perla riguarda Seamus Levine, il marinaio con gambe e braccia di legno: in maniera del tutto casuale, nel mezzo dell’episodio lo vediamo iscriversi a una master class di Aaron Sorkin (mitico sceneggiatore di The West Wing e di un’altra carriolata di cose belle), un investimento che lì per lì pare inutile, se non fosse che alla fine, sui titoli di coda, lo vediamo vincere un oscar e prendersi anche una sberla da Will Smith (che insomma, se non ti sei mai preso uno schiaffone da Will Smith al giorno d’oggi non sei nessuno).

5.Willow 1×03 – Siamo già ai morti
Siamo solo al terzo episodio e già muoiono due personaggi abbastanza importanti come Ballatine (che sembrava potesse essere un buono-diventato-cattivo di più lunga resistenza) e Silas, fidato amico di Willow che, proprio perché ferito a morte, costringe l’amico a usare una magia che fino a quel momento aveva risparmiato al punto da far sospettare ai suoi compagni che non ce l’avesse proprio.
Insomma, terzo episodio e siamo già nel vivissimo.

4.The White Lotus 2×06 – Chiodo scaccia chiodo
In una puntata in cui le piccole tensioni diventano sempre più grandi, arrivando talvolta a cocenti delusioni e rapide rivincite, mi piace citare la vicenda di Valentina, la direttrice dell’albergo interpretata da Sabrina Impacciatore. Sono settimane che, nonostante il suo caratteraccio, ci inteneriamo nel vederla struggersi per Isabella, e partecipiamo del suo dolore nel vedere che la ragazza non solo non è per niente lesbica, ma si è pure fidanzata ufficialmente col suo collega. Ma con altrettando trasporto, allora, siamo felici di vedere Valentina consolarsi con Mia, la frizzante pianista / escort-per-amicizia che magari non potrà offrirle chissà quale amore romantico, ma una bella serata di umidi entusiasmi invece sì.
E buttala via, voglio dire.

3.Let The Right One In 1×09 – Ma che bella testolina
Un’altra puntata ricca di emozioni, soprattutto per Eleanor che è costretta a uccidere per la prima volta da quando è vampira, e non per sfamarsi, ma per proteggere il padre dagli scagnozzi di Claire, che lo stanno torturando per ottenere informazioni. E diciamo la fanciulla non si fa pregare, tanto che arriva a staccare di netto la testa a uno di questi, con una mossa che garantirà traumi futuri a lei e al padre, ma che intanto ha divertito molto noi, il che mi sembra un buon compromesso.

2.Slow Horses 2×03 – Morti qualunque
In una qualunque altra serie, la morte di un personaggio principale come Harper sarebbe di per sé il serial moment di giornata. In realtà, per Slow Horses la cosa più interessante è quello che accade dopo. Harper muore in modo poco dignitoso, sbronzo e investito con la macchina dai russi dopo aver mostrato un’altra volta la sua scarsa attitudine a un lavoro difficile come quello della spia. Subito dopo, il tempo del lutto per Lamb dura lo spazio di due-tre inquadrature. Poi la morte di Harper diventa un incidente di percorso, un intoppo su cui bisogna lavorare e investigare, perfino un motivo di battute aspre e irrispettose.
La mancanza di una vera e propria celebrazione, non tanto interna alla storia ma anche dal punto di vista della messa in scena (salvo il cordoglio di Louise) è la perfetta rappresentazione di un mestiere che è un tritacarne quasi letterale, un mestiere sporco e ingrato dove nessuno ti regala niente e dove si può essere dimenticati presto, o quanto meno dove la tua morte è l’elemento di una trama che è comunque più importante di te.
Brutale, eppure straordinario nella costruzione dell’atmosfera della serie.
(Poi vabbè, l’altro serial moment, naturalmente, arriva alla fine, quando River, in missione sotto copertura, si trova davanti il tizio che tutti stanno inseguendo praticamente dal minuto uno della seconda stagione, e che pensavano fosse finito in Estonia)

1.Fleishman is in Trouble 1×05 – Don’t give up. Ma a volte sì.
Ormai Fleishman is in Trouble, più che la storia di un uomo lasciato dalla moglie, è una seduta di psicoterapia valida per tutti.
Questo episodio ci racconta sia il proseguimento delle angosce del protagonista, sia il passato della sua amica Libby (che è anche la narratrice della storia), ma per quanto le due storie siano molto diverse convergono su un tema comune: la necessità, talvolta nella vita, di rendersi conto che non tutti i sogni si avverano, e che alcuni rimangono solo sogni. Che sia la speranza di una bucolica vita familiare, o il desiderio di essere riconosciuti su un posto di lavoro che non ci considera, a tutti capita di “non farcela”, e a quel punto la mossa più coraggiosa e sana che si può fare è quella di prenderne atto e provare a tirare avanti, all’opposto di quella retorica da “non mollare mai” che pervade la nostra cultura (e i nostri social), ma che non necessariamente può essere applicata a tutti i contesti e tutte le persone. Il percorso di questi personaggi non è ancora completato, ma intanto seguirli nelle loro vicissitudini, con la precisione che la scrittura di questa serie mette nell’esplorazione delle loro menti, ci impone riflessioni anche personali, dolorose ma necessarie, nella comodità del nostro divano. Se non è qualità questa…



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