10 Gennaio 2012 11 commenti

Fringe pare avere i giorni contati di Diego Castelli

Brutte notizie dagli States

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Le parole di Kevin Reilly, capo della Fox, presente al Television Critics Association winter tour, sono di quelle che fanno gelare il sangue, per non dire che fanno girare le balle.
Intervistato sul destino della rete nella prossima stagione, Reilly ha detto chiaro e tondo quello che tutti sapevano da mesi: gli ascolti di Fringe sono scarsi anche al venerdì, giorno loffio della programmazione americana in cui la serie era stata spostata proprio per farla risorgere.
In queste condizioni, Fringe non è in grado di reggere il rapporto costi-benefici: consuma più di quanto fa guadagnare. Perciò, o si trova un modo per far tornare la bilancia in positivo, oppure si chiude.
Un ragionamento che ai fan di telefilm può andare stretto, ma che purtroppo è la base commerciale da cui non si può prescindere.

Stando così le cose, e in attesa di conoscere le decisioni definitive del network, dobbiamo farci una domanda fondamentale: preferiamo una chiusura col botto, già questa stagione o in un’ipotetica quinta stagione accorciata? Oppure preferiamo che la serie prosegua finché può, anche a costo di ridurre drasticamente le spese che Mario Monti al confronto è uno di manica larga?

Il mio istinto primitivo mi farebbe dire “per carità, andiamo avanti, sono pronto a donare il sangue!”. Ma un ragionamento più freddo mi fa anche pensare che, forse, non sono disposto a perdere pezzi del cast, a ridurre il numero di riprese in esterna, a vedere effetti speciali fatti con ghiaccio secco e luci al neon invece che computer grafica, per finire con le ormai classiche scritte tridimensionali incombenti sopra le città, trasformate in piatte parole bianche disegnate con paint.

 

Forse è meglio finire in gloria, invece che morire lentamente di stenti. O no?

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