8 Agosto 2013 2 commenti

Falling Skies 3 – Bella stagione e solito finale così così di Diego Castelli

Soddisfatti dagli alieni

Copertina, On Air

Falling Skies - Volm

Non sarà la serie della vita, non sarà il Game of Thrones per cui cominciamo ad aspettare la nuova stagione nell’istante in cui finisce quella vecchia, e non sarà il Sons of Anarchy che sembra inutile a tutti quelli che non lo conoscono, mentre diventa imprescindibile per chiunque ne veda uno-due episodi.
Sarà come sarà, ma alla fine è il terzo anno di fila che mi ritrovo a scrivere, e a scrivere bene, della stagione appena conclusa di Falling Skies.

Un stagione partita subito col piglio giusto perché, come avevamo avuto modo di dire dieci settimane fa, l’idea di fare un bel salto temporale dal finale dell’anno passato, presentando come già acquisiti e metabolizzati (dai protagonisti) fatti e personaggi che acquisiti non lo erano per niente (dagli spettatori) ha dato una scossa abbastanza forte da tenere desta l’attenzione almeno per due o tre episodi praticamente senza bisogno di altro. Semplicemente, volevamo conoscere tutti i dettagli e i cambiamenti avvenuti nei mesi che separavano il finale della scorsa stagione (con l’arrivo dell’alieno “nuovo” e misterioso) dall’inizio della terza.

Falling Skies - StrutturaAlla fine l’E.T. nuovo era un Volm, nuova razza introdotta dagli autori per inserire una terza fazione nella guerra tra umani ed espheni. Da qui in poi, riassestata la narrazione dopo le sorprese, abbiamo avuto il solito Falling Skies: guerresco, epico, dal
forte respiro idealistico. Che poi sono gli stessi elementi che, visti da una prospettiva meno indulgente, rappresentano anche i maggiori difetti della serie, che continua a essere profondamente “americana” nei temi e nella retorica, a volte ancora troppo zuccherosa e scontata.

Ma la progressione del racconto, la scelta e la successione degli eventi, i misteri e i dubbi che hanno accompagnato le vicende di Tom e degli altri, sono stati trattati con la consueta solidità, e il buon equilibrio tra l’azione e gli effetti speciali da una parte(in costante miglioramento rispetto all’inizio della serie, basta guardare il volto di Cochise per rendersene conto), e la componente più drama dall’altra.

Certo, ancora una volta dobbiamo segnalare qualche passaggio smieloso di troppo, così come le dinamiche relative alla scoperta e individuazione delle talpe nelle file umane hanno finito col diventare un po’ ripetitive, visto che lo stesso problema è stato presentato praticamente tre-quattro volte.

Falling Skies - Tom MasonEppure la valutazione su Falling Skies rimane sempre la stessa: è una bella serie. Non un capolavoro, non un telefilm rivoluzionario, non una pietra miliare del racconto televisivo. Ma un intrattenimento sano e gagliardo, che scorre veloce e piacevole per quella decina di episodi che se in Game of Thrones sembrano sempre troppo pochi, qui appaiono giusti e precisi, adatti a raccontare tutto ciò che gli autori avevano in mente. Che non è neanche poca roba: se ci pensate, ancora all’inizio di questa stagione parlavamo di Charleston e del poi-defunto Manchester, tutte cose sparite o di gran lunga superate in dieci settimane che sono oggettivamente “poche”, ma che ci sembrano comunque durate mesi  e mesi.

Una  nota stonata però c’è, ed è proprio il finale. Come già accaduto dodici mesi fa, l’ultimo episodio è sembrato meno ficcante di altri, per una serie di motivi: il tanto atteso impiego della misteriosa arma dei Volm è stato meno epico del previsto; il parziale voltafaccia degli stessi Volm, che non sono proprio cattivi ma che per lo meno ci considerano come cuccioli fastidiosi, non solo era troppo prevedibile (annunciato e predetto dagli stessi personaggi in più di un’occasione), ma non ha nemmeno portato chissà quali conseguenze strabilianti, visto che per ora i nostri continuano a andare in giro per i fatti loro organizzando la prosecuzione della lotta agli espheni. Insomma, è un finale in cui succede tutto quello per cui ci eravamo preparati, ma che non lascia la sensazione di averci condotto attraverso fatti di importanza capitale.

Falling Skies - KarenL’ultimissima scena, poi, non è nemmeno lontanamente paragonabile all’omologa dello scorso anno, che pure ci era già apparsa un po’ facilotta: là avevamo assistito all’arrivo di un nuovo soggetto alieno, di cui non ci aspettavamo la comparsa e le cui intenzioni erano impossibili da prevedere. Ora invece abbiamo visto la figlia di Tom usare le sue abilità da mezza aliena per curare la povera Lourdes dall’infezione di vermi (che detta così suona un po’ da dissenteria, però vabbe’…). Ancora una volta le inquadrature, la colonna sonora e le espressioni dei personaggi ci suggeriscono che siamo di fronte a qualcosa di sconvolgente, ma che a conti fatti sconvolgente non è: già sapevamo che la bambina non era del tutto umana, già sapevamo che poteva essere inquietante, e già avevamo visto che cresceva in fretta quasi come le fate in True Blood. Il fatto che liberi Lourdes imponendole le mani – al di là dell’ironia per il fatto che di solito la gente va a Lourdes per chiedere i miracoli, mentre qui il miracolo l’hanno fatto a Lourdes – ci lascia sicuramente incuriositi, ma è una curiosità da fine episodio, più che da fine stagione.
Del finale salvo pienamente solo Tom che spara a Karen senza neanche dirle “stronza”: si compie così la definitiva trasformazione da semplice professore di storia a simil-Jack Bauer con le palle d’acciaio. Bravo!

Un pizzico di delusione, dunque, che però non intacca più di tanto l’affetto che ormai proviamo per questi personaggi. Sì, anche per il giovane Matt che si pettina come un qualunque calciatore del Milan; anche per Tom e Pope, che si amano, poi si odiano, poi si amano, poi si odiano e poi si apprezzano (cit.), come nel peggior teen drama; anche per i Volm che vogliono spedire a tutti costi gli umani in Brasile, forse perché sponsorizzati dalla Valtour; anche per Roger Kadar, l’ex Wilson, che ci viene presentato come un inguaribile agorafobico e che nel giro di due puntate se ne va in giro per i campi che Heidi al confronto è un nerd giapponese tutto manga e internet.

No, non è affatto una serie perfetta o priva di difetti, ma è una serie divertente. Quarta stagione già annunciata, e me la vedo di gusto.

PS Devo fare i complimenti al nostro amico Yarkin, che in un commento al finale della scorsa stagione aveva capito in buona parte dove sarebbe andata a parare la terza. Io invece sulle previsioni tele filmiche faccio parecchio schifo…



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