12 Settembre 2013 4 commenti

Trophy Wife – Il primo pilot della stagione! di Diego Castelli

Gioiamo, l’autunno seriale è qui con noi!

Copertina Pilot, Pilot

Trophy Wife - Cast

Siamo alle solite: io vi faccio il calendario della stagione, e qualcosa me lo sminchia.
Oddio, non è cambiato niente, ma sono arrivati dei preair e così ci ritroviamo sul gobbo tre-quattro pilot inaspettati che ci scombussolano l’organizzazione.
Oppure, se vogliamo vederla meno da autistico e più da giovanotto entusiasta: yeah, abbiamo già tre-quattro pilot di cui parlare!

Per iniziare la stagione scelgo Trophy Wife, nuova comedy di ABC. Non per il concept, non l’autore, non per la rete. Ma perché c’è Bradley Whitford.
E Bradley Whitford era Josh Lyman in The West Wing.
E io gli voglio bene.

Trophy Wife - WhitfordIn gergo da ex mariti, la trophy wife è la moglie giovane e gnocca che il bel divorziato si sceglie dopo essere passato attraverso (scusate la metafora sessuale) a una o più ex mogli attempate e spaccacazzo. E la protagonista di Trophy Wife, incredibile a dirsi, è proprio questa donna assai gagliarda (interpretata da Malin Akerman) che molla una vita fatta di feste e divertimenti per mettersi con Brad, avvocato di successo accessoriato con tre figli e due ex mogli. Come dire: dal non avere una famiglia ad averne una ingestibile.

Bene, ora che abbiamo smaltito un po’ dell’entusiasmo da inizio stagione, badiamo al sodo: Trophy Wife è una serie inutile.
Cominciamo col dire che non c’è assolutamente nulla di nuovo (ho messo in corsivo “assolutamente”, così si capisce meglio). Il concept si porta dietro un elenco di situazioni, gag e dinamiche quasi automatiche che vengono sfruttate senza alcuna remora:
-il contrasto tra le età della nuova moglie e delle vecchia (e via di situazioni imbarazzanti, ubriacature inaspettate e così tanto buffe, incapacità di gestire i veri problemi di una madre e via dicendo);
-l’eccessiva vicinanza tra l’età della nuova moglie e quella dei figli, per cui Kate riesce a essere più amica dei ragazzi, ma al contempo rischia di essere meno brava come mamma, ecc;
-Il ruolo pacioso-razionale del padre, abbastanza paffuto (ben più che in West Wing!) da essere una placida fonte di serenità in un quadretto familiare pieno di equivoci e assurdità;
-La differenza tra le prime mogli, una tutta zen e new age, l’altra chirurgo preciso e noioso, con Kate che finirà con l’essere la giusta via di mezzo;
-I problemi adolescenziali dei figli;
-Il figlio più piccolo fatto apposta per essere una simpatica canaglia.

E si potrebbe andare avanti. Insomma, del punto di vista strutturale è tutto prevedibile.
Intendiamoci, questo però non è sempre un male. Però se stai scrivendo/girando una sitcom che non può usare il Sacro Potere della Novità, allora devi saper sfruttare al massimo meccanismi che mille mila serie Trophy Wife - Vodkahanno oliato prima di te. Perciò vogliamo battute divertenti, bel ritmo, padronanza assoluta dei tempi comici, casting calibrato al millimetro.
Purtroppo Trophy Wife non ce la fa. Le gag sono spompe, già viste, guidate con scarso piglio e nessun guizzo. Qualche risatina salta anche fuori, ma nulla abbastanza forte da strapparci dalla partita a Candy Crush. E per quanto il casting non sia da buttare, l’unico a spiccare davvero è il bambino più piccolo, un cicciotto asiatico e sfracellamaroni che sfila cateteri ai vecchi come se non ci fosse un domani. Ma anche qui: non è mica il primo bambino simpatico che vediamo in una sitcom, anzi.
E il tutto si chiude col prevedibilissimo miele: perché non è che la tizia si suicida dopo aver provato l’ebrezza di stare in mezzo a quella manica di matti. Ma va là, le basta pochissimo per rendersi conto che ora ha una famiglia, e non può esserci niente di più bellissimissimo che avere una famiglia, specie se i tre figli non li devi partorire tu.


Perché seguirla
: se la chiudono Bradley Whitford ci rimane male, e mai nulla di brutto deve accadere a Bradley Whitford.
Perché mollarla: ho finito il pilot circa 45 minuti fa, e lo sto già dimenticando.
:
:
:



CORRELATI