14 Novembre 2016 13 commenti

Serial Moments 255-256 – Dal 30 ottobre al 12 novembre 2016 di Diego Castelli

Guest star clamorose, amori eterni e Stefano Accorsi

ATTENZIONE! SPOILER TARDIVI DI THE ODD COUPLE, THE FALL, WESTWORLD, MASTERS OF SEX, THE YOUNG POPE ( E IN FONDO THE STRAIN, Z NATION, FAMILY GUY, THE ODD COUPLE, AGENTS OF SHIELD E SHAMELESS)

5.The Odd Couple 3×04 – Taffy Days
Puntata da brividoni per tutti gli amanti delle vecchie sitcom. Raccontando del viaggio di Oscar per disperdere le ceneri del padre (che ha il volto del compianto Garry Marshall, creatore di Happy Days), l’episodio inanella una lunga serie di guest star d’antologia, passate quasi tutte proprio per Happy Days (come titolo suggerisce) o comunque per sitcom di grande successo in cui Marshall ha messo le mani. Fra gli altri ci sono Ron Howard (ora regista premio oscar e a suo tempo indimenticabile Richie Cunningham), Pam Dawber (la Mindy di Mork e Mindy), Marion Ross (ex signora Cunnigham), Anson Williams e Don Most (mitici Ralph e Potsie). Complimenti, c’era da commuoversi.

Ron Howard

4.The Fall 3×06 – Quei finali amari
C’è stato un po’ di risentimento generale su questa stagione di The Fall e sul finale in particolare, che mette fine alla vicenda di Paul Spector in attesa di capire se vedremo ancora in azione Stella Gibson (Allan Cubitt, creatore della serie, ha sempre detto che gli piacerebbe scrivere altre stagioni). Sicuramente ci sono stati dei problemi, certi rallentamenti eccessivi, un uso non propriamente equilibrato della finta amnesia di Paul (che era palese e in generale non un’idea spaccamascella), un certo senso di incompiuto nella relazione fra i due protagonisti, fra cui è corsa per tre anni una tensione innegabile, che poi viene risolta in modo fin troppo brusco. Eppure, nonostante tutta questa zoppia, l’idea di una stagione praticamente senza indagine, culminata in quella scena di violenza così cruda, con i pugni di Paul in faccia a Stella (bastardo lascia stare Gillian!) e il suicidio dello stesso Paul – di fatto “vincitore” finale della sfida perché libero di scegliere il suo destino – mi ha comunque trasmesso emozioni assai forti, forse più forti delle stagioni precedenti. Può darsi che io sia semplicemente impressionabile, oppure può darsi che ci fossero ancora dei residui di forza che andavano spesi, e che purtroppo sono stati inseriti in una cornice non impeccabile. In attesa di un possibile futuro, The Fall rimane comunque una serie di pregio, che sono assai contento di aver seguito.

The Fall

3.Westworld 1×05-06 – La trama di infittisce
Passano due episodi di Westworld, la fascinazione sale e la comprensione scende. L’incontro fra Ford e l’Uomo in Nero aggiunge un’ulteriore dose di mistero a una trama che sembra scavare radici profonde in un passato lontano, e l’enigmatica figura di Arnold diventa sempre più centrale nella ricerca di un senso che passa continuamente dalla filosofia più alta alla caccia al tesoro più indianajonesca. E in tutto questo, zitta zitta, Maeve riesce a comandare i propri risvegli in sala operatoria (o forse dovremmo dire in officina?) convincendo i due poveri umani a farle da guida nel sovramondo delle creature di carne. Tempo due anni e dovremo sbattere forte la testa contro il muro per capisci qualcosa. Però che bello.

Westworld

2.Masters of Sex 4×08-09 Amori e matrimoni
In queste due settimane c’è stata una nuova (l’ennesima) accelerata della relazione fra Bill e  Virginia: complice la scusa di spiare i possibili usurpatori del loro metodo, Virginia coglie la palla al balzo (mi si perdoni il doppio senso) e convince Bill a fare sesso davanti allo specchio, perfetto ribaltamento che dopo tanti anni li trasforma da medici a pazienti. Durante l’amplesso ci scappa l’I Love you, e nell’episodio successivo il confuso scienziato cerca di gestire la voglia matta di abbandonarsi al sentimento e la paura di finire cornuto e mazziato un’altra volta, tanto che si strugge nell’idea che quella per Virgina sia un’addiction degna degli alcolisti anonimi (che però giustamente dicono “scusa, ma è un po’ diverso essere dipendenti dall’alcol e da una singola gnocca”). Com’è, come non è, si arriva a una specie di proposta di matrimonio senza anelli e ginocchia al pavimento, ma con lo stesso trasporto di “finché morte non ci separi”. Ora vediamo che succederà, perché è evidente che se le cose fra i due cominciano ad andare “troppo bene”, la serie finisce.

Masters of Sex

1.The Young Pope 1×05-06-08 – Baciamo le ma… i piedi
Dopo i primi due ottimi episodi, terza e quarta puntata di The Young Pope mi erano parse un po’ sottotono, troppo avvitate intorno a due-tre concetti su cui si faceva fin troppa filosofia per due ore troppo lunghe. Quinto e sesto episodio sono invece in risalita verticale, con due serial moments evidentissimi, uno per parte: prima di tutto il discorso ai cardinali con conseguente bacia-piedi, in cui il buon (si fa per dire) Pio ribadisce le sue idee fondamentaliste e costringe il povero Silvio Orlando al limone con le ciabatte, con tanto di piedino d’aiuto a spingerlo verso il basso. Nella sesta, invece, spicca l’incontro Jude Law – Stefano Accorsi, con l’attore italiano nei panni di un Presidente del Consiglio assai avverso alle posizioni della Chiesa, che però finisce con l’essere ridotto a più miti consigli dopo la spiegazione del vero potere secolare del papa. Credo peraltro che The Young Pope venga daun’ideadistefanoaccorsi, o sbaglio?
Se poi andiamo ancora più avanti, all’episodio 8, il giovane pontefice  guadagna punti al nostro occhio hollywoodiano macchiandosi dell’omicidio di una suora stronza che sfruttava i poveri, e che lui avvelena a sua insaputa. Poi una preghiera in una piazzola di sosta, per chiedere perdono, e via, tutti felici.

Young Pope

Fuori concorso per attualità
Z nation 3×08 – Trump vs Zombie
Questa stagione di Z Nation è un po’ loffia, puntate troppo slegate e costruite giusto per buttare giù qualche gag simil-simpatica, però ogni tanto il guizzo ce l’hanno ancora: tre giorni prima delle elezioni (quelle vere), gli autori immaginano una loro versione zombiesca, con un simulacro di Donald Trump che promette di costruire un muro a metà degli States per impedire l’avanzata dei non morti (messicani?). Onestamente una genialata.

Z Nation Trump

Fuori concorso per citazionismo pregevole
Family Guy 15×05 – Guarda cosa sono andati a ripescare
Nel corso degli anni mi è capitato più volte di ripensare a quella vecchia puntata di Bayside School in cui si parlava di abuso di stimolanti da parte di Jesse, che si impasticcava per riuscire a superare gli esami e poi diventava dipendente dai farmaci. La scena della sua confessione a Zack mi rimase molto impressa, da ragazzino, forse perché era una delle prime volte in cui mi capitava di vedere un momento realmente drammatico in una sitcom altrimenti sempre gioiosa. Ebbene, questa settimana Seth MacFarlane e soci hanno parodiato brevemente proprio quella scena, facendomi fare un vertiginoso e inaspettato tuffo nel passato. A questo punto, fra l’altro, mi viene da pensare che quella scena sia rimasta impressa nella memoria seriale americana più di quanto io pensassi o conoscessi.

Family Guy Bayside School

Fuori concorso per gioiosa ignoranza
The Strain 3×10 – Bambini imbecilli
Il season finale di The Strain è stato una cialtronata così clamorosa, da fare tutto il giro e diventare una figata. Dopo mesi passati a cercare di mettere i bastoni fra le ruote al Master, che si baloccava con le armi nucleari, si arriva al momento fatidico in cui Eph uccide la moglie ormai da tempo trasformata, e sembra sul punto di poter sventare ulteriori tragedie, se non fosse per… il figlio imbecille! Esempio classico del bambino odioso dei telefilm, il giovane Zach s’è fatto intortare dalla propaganda vampira, e alla fine è proprio lui a premere il pulsante che fa esplodere la bomba, per ripicca verso il padre che ha seccato la madre già cadavere ambulante. L’idea è talmente odiosa, il bambino così fastidioso, che alla fine funziona, e ti lascia lì a tirare pugni sul divano al pensiero dello sforzo fatto da tutti sti poveri personaggi per poi essere inculati da un marmocchio decerebrato.

The Strain

Fuori concorso come piccola perla
Agents of SHIELD 4×06 – Sfumature gradite
Tocco di classe dagli autori di Agents of SHIELD, che sfruttano la natura in qualche modo ereditaria della maledizione di Ghost Rider per raccontare le origini del loro eroe infuocato: in pratica, tramite flashback veniamo a sapere che il Ghost Rider di Agents altro non è che l’erede di un altro Ghost Rider che, a questo punto, possiamo immaginare essere quello “originale” dei fumetti. Un piccola sfumatura, ma gradita.

Ghjos rider

Fuori concorso per affetto paterno
Shameless 7×05-06
Giusto per dire che in queste due settimane i Gallagher più giovani sono ulteriormente cresciuti: Debbie ha fatto a pugni coi barboni e si è trovata un disabile che la mantiene (awwww, che tenerezza), mentre Carl è riuscito a entrare nell’accademia militare e subito si è messo a menare la gente. Se mai volessero fare uno spinoff, loro sono pronti.

Shameless

 

Fuori concorso perché l’ho visto un po’ tardi
You’re The Worst 3×11 – Piani sequenza come se non ci fosse un domani
Puntata piena di virtuosismi, in cui a parte gli stacchi per la pubblicità il racconto del matrimonio di Dale procede come una complessa operazione teatrale, senza stacchi di inquadratura in mezzo a decine di persone e di stanze diverse. Al di là che è un bell’episodio, pieno di problemi e amare rivelazioni per i protagonisti, poniamo dunque l’accento su un elemento puramente tecnico, che di solito fa pensare istantaneamente alla bravura degli attori che devono coordinarsi alla perfezione per far funzionare tutto senza pause e senza errori. Ma troppo raramente si dà il credito che meritano agli operatori di ripresa, che in questo caso devono fare tutti i movimenti degli attori, ma all’indietro e con addosso venti chili di telecamera. Bravi!

Youre the worst

Fuori concorso perché l’ho visto tardi (parte seconda)
Grey’s Anatomy 13×08 – Era anche ora
Nei nostri lettori gira spesso l’idea che noi odiamo Grey’s Anatomy. Ma non è affatto vero, noi odiamo solo Meredith Grey. La serie nel suo complesso, invece, è uno show per molti versi epocale, che in questi tredici anni ha perso molto del suo peso nel mondo della serialità, ma che non ha smesso di essere scritta e girata col bilancino. In più, ogni tot puntate e nonostante le tredici stagioni sulle spalle, arriva ancora la botta creativa: in questo caso un episodio particolarmente teatrale, quasi tutto girato in una sola stanza, in cui Meredith, Owen, Webber e la Edwards si trovano a condividere un sonno feroce, diversi flashback e qualche allucinazione. Quaranta minuti di confessioni e sguardi sul passato, che aprono squarci su elementi finora tenuti segreti, o quanto meno mai mostrati nel dettaglio: si scoprono dettagli amari sull’infanzia di Webber, si vede il momento in cui la protagonista ha detto ai figli della morte del padre, e soprattutto vediamo finalmente in faccia la sorella di Hunt, di cui si è parlato per anni ma su cui ancora non avevamo posato gli occhi. La retorica è sempre a mille, e da lì non si scappa, ma questo è un classico esempio del perché Grey’s Anatomy è ancora lì dopo tutti questi anni: scrittura solidissima, messa in scena rassicurante ma non banale, e due-tre chili di lacrime per ammorbidire il tutto.

Grey's Anatomy



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