2 Giugno 2020

Love Life: il debutto stranamente romantico di HBO Max di Diego Castelli

La prima serie del servizio in streaming di HBO è una commedia romantica con Anna Kedrick

Pilot

Lo scorso 27 maggio a debuttato negli Stati Uniti HBO Max, piattaforma di streaming tipo-Netflix che rappresenta, come nome suggerisce, la costola web della famosissima HBO, la rete patria di Game of Thrones, di The Wire, di Westworld e tutta un’altra svalangata di serie importantissime degli ultimi vent’anni.
HBO Max arriva negli Stati Uniti (edita da Warner) offrendo via internet il catalogo di HBO, unito ad altri contenuti provenienti da altre fonti, e aggiungendo anche alcuni contenuti originali, che spaziano dai film ai reality. E non possono mancare anche le serie tv, anche se la prima a essere lanciata, Love Life, sembra quasi “strana” per una piattaforma del genere.

Strana perché HBO è storicamente una rete per un pubblico adulto e tendenzialmente molto maschile, e Love Life è invece una commedia romantica abbastanza classica, declinata nel formato antologico, ma comunque non lontana, nei toni, da certi prodotti simili andati in onda su generaliste più femminili e più giovani.
Creata da Sam Boyd, Love Life avrà un/una protagonista differente a ogni stagione, ma sempre con la stessa idea di fondo: raccontare il percorso che attraverso una serie di storie d’amore sbagliate e/o fallimentari una per puntata), porta al vero amore della vita.
Protagonista della prima stagione è Anna Kendrick, esplosa con Pitch Perfect e vista tante volte nel corso degli anni in film dal sapore commedioso, dove poteva far valere la sua faccia pulita e la sua fisicità insieme graziosa ma anche, all’occorrenza, goffa e divertente.

Non fa eccezione Love Life, in cui il personaggio della Kendrick, Darby, è una ragazza come tante che si barcamena fra lavoro e vita sociale, e che sotto sotto (ma neanche troppo sotto) spera di trovare il vero amore.
Solo che sto vero amore non arriva, e ogni episodio ci presenta Darby alle prese con un nuovo partner che potrebbe sembrare “quello giusto”, ma che poi si rivela completamente sbagliato per un motivo o per l’altro.
Il concept è abbastanza semplice e diretto, e punta tutto sulla possibilità di introdurre nuovi personaggi sempre freschi, le cui peculiarità finiscono con l’essere motivo di risata o di riflessione, a seconda dei momenti.

Su un punto è bene chiarirsi: nonostante l’approccio tendenzialmente scanzonato, Love Life non è una serie “sciocca”. E il motivo sta nel tentativo, fin dai primi tre episodi che abbiamo visto (il rilascio è a cadenza settimanale, vivaddio), di costruire per Darby un percorso che sia realmente di crescita, al di là delle singole scene che possono essere più o meno buffe. Fin dall’inizio, Darby finisce in situazioni romantiche che non solo riflettono problematiche più o meno classiche delle quotidiane relazioni amorose (la possibilità di una storia a distanza, la differenza socio-economica con il partner, il modo di gestire una serata da botta e via), ma che sfidano anche il personaggio nel suo ruolo di donna che rischia sempre di essere l’elemento debole della coppia. Ammesso e non concesso che la stagione prosegua in questo solco, l’impressione è che, nel cercare l’amore, Darby possa anche e soprattutto capire cosa non vuole da una relazione, e come riuscire a essere prima di tutto in pace con se stessa.

Se questi sono i principali motivi di interesse per Love Life, però, non si può nemmeno negare che ho un po’ infiocchettato la faccenda giusto perché si sa che sono buono. Perché è altrettanto vero che la serie non è una bomba nucleare che colpisce al cuore e lo devasta. Anzi, direi che siamo più dalle parti del prodottino divertente che si vede volentieri, ma che difficilmente diventerà la vostra commedia romantica preferita.
Per quanto possa essere scritta e interpretata a modino (e lo è), al momento non c’è niente di davvero nuovo in Love Life, e devo dire che un po’ la cosa mi stupisce considerando che, come detto sopra, è la prima serie lanciata da una nuova piattaforma di streaming che si porta dietro il brand di HBO.
Cioè, per dirla più terra terra: al momento del debutto, Apple TV+ lanciò 4-5 serie di ampio respiro, molto varie nei generi, e almeno una di grande qualità (The Morning Show). HBO Max invece debutta con una serie piccolina e carina, ma che non mi farebbe venire immediatamente voglia di pagare l’ennesimo abbonamento.
Poi certo, dobbiamo anche considerare che chi in America è già abbonato a HBO si ritrova HBO Max compresa nel prezzo, e più in generale stiamo parlando di una sorta di “aggiunta” a una rete che già esiste e ha già una fama mondiale più che riconosciuta. Ma proprio per questo, forse, mi sarei aspettato un guizzo più sorprendente.

Perché seguire Love Life: è una commedia romantica gradevole e più intelligente di quello che potrebbe sembrare dopo pochi minuti.
Perché mollare Love Life: Se il marchio HBO non avesse sollecitato la nostra attenzione, l’avremmo considerata un prodotto medio e niente più.



CORRELATI