26 Maggio 2023

Platonic su Apple Tv+ – Un’altra buona comedy della Mela di Diego Castelli

In Platonic, Rose Byrne e Seth Rogen interpretano due vecchi amici che si ritrovano dopo anni, rigorosamente senza sesso

Pilot

Se tre indizi fanno una prova (o quale che sia il detto), direi che ormai possiamo essere sicuri: Apple Tv+ ci sa fare con le comedy pucciose.
Anche perché ormai gli indizi sono più di tre: Ted Lasso è la regina, Shrinking la sua cugina più recente e ben fatta, The Big Door Prize non è forse riuscita a sostenere la qualità dei primi tre episodi, ma resta una visione gradevole, e Mythic Quest è piena di personaggi pure irritanti, ma che alla fine vuoi comunque abbracciare tantissimo.

Non deve stupire, dunque, che anche l’ultima creatura comico-seriale della casa di Cupertino sia un prodottino di facile ingresso, onesto divertimento, e gustosa pucciosità.
Oggi parliamo di Platonic.

Creata da Francesca Delbanco and Nicholas Stoller, coniugi che avevano già firmato la non memorabilissima Friends From College di Netflix, Platonic racconta la storia di Sylvia e Will, che erano amicissimi ai tempi del college salvo poi perdersi di vista dopo la decisione di Will di sposare una donna che, secondo Sylvia, non era adatta a lui.

Passano gli anni, Sylvia smette di lavorare come avvocato per stare a casa ad accudire tre figli (avuti da quello che un tempo era un suo collega e che ora è un legale di successo), e Will si molla con la famosa moglie, rimanendo da solo con qualche amico bizzarro a gestire un bar di proprietà dell’ex cognato.
Quando Sylvia viene a sapere del divorzio contatta Will, i due si rivedono e, malgrado la necessità di grattare via qualche vecchia ruggine, la loro amicizia riesplode in tutto il vecchio fervore, cominciando a influenzare le loro vite adulte e ben inquadrate con un po’ di nostalgia della gioventù.

A interpretare quest’amicizia apparentemente tutta platonica, come da titolo della serie, ci sono due nomi non da poco come Rose Byrne (che qui è goffa e simpatica tanto quanto è ossessionata e stronza in Physical) e Seth Rogen, probabilmente il miglior casting di sempre per un protagonista maschile che non dovrebbe essere coinvolto in relazioni romantiche.

I tre episodi finora rilasciati da Apple sembrano già mettere tutte le carte in tavola.
Ovviamente Platonic ha una precisa linea narrativa orizzontale, che parte dalle esistenze teoricamente inquadrate e regolate dei due protagonisti (soprattutto Sylvia), passa attraverso la sferzata di energia garantita dalla rinnovata amicizia, e arriverà probabilmente a un nuovo equilibrio fatto soprattutto di nuove consapevolezze sul proprio posto nel mondo e sui propri desideri da parte dei vari personaggi.
E questo senza contare la possibilità, comunque ancora presente, che quella relazione platonica possa diventarlo sempre meno, anche se è un’ipotesi che facciamo per abitudine, più che per effettivo suggerimento da parte della serie.

(L’abitudine riguarda anche la diffusa opinione che non possa esistere la vera amicizia fra uomo e donna, salvo condizioni molto particolari, teoria ampiamente esplorata già in Harry Ti Presento Sally, film a cui Platonic sembra ispirarsi almeno in parte. Un’idea, quella dell’impossibilità della vera amicizia maschio-femmina, che molte donne rifiutano sdegnate sfoggiando la prova inconfutabile dei loro amici maschi, e che viene confermata proprio da quegli amici maschi che se potessero farsi l’amica non ci penserebbero due volte)

Ma se guardiamo al divertimento nudo e crudo, cioè alla pura capacità di interessare nel “qui e ora”, Platonic punta tutto sulla bravura di Byrne e Rogen e sulla loro capacità di creare una chimica che sia vera, effettiva, viscerale, rimanendo però completamente libera da qualunque sfumatura erotico-sentimentale.
E bisogna dire che ci riescono: mi viene da pensare a quanto poco abbiano funzionato Joshua Jackson e Lizzy Caplan in Fatal Attraction (nonostante l’indubbia bravura individuale di entrambi), per dire quanto invece Rose Byrne e Seth Rogen si trovino benissimo nello scambiarsi tempi comici perfetti, trovando un terreno comune fra due personaggi che restano comunque molto diversi.

Uno dei temi più battuti dalla serie, anzi, è proprio la capacità di prendere due caratteri apparentemente sbilanciati, e con vite molto differenti, per (ri)trovare un inaspettato terreno comune e riuscire così a crescere insieme: è grazie a Will che Sylvia comincia a mettere in dubbio certe scelte di vita non così ovvie come sembravano un tempo, ed è grazie a Sylvia che Will compie qualche passo importante sulla via della definitiva separazione dalla ex e di un potenziale avanzamento lavorativo.

Poi certo, qualunque cambiamento e spostamento porta delle frizioni, in famiglia, sul lavoro, con gli amici, e la nuova amicizia fra Sylvia e Will non potrà che pestare qualche piede e far storcere qualche naso, nel momento in cui i due sembrano regredire a una forma universitaria – goliardica, sarcastica, pure fattona – che no no signora mia, non si addice a persone di quell’età (che poi sarebbe la mia, di età, quindi fatevi i fatti vostri).

Ad aiutare Byrne e Rogen nel loro lavoro c’è una sceneggiatura di buon livello, brillante, fatta di tanti scambi fitti fitti, resi bene sullo schermo da un montaggio molto rapido che a volte fa pensare a certi video da influencer in cui si cerca di eliminare qualunque pausa per ottenere un unico, ininterrotto flusso di parole.
Non siamo ai livello di Amy Sherman-Palladino, ma avete capito il genere.

È importante dirsi, come negli esempi citati sopra, che nemmeno Platonic è una comedy nel senso della risata fracassona, non è una macchina spara-battute in cui l’unico obiettivo è lo scoppio di risa degli spettatori.
È invece una comedy che trova la sua leggerezza soprattutto nell’amabilità dei personaggi, nella capacità di essere in qualche modo aspirazionale (per quei molti spettatori quaranta-cinquantenni che vorrebbero vivere un simile momento di ritorno alla gioventù), nell’idea di essere stupidona, ma non in modo assurdo o grottesco: una commedia che lavora prima sul cuore e poi sul cervello.

I primi tre episodi mi hanno lasciato molto soddisfatto. Brevi, veloci, ritmati, ben recitati, densi di buone idee e situazioni buffe. E c’è naturalmente la speranza che alla fine non sia solo una collezione di gag, ma anche un percorso narrativo e psicologico che consenta ai personaggi di crescere veramente.
Un’eventualità tutt’altro che improbabile, visto che questo è il modo con cui Apple Tv+ ha lavorato nella maggior parte delle sue comedy, rendendole quasi tutte soddisfacenti e ben funzionanti.
Platonic non sembra fare eccezione.

Perché seguire Platonic: un’idea semplice ma efficace, sviluppata con gusto e con due protagonisti molto in parte.
Perché mollare Platonic: se avete un’amica che vorreste segretamente vedere nuda, e una serie del genere rischia di mandarvi in depressione.



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