20 Settembre 2011

Vampire Diaries – La terza stagione di Diego Castelli

Stefan

Copertina, On Air

E’ sempre bello ritrovare i vecchi amici. E ora che le nostre serie preferite stanno ricominciando, non ci rimane che goderci i ritorni dei personaggi più amati e delle storie più seguite.
Con i ritmi attuali, il mio personale mondo telefilmico non è mai a corto di vampiri. True Blood d’estate, e Vampire Diaries per il resto dell’anno.
Se le avventure di Sookie e del suo gruppo di sboccati, sanguinolenti e viziosi mostri del Sud sono appena finite, sono appena ricominciate le smancerie romanticose, gli sguardi languidi e la retorica un po’ più mainstream di Vampire. Una serie facilmente vittima di critiche un po’ snob, dovute alla sua impronta giovanilistica, ma che in realtà è un prodottino coi fiocchi, curato nei dettagli e ben superiore (così mi dicono da più parti) ai libri da cui è tratta.
Poi è evidente che se i teen ager sbaciucchiosi che litigano con i genitori non vi vanno proprio giù, è meglio che andiate altrove, e amici come prima.

La scorsa stagione era terminata in modo inaspettato. Per salvare il fratello dalla vera morte, come direbbero in True Blood, il belloccio (ma anche malinconico e insomma datti una svegliata) Stefan aveva accettato di seguire il malvagissimo Klaus, uno che ha votato la sua non-vita al raggiungimento di un unico scopo: diventare un ibrido tra vampiro e licantropo, per avere i vantaggi soprannaturali di entrambe le specie. Non mi è ancora chiaro se tra questi vantaggi c’è fare la pipì sugli alberi o annusare il culo degli altri vampiri per fare meglio amicizia. Fatto sta che la terza stagione inizia qualche mese dopo quel brutto brutto momento, e ci presenta una situazione abbastanza complicata: Elena cerca di ritrovate Stefan, Damon finge di fregarsene quando in realtà non è vero per niente, e Stefan se ne va in giro con Klaus, che si è messo a cercare i pochi gruppi di licantropi ancora esistenti per trasformarli in ibridi e creare un proprio esercito col quale, immaginiamo, dominare il mondo, sottomettere gli umani, imporre un certo tipo di smartphone, e tutte quelle cose che piacciono ai geni malvagi per antonomasia.

Due sono le componenti prettamente narrative che rendono Vampire Diaries una buona serie, al di là dei rispettabilissimi gusti di ciascuno. In primo luogo la qualità delle idee, e poi la capacità di concatenarle in un flusso che risulti sufficientemente rapido e incalzante, ma non per questo forzato o incomprensibile. Fin dal primo episodio della prima stagione, in Vampire Diaries succedono tante cose, e sono tutte giustificate, credibili, e piazzate nei punti giusti. La storia prende, insomma, e anche in questa nuova stagione si inizia col piede giusto: un ritmo abbastanza sostenuto, qualche morte inaspettata, in generale la (piacevole) sensazione che debbano succedere ancora tante cose interessanti.
In particolare, l’idea migliore di questo inizio d’anno è il tentativo di scambiare, sempre sulla base di premesse adeguamente sviluppate, il ruolo dei due fratelli. Fin dall’inizio Stefan è stato il vampiro un po’ musone, col passato tenebroso, ma capace di amore puro ecc ecc. Damon, invece, era il bastardone ancora dedito a pratiche della domenica pomeriggio come l’omicidio e il dissanguamento, che però è anche un bel figliolo fascinoso e mille volte più simpatico del fratello, della cui donna si innamora e che in qualche misura riesce comunque ad intrigare.
Ebbene, da quando Stefan è andato a stare con Klaus (userò questa terminologia da coinquilini), è tornato a essere quell’efferato assassino che era stato i primi tempi dopo la vampirizzazione, quando se la spassava insieme alla Petrova. Damon, dal canto suo, è finito con l’essere il vampiro “buono” (le virgolette sono comunque d’obbligo), che cerca di ritrovare il consanguineo per salvarlo dal male, e riesce pure a tenersi una fidanzata più o meno regolare. Insomma, ora abbiamo Stefan cattivo e Damon buono, e pare evidente che la cosa è pensata per far aprire le gambe di Elena, che altrimenti ok i bacini, ok gli occhioni da cerbiatta, ma a Damon comunque non la dava, e sto telefilm bisogna pur farlo andare avanti in qualche modo.

Di tutti i dettagli di contorno con cui questa storia si insaporisce – non dimentichiamoci Caroline, che finalmente va con Tyler senza pensare che in futuro lui invecchierà e lei no, o di Jeremy, che da “mister inutilità” sta passando a “mister vedo la mia ex morta e ancora devo capire cosa sta cercando di dirmi, ma intuisco che è roba importante” –  ce n’è uno solo che non mi va tanto giù, una sfumatura che speravo venisse sviluppata diversamente: il modo in cui Stefan è consapevole della sua schiavitù verso Klaus. Vedere Stefan seguire il vampiro mannaro faceva già arricciare il naso, perché cozzava con la sua natura di buono a tutti i costi. Ma doveva salvare il fratello, e se vogliamo dire che il suo amore per Damon è più grande di quello per gli umani e per Elena, così sia. Però immaginavo che dopo aver bevuto decine di sacche di zero negativo, sorta di ubriacatura da succhiasangue, avrebbe in qualche modo perso la ragione, diventando una specie di malvagio animale con poca lucidità, appena consapevole di quello che si era lasciato alle spalle. E invece no: Stefan ricorda tutto, ha perfettamente coscienza di aver lasciato i vecchi amori per passare al lato oscuro, eppure non fa niente per porre rimedio alla cosa. Cioè, vediamo Stefan completamente autocosciente del suo nuovo ruolo, che viene giustificato più o meno con un semplice “ho giurato di seguire Klaus”. Mi pare un po’ poco. Il fatto che poi chiami Elena al telefono solo per sentire la sua voce, e che Damon giustifichi il suo comportamento col classico “ha messo a tacere i suoi sentimenti, tecnica da vampiro assai collaudata”, sono solo dettagli che non cancellano quella che mi pare una piccola boiata di fondo: Stefan è tornato cattivo perché l’ha promesso/giurato in cambio della salvezza di Damon. Una roba tipo “d’ora in poi ammazzo chi ti pare, parola di lupetto”. Mi pare un po’ debole, per una serie che, come dicevo, di solito motiva le proprie scelte e i propri sviluppi in maniera ben più solida.

Comunque i nostri vampirelli ormonati sono tornati, sono sempre loro e divertono, tanto mi basta. Con in più una chicca gustosa che non sarà sfuggita ai più attenti (ma pure ai meno attenti, in verità). Quando Klaus e Stefan trovano un licantropo da trasformare e torturare, suddetto licantropo altri non è che un post-adolescente David Gallagher, alias Simon Camden di Settimo Cielo, che una volta giocava con la sorella e il cane Happy, e ora s’è fatto crescere la barba e si trasforma in lupo. Chi è stato al cinema di recente l’ha visto anche nel bellissimo Super 8, dove interpreta un simpatico fattone, perché quella barba ha quell’effetto lì, di sicuro non lo infighisce. Spero che la sua non sia la comparsata da un solo episodio, spero di rivederlo, e mi piacerebbe capire cosa penserebbe suo padre il reverendo di questa sua svolta simil-demoniaca. Ma d’altronde anche il buon Eric non ce l’ha mai contata giusta: si riproduceva come un coniglio, manteneva tutti col semplice stipendio da prete (sì, come no…), e ha una figlia preta a sua volta, cosa che il papa disapprova di sicuro (non certo per cattiveria, ovviamente, ma perché le donne sono oggettivamente inferiori, che diamine). Insomma, un figlio licantropo nemmeno mi stupisce più di tanto…



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