6 Luglio 2010 4 commenti

Pretty Little Liars: quando Gossip Girl manda messaggi anche da morta di Diego Castelli

Un gruppo di cinque amiche inseparabili si sfalda quando una di esse scompare per un anno, per poi essere trovata morta. Peccato che continui a mandare sms misteriosi alle altre quattro…

Questo, in soldoni, il concept di Pretty Little Liars, nuovo teen drama mistery di ABC Family. Il pubblico americano l’ha accolto molto bene, tanto che gli episodi previsti sono subito saliti a 22. Un risultato che mi faceva ben sperare, caricandomi di un sano entusiasmo adolescenziale.
Peccato che la serie sia una ciofeca quasi totale.

Due problemi di fondo: banalità della sceneggiatura e pochezza tecnica.
Pretty Little Liars è la classica serie piena di zoccolette eternamente mestruate che si graffiano in continuazione. I personaggi sono tutti stereotipi, così come le situazioni in cui si trovano ad agire. C’è una continua e irritante volontà di provocazione e ribellione, talmente insistita da risultare stucchevole: ragazze che vanno coi loro professori/mentori (Grey’s Anatomy docet), nuove amiche in odor di lesbicata, quell’altra tizia che punta a farsi il fidanzato della sorella. Tutto già visto, tutto già raccontato. Il primo massaggio libidinoso sulle spalle arriva dopo soli 23 minuti, dove forse le idee erano già finite.
La parte mistery, che dovrebbe essere il plus della serie, sembra una brutta copia di Gossip Girl/Desperate Housewives versione thriller. La morta continua a mandare sms su questioni che solo lei può conoscere, così che le altre possano squittire in coro con la faccetta spaventata.

Però dai, la banalità della scrittura potrebbe essere addolcita da una costruzione audiovisiva di spessore, giusto? Niente da fare. Pretty Little Liars è un vorticoso susseguirsi di scenette mal girate con canzoni simil-fighe in sottofondo. E’ tutto immediato, spiattellato, frenetico. Chili di potenziali riflessioni sbrodolate via in pochi secondi, con azzeramento del pathos. E la cosa è subito visibile, nei primi 119 secondi, dove una scena ridicolmente rapida mostra la sparizione della povera Alison, con un dialogo da b-movie che è quanto di più scontato si sia mai visto su uno schermo televisivo.

Rimane giusto un po’ di curiosità sul mistero di fondo, ma niente che non si possa risolvere leggendo i riassunti degli episodi, dopo la fine del telefilm.

Previsioni sul futuro: Alison continuerà a mandare sms incriminanti e le ragazze terrorizzate si quieteranno trombando tutto ciò che gli capita a tiro, fino a uno svelamento finale che probabilmente farà ridere.
Perché guardarlo: perché magari non avete mai visto un solo telefilm in vita vostra, e volete partire con cautela.
Perché mollarlo: Vampire Diaries, Gossip Girl e 90210 (tre nomi a caso) sono molto, ma molto meglio.
Scala di Harper: 4

4 commenti a Pretty Little Liars: quando Gossip Girl manda messaggi anche da morta

  1. giulia ha detto:

    quoto la scala di harper! e anche tutto il resto…

    quello che manca è un commento alle due puntate seguenti che ho avuto il coraggio di guardare…..
    spettacolo!!! scene in mezzo ai boschi con rumoretti inquietanti (?!) di sottofondo, la festa adolescenziale in cui il figlio del pasore di turno (!) non ci sta con la zoccoletta bionda (ex ragazza grassa ed emarginata)… la ragazza cieca e suo fratello psicolabile che nasconde (anche lui…) dei terribili segreti….
    insomma… scream 2 dopo un pomeriggio dal parrucchiere!

  2. Vamp ha detto:

    Ehm tra parentesi, non è Allison che manda i messaggi ;)

  3. Dottor D. ha detto:

    Eppure, con tutti gli innegabili difetti di questa serie, tra chiedersi chi è A. (e chi ha ucciso Allison DeLaurentiis) e bersi d’un fiato quaranta episodi in due settimane, è un attimo. Parlo per esperienza diretta.



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