1 Settembre 2010 6 commenti

Modern Family – La rivoluzione della normalità di Diego Castelli

Assegnati da poco gli Emmy Awards, si impone una questione. E meno male, ché con lo sbradello di telefilm di questi giorni ero davvero indeciso…

Com’è possibile che in mezzo a naufraghi, vampiri, geniali diagnosti, serial killer dei serial killer, liceali canterini, avvocatesse cazzute, tutori della legge dalla pallottola facile, madri con personalità multipla e infermiere drogate, a imporsi su tutti siano state tre scalcagnate famigliole tutte sorridenti e un po’ ridicole?

Che Modern Family potesse vincere tre premi, tra cui quello di migliore serie comedy, non se lo aspettava nessuno. Per chi non lo sapesse, parliamo di tre famiglie, in vario modo imparentate tra loro: padre, madre e triplice prole + tipo anziano sposato con colombiana giovane, stragnocca e con ragazzino a carico + coppia gay che adotta bambina vietnamita. Ogni episodio ci mostra le (dis)avventure di queste buffe figure, alle prese con i classici problemi legati all’educazione dei figli, alla carriera e bla bla bla. Il tutto con lo stile ormai collaudato del falso documentario.

Ci si chiedeva il perché del successo. Potremmo forse citare la qualità della scrittura e degli incastri narrativi. O magari analizzare i singoli, efficacissimi personaggi: da Manny, bambinello paffuto che parla e si comporta come un complessato quarantenne, a Phil, padre di famiglia tanto idiota quanto adorabile. Oppure ancora considerare il valore metatelevisivo della messa in scena, con la sobria parodia dei programmi di “real life”.

Ma c’è di più. Un dettaglio piccolo piccolo, una ciliegina, ma che forse ha fatto trionfare la serie anche di fronte a una corazzata come Glee, che pareva destinata a fare il mazzo a tarallo a tutti.

Modern Family, come nome suggerisce, mette in scena la famiglia moderna. Una famiglia allargata, rattoppata, cucita insieme dai brandelli di altre famiglie, o costruita su basi assai controverse. E l’esempio più evidente, com’è ovvio, è la coppia gay. Ebbene, un qualunque telefilm avrebbe preso quella coppia (con pargoletta adottata) per farne oggetto di uno studio attento e morboso. Per creare tensioni laceranti e drammi intellettuali o, nel caso di una comedy, per fare una pungente critica sociale. E tutto, sia ben chiaro, in nome della parità dei diritti. In Modern Family, invece, la relazione omosessuale tra Mitchell e Cameron (Eric Stonestreet, premiato pure lui) non è l’oggetto della narrazione. Non è il fulcro scabroso di un discorso drammatico, politico, filosofico o cinicamente satirico. E’ un banale dato di fatto, magari un po’ spinoso, ma accettato con serenità. Come le tette di Gloria (Sofia Vergara) o la dabbenaggine di Luke (Nolan Gould).

Questa è la forza della serie: un quadro di buoni sentimenti e brillante simpatia, che dipinge situazioni potenzialmente esplosive in una rilassata cornice di “vivi e lascia vivere”. Come a dire che, se smettessimo di sbraitare su cosa è giusto o sbagliato, lasciando alle persone che amiamo la semplice possibilità di essere felici, la nostra vita sarebbe molto migliore.

Da questo punto di vista, l’innocente Modern Family è la serie più rivoluzionaria dello scorso anno. E qualcuno, evidentemente, se n’è accorto.

PS Ho dimenticato di dire che fa sfracellare dal ridere. Immagino che la cosa possa avere la sua importanza…

6 commenti a Modern Family – La rivoluzione della normalità

  1. fabrizia.malgieri ha detto:

    Ho visto di sfuggita la pubblicità su SKY (quando avevo ancora SKY nella casa materna, SIGH!), ma non ho mai trovato il tempo di seguirla. Eppure già lo spot mi sembrava interessante…ora che ha vinto anche agli Emmy, direi che è praticamente imperdibile. Poi l’idea di concentrarsi sul concetto di famiglie allargate e non scadere in facili cliches, mi sembra un motivo in più per guardarlo. Beh, bentrovato anche a te, serialminder-Castelli!

  2. simona ha detto:

    ma fammi capire: fa più ridere di community????

  3. diegocastelli ha detto:

    No, non fa “più ridere di Community”, almeno per quello che è il nostro gusto un po’ surreal-citazionista. Modern Family, neanche a farlo apposta, è più familiare e mainstream. Però ci sono momenti, battute e personaggi che fanno ribaltare!

  4. Simona ha detto:

    va bene, mi hai convinto, stasera lo guardo. Nel frattempo mi riguardo la puntata del paint ball di community. oppure quella in cui jeff e il vecchio devono fare il compito di spagnolo insieme.

  5. GlouOn ha detto:

    “In Modern Family, invece, la relazione omosessuale tra Mitchell e Cameron (Eric Stonestreet, premiato pure lui) non è l’oggetto della narrazione. Non è il fulcro scabroso di un discorso drammatico, politico, filosofico o cinicamente satirico. E’ un banale dato di fatto, magari un po’ spinoso, ma accettato con serenità.”

    Be’ è così che dovrebbe essere nella realtà, accettare l’evoluzione della società con serenità, non c’è miglior critica morale secondo me.
    Mi sono visto i primi 4 episodi, devo dire che prende, non è comicissima ma qualche risata te la fai, magari me ne aspetto di più. Adesso vedo come si evolve questo telefilm.

  6. daniele Antichi ha detto:

    …serie molto, molto divertente: è vero che non è tutto imperniato intorno alla battuta, c’è molto di più…e non vogliamo minimamente accennare alla parata di guest stars che quasi ogni puntata come deliziosa ciliegina infarciscono una torta già buonissima? Danny Trejo inserviente al ballo della scuola, tanto per citarne uno…un mio personalissimo plauso a Julie Bowen, che avevo imparato a conoscere in Boston Legal (altra serie che ho molto amato): nevrotica, maniacale, iper organizzta…bravissima. L’unico neo(?) sono le tette di Gloria: vera e propria arma di distrazione di massa, a volte tocca “rewindare” per non perdersi qualche battuta…



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