17 Maggio 2011 6 commenti

Vampire Diaries 2 – Finale di stagione di Diego Castelli

Gente che ama, gente che uccide, gente che muore per davvero

Copertina, On Air

ATTENZIONE, SI PARLA DEL FINALE DELLA SECONDA STAGIONE, E NON CI SI FA PROBLEMI A SPOILERARE!

L’altra settimana il Villa affermava con forza che anche i teen drama, notoriamente oggetto di critiche aprioristiche tipo “è tutto letame per future vacche”, possono essere scritti bene, e pure tanto.
Io dubito che sarebbe d’accordo con me nell’applicare questa semplice verità ai succhiasangue di Mystic Falls, ma questo è un altro discorso.
Per farla breve: anche la seconda stagione di Vampire Diaries ci ha dato buone soddisfazioni.

Ora, io sono un maschio eterosessuale, ho quasi trent’anni e sempre meno capelli, e forse è normale che non sia più enormemente interessato alle diatribe amorose alla 90210. Tanto per dire, gli sguardi da rimbesuito di Jeremy Gilbert – il Senza Poteri che dalla prima stagione la mena con l’espressione da ragazzo bello ma ombroso e in fondo pieno di amore da dare – mi avevano stancato già nella prima puntata.
Eppure, la cosa bella di Vampire è offrire un misto di generi che, dopo due anni, ancora funziona come un orologio svizzero.
C’è l’amore, certo: c’è Elena che ormai è lì-lì per darla a Damon (e sarebbe anche ora), c’è Bonnie che ormai ama il Senza Poteri (e chissà perché), c’è Caroline, indecisa tra Matt e Tyler, che ha gestito la faccenda di diventare vampira meglio di chiunque altro nella storia (dicevano che la fame ti consuma, che non riesci a controllare gli istinti, che Stefan ci aveva messo una vita, e lei invece due-tre giorni dopo la vampirizzazione era praticamente uguale a prima).

– A tra l’altro, non c’entra niente: l’attrice che fa Caroline si chiama Candice Accola. Quindi C. Accola. Complimenti al padre Kevin… K. Accola anche lui, e alla madre Carolyn, che prendendo il nome del marito diventa C. Accola onoraria –

Dicevamo che c’è di più oltre alla componente romantica: c’è tutta una trama realmente fantasy che è assai migliore di quanto un osservatore disattento potrebbe pensare. Tanto per dire, tutta la faccenda relativa a Klaus (l’ibrido vampiro-licantropo, la maledizione che in realtà era una palla galattica ecc) si è rivelata un’ideuzza mica male, che non solo ha creato abbastanza mistero da rendere assolutamente digeribili i lunghi spiegoni visti nelle ultime puntate, ma ha anche dato vita a belle scene d’azione, sviluppi interessanti delle dinamiche tra i personaggi e buoni ganci per il prossimo anno: uno Stefan nuovamente cattivo sembra fatto apposta per garantire parecchi episodi interessanti, e soprattutto un bell’accoppiamento tra Elena e Damon, che nello sgomento per la brutta strada presa da Stefan troveranno sicuramente conforto inaspettato l’una nelle braccia dell’altro, salvo poi dire “no, abbiamo sbagliato, non lo facciamo più”.

In verità, la bontà delle idee prettamente narrative è merito di Lisa Jane Smith, creatrice dei romanzi (io non li ho letti, non so quanta differenza ci sia tra i libri e la serie, magari qualcuna delle nostre lettrici può illuminarci, senza spoilerare troppo mi raccomando!). Ai realizzatori del telefilm va invece riconosciuta la costante abilità del creare un ottimo ritmo: anche in questa seconda stagione  succedono un sacco di cose, e sempre nel momento opportuno, proprio quando la tensione rischia di calare. Se non schifate il genere a prescindere, cosa ovviamente legittima, la cosa sicura è che con Vampire Diaries non ci si annoia.

Del finale vero e proprio, possiamo sottolineare una scelta piuttosto netta degli autori. La vera “conclusione” sembra essere quella del penultimo episodio, scenario del rituale con cui Klaus cerca di riscoprire la sua natura di mezzo cane (e che fosse un bastardo, già si sapeva). E’ qui che viene concentrata gran parte dell’azione, ed è qui che vengono tirati parecchi fili che stavamo tessendo dell’inizio della stagione. Ed è sempre qui che succede una gran cosa: finalmente delle gente muore sul serio! In queste storie fantasy, per di più quelle coi vampiri, la morte è quasi mai definitiva. Stavolta, invece, Jenna e John ci hanno lasciato per sempre, sotterrati, ricordati sul sottofondo di struggenti canzoni pop, tutto il pacchetto completo della condoglianza made in telefilm. Non che la cosa mi crei particolari scompensi: Jenna ormai era inutile e John… vabbe’ anche. Conta la decisione di far fuori veramente qualcuno, per una volta.

L’episodio finale, quindi, diventa particolarmente “drama” e punta a sviluppare con forza, e pure un po’ troppa lacrima, le trame romantiche di cui si diceva: e allora via di Elena che coccola il Damon morente per poi baciarlo poco prima che lui (non) tiri le cuoia, e sotto con Bonnie che usa il suo amore per Jeremy per convincere le streghe stronze a darle il potere di salvarlo dalla morte (quasi causata da Liz, uno dei personaggi più fastidiosi: capisce mai un cazzo ed è sempre in mezzo a rompere i coglioni, ma stai a casa tua, dico io…).

In ultimo, rimane spazio per un po’ di rilanci verso il futuro: il già citato Stefan cattivo, traviato da un Klaus salvato dal fratello rivelatosi minchione (Davvero hai creduto di poter fare un patto con lui? Davvero ti sei fatto infinocchiare pur avendo centinaia d’anni di esperienza alle spalle?), ma anche il Jeremy che alla fine vede vampire ormai defunte tornare improvvisamente alla vita (che poi “vita”, per un vampiro, è un concetto relativo). Bella sorpresa per un paio di attrici che probabilmente da mesi stavano cercando un altro ingaggio.

Com’è, come non è, quello che rimane è una stagione interessante, veloce e ritmata, che non ha lasciato delusi. Né noi, né il pubblico americano, che l’ha premiata con ottimi ascolti garantendo la riconferma per il 2011-2012.
Certo, non possiamo pretendere da Vampire le genialate (visive e narrative) che vediamo in True Blood: a ognuno il suo pubblico e la sua missione. Ma c’è talmente tanta roba noiosa in giro, che io i miei vampirelli in amore me li tengo ancora stretti.

PS: un momento di silenzio per riflettere sul fatto che probabilmente l’anno prossimo non sentiremo più, nel riassunto prima di ogni puntata, Rose dire a Elena “You’re Petrova doppelganger” forse la migliore parola inglese mai coniata.



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