7 Febbraio 2012 1 commenti

The LA Complex – Aspiranti attori a Los Angeles di Marco Villa

Sarebbe potuto essere una vaccata. Non lo è. Gioiamone.

Copertina, Pilot

Qualche sera fa ho twittato che stavo per accingermi alla visione di un pilot probabilmente indecente. A proposito, su Twitter stiamo diventando molto più attivi… ci seguite? Seguiteci.

Comunque, dicevo: pregiudizio da pilot indecente. Si parla di giovini di belle speranze che vanno a Los Angeles provando a diventare stars del cinema e dell’entertainment. Sai che novità, sai che due palle. Invece. Invece sbagliavo: The LA Complex riesce a tenersi lontano dal già visto e dai classici talent-telefilm, riuscendo ad avere un tono che forse non sarà in grado di entusiasmare, ma senz’altro diverte.

Per parlare di The LA Complex – serie canadese in onda su CTV dal 10 gennaio e da primavera sulla statunitense The CW – si parte dai personaggi: ognuno, come da tradizione, ha le sue paturnie e il suo passato turbolento o il suo presente orrido. Ma amen: non si tratta di casi strappalacrime o di archi narrativi dall’orfanotrofio alla celebrità, ma senza dimenticare l’orfanotrofio. No, si tratta semplicemente di ragazzi che hanno deciso di tentare con forza la via dello spettacolo e si stanno facendo un culo così per riuscire in quel campo. Dove il “culo così” non è allenarsi o provare da mattina a sera in una scuola lugubre con un insegnante inflessibile, ma fare due o tre lavori per mantenersi e vivere con la costante spada di Damocle del “perché quello l’hanno preso e io resto qui”. Insomma, c’è il glamour di LA e dello spettacolo, ma c’è anche il mondo reale, che è dichiaratamente fuori dall’universo dell’entertainment e parla la lingua di turni al bar, lap dance e affini.

La forza di The LA Complex è di essere fresco, di non voler fare il drama a tutti i costi, ma neanche di tirare a campare con un buonismo soporifero. I protagonisti hanno caratteri piuttosto definiti e in fondo semplici: la ballerina iperprofessionale, lo stand-up comedian nerdino e insicuro, il producer rap ultra sicuro di sé e via così. Le loro interazioni, però, riescono a prescindere da queste caratteristiche, dando ragione di un fatto incontrovertibile: quando siamo al lavoro e quando siamo a casa, siamo persone diverse.

Proprio in questa constatazione, all’apparenza ovvia, sta la capacità di The LA Complex di trovare una strada difficile, ma efficace. In più, vale la pena di sottolineare due personaggi che si staccano dal classico mondo degli aspiranti. C’è l’attrice con alle spalle un po’ di esperienza ma che, pur essendo ancora giovane, da tempo non trova più contratti. E c’è il ragazzo che ha appena fatto il grande salto, avendo superato il casting per una serie medical per un ruolo da protagonista: mentre gli altri continueranno a sbattere la testa contro provini e audizioni, lui ha fatto un importante passo in avanti e con quel passo deve confrontarsi, rimettendo in discussione tutti i punti fermi che hanno caratterizzato fin lì la sua vita.

Perché seguirlo: perché è divertente e scorre via bene, senza patetismi o eccessive semplificazioni.

Perché mollarlo: perché rimane qualcosa di prescindibile, adatto forse a periodi di magra e di mancanza di serie.

 



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