18 Settembre 2018 14 commenti

Emmy 2018: i vincitori di Diego Castelli

Conferme, sorprese, e motivi per recriminare

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Il trionfo (annunciato e doveroso) di The Marvelous Mrs Maisel, il trionfo (un po’ a sorpresa) di Game of Thrones, un paio di premi (finalmente) a The Americans. Solo alcuni dei dettagli di questa ennesima notte degli Emmy, che non ho potuto seguire in diretta perché avevo una riunione importante alla mattina presto.
Dai, ma può essere che la vita vera metta così i bastoni fra le ruote di quella seriale?
Cioè, io contesto.

Vabbè, sbuffi a parte, veniamo alla lista dei vincitori, che abbiamo copiato spudoratamente da TvGuide, ché tanto è uguale. Sotto le varie categorie i nostri immancabili commentini, che saranno riferiti esclusivamente a chi c’era, perché se ci mettiamo a recriminare su chi non c’era (e qualche nome viene subito in mente: The Good Place, The Terror, un po’ più di Twin PeaksKilling Eve) non ne usciamo più.

 

OUTSTANDING DRAMA SERIES
The Americans
The Crown
Game of Thrones
The Handmaid’s Tale
Stranger Things
This Is Us
Westworld

Si parte subito con una delle sorprese: sono già in molti quelli che, twittando qui e là, parlano della vittoria di Game of Thrones per la sua peggior stagione. Ecco, su quest’ultimo punto non siamo d’accordo, anzi, l’entusiasmo provato per una stagione super-ritmata l’abbiamo già mostrato in tempi non sospetti. Allo stesso tempo, la concorrenza era agguerrita e non era certo assurdo pensare/sperare che potesse vincere qualcun altro.

OUTSTANDING LEAD ACTOR IN A DRAMA SERIES
Jason Bateman, Ozark
Sterling K. Brown, This Is Us
Ed Harris Westworld
Matthew Rhys, The Americans
Milo Ventimiglia, This Is Us
Jeffrey Wright, Westworld

Ohhhhh, finalmente un premio per The Americans, che ormai da anni meritava qualcosa. Chissà poi se Matthew Rhys è davvero il più meritevole lì dentro oppure no, ma francamente ce ne freghiamo, era l’ultima occasione per The Americans di portare a casa qualcosa, e finalmente ce l’ha fatta. Eppoi il discorso di Matthew è stato pieno di amore e gioia, roba da farsi venire la commozione.
Non ha alcun senso la mancanza fra i nominati di Kyle Maclachlan di Twin Peaks, ma vabbè, avevamo detto niente recriminazioni su gente non nominata.

OUTSTANDING LEAD ACTRESS IN A DRAMA SERIES
Claire Foy, The Crown
Tatiana Maslany, Orphan Black
Elisabeth Moss, The Handmaid’s Tale
Sandra Oh, Killing Eve
Keri Russell, The Americans
Evan Rachel Wood, Westworld

Non mi è mica chiarissimo come abbia fatto Tatiana Maslany a essere candidata per Orphan Black che è finita ad agosto 2017, ma forse dipende dalla messa in onda americana. Comunque sia, dopo la nomination dell’anno scorso, e dopo il golden globe vinto quest’anno, Claire Foy vince anche l’Emmy con la sua ultima interpretazione della Regina Elisabetta, appena prima di appendere la corona al chiodo. Che dire, ci sta, anche se ci piacciono pure tutte le altre nominate.

OUTSTANDING SUPPORTING ACTOR IN A DRAMA SERIES
Nikolaj Coster-Waldau, Game of Thrones
Peter Dinklage, Game of Thrones
Joseph Fiennes, The Handmaid’s Tale
David Harbour, Stranger Things
Mandy Patinkin, Homeland
Matt Smith, The Crown

Qui secondo me si poteva fare di più. L’amore per Peter Dinklage è perenne e immortale, ma Matt Smith in The Crown gli è stato superiore, e pure David Harbour in Stranger Things ha piazzato un carisma potente e parzialmente inaspettato.

OUTSTANDING SUPPORTING ACTRESS IN A DRAMA SERIES
Alexis Biedel, The Handmaid’s Tale
Millie Bobby Brown, Stranger Things
Ann Dowd, The Handmaid’s Tale
Lena Headey, Game of Thrones
Thandie Newton, Westworld
Yvonne Strahovski, The Handmaid’s Tale

Potevano anche starci vittorie più glamour, una su tutte quella di Millie Bobby Brown, ma forse sarebbe servita più che altro per lo spettacolo. La verità è che, fra queste candidate, la vittoria di Thandie Newton ci può stare, in una stagione di Westworld che ha puntato molto sulla sua storia personale come specchio del tema dell’identità e del destino. Mettiamola così: nei prossimi due anni il ricordo della sua performance sarà più forte del ricordo di quella delle altre, pur in presenza di signore attrici.

OUTSTANDING DIRECTING FOR A DRAMA SERIES
Game of Thrones, “Beyond the Wall,” Alan Taylor
Game of Thrones, “”The Dragon And The Wolf,” Jeremy Podeswa
Ozark, “The Toll,” Jason Bateman
Ozark, “Tonight We Improvise,” Daniel Sackheim
Stranger Things, “Chapter Nine: The Gate,” The Duffer Brothers
The Crown, “Paterfamilias,” Stephen Daldry
The Handmaid’s Tale, “After,” Kari Skogland

“Paterfamilias”, che racconta della giovinezza per nulla felice del Principe Carlo, costretto a ripercorrere le orme educative del padre senza averne la voglia o la predisposizione, è uno degli episodi più memorabili della seconda stagione di The Crown, quindi che si porti a casa dei premi televisivi mi pare abbastanza ragionevole. Certo, mi vengono anche dei pensieri tipo “se fai vincere a Game of Thrones il best drama, e poi non le dai un premio alla regia che in questa stagione è stata quasi tutto, boh”, però fa niente.

OUTSTANDING WRITING FOR A DRAMA SERIES
The Americans, “START,” Joel Fields and Joe Weisberg
The Crown, “Mystery Man,” Peter Morgan
Game of Thrones, “The Dragon and the Wolf,” David Benioff and D.B. Weiss
The Handmaid’s Tale, “June,” Bruce Miller
Killing Eve, “Nice Face,” Phoebe Waller-Bridge
Stranger Things, “Chapter Nine: The Gate,” The Duffer Brothers

Qui la lotta era dura sul serio, perché Killing Eve e The Crown sono due bestie di scrittura, ma siamo comunque contenti del secondo premio per The Americans, la cui sceneggiatura meritava un riconoscimento come e più dell’interpretazione dei suoi attori. L’episodio in questione poi, con l’incontro decisivo fra i Jennings e il loro non-più-amico Stan, ha del memorabile proprio per il modo (pacato, malinconico, gentile) con cui è stata gestita la distruzione di un’amicizia lunga anni. Anni veri, mica come un film che in un’oretta ti racconta dieci anni di vita.

OUTSTANDING COMEDY SERIES
Atlanta
Barry
black-ish
Curb Your Enthusiasm
GLOW
The Marvelous Mrs. Maisel
Silicon Valley

Unbreakable Kimmy Schmidt

Eh vabbè, qui la vittoria era scontata e doverosa. Solo Atlanta poteva insidiare la vittoria della signora Maisel, e se avesse vinto la serie di Donald Glover non ci sarebbe stato comunque troppo da recriminare. Ma la prima stagione di The Marvelous Mrs. Maisel è una gemma luminosissima incastonata in quest’anno televisivo, una serie da consigliare a tutti senza se e senza ma, e l’Emmy suona come un suggello doveroso a una fama immediata e meritata.

OUTSTANDING LEAD ACTOR IN A COMEDY SERIES
Anthony Anderson, black-ish
Ted Danson, The Good Place
Larry David, Curb Your Enthusiasm
Donald Glover, Atlanta
Bill Hader, Barry
William H. Macy, Shameless

Eccolo qui il premio per Barry che molti si aspettavano, considerando la comedy di HBO un outsider tutt’altro che indifferente. Certo, Donald Glover aveva legittime aspirazioni di vittoria, ma la vera verità è che i meriti della sua Atlanta attengono meno alla sua recitazione e più a scrittura e regia (nonostante la performance nei panni di Teddy Perkins, che fra l’altro era in platea durante la cerimonia, creeeeepy!), per cui ben venga il premio per la folgorante interpretazione di Bill Hader.

OUTSTANDING LEAD ACTRESS IN A COMEDY SERIES
Pamela Adlon, Better Things
Rachel Brosnahan, The Marvelous Mrs. Maisel
Allison Janney, Mom
Issa Rae, Insecure
Tracee Ellis Ross, black-ish
Lily Tomlin, Grace and Frankie

Altro premio scontato, e pure più doveroso di quello come miglior comedy. Rachel Brosnahan ha semplicemente surclassato le altre con una performance che rimarrà negli annali della tv. E siamo solo alla prima stagione!

OUTSTANDING SUPPORTING ACTOR IN A COMEDY SERIES
Louie Anderson, Baskets
Alec Baldwin, Saturday Night Live 
Tituss Burgess, Unbreakable Kimmy Schmidt
Tony Shalhoub, The Marvelous Mrs. Maisel
Kenan Thompson, Saturday Night Live
Henry Winkler, Barry

Questa premiazione arriva forse un po’ più inaspettata, considerando il peso di Barry in Barry (mi si perdoni il gioco di parole). Va anche detto però che non si erano spremuti per trovare chissà quali nomi per questa categoria, che è sembrata una delle più fiacchine della serata. Quindi vabbè, ha vinto Fonzie, non è che ci mettiamo a questionare…

OUTSTANDING SUPPORTING ACTRESS IN A COMEDY SERIES
Zazie Beetz, Atlanta
Alex Borstein, The Marvelous Mrs. Maisel
Aidy Bryant, Saturday Night Live
Betty Gilpin, GLOW
Leslie Jones, Saturday Night Live
Kate McKinnon, Saturday Night Live
Laurie Metcalf, Roseanne
Megan Mullally, Will & Grace

E giù un altro premio per Mrs. Maisel, grande dominatrice della nottata. Di nuovo la sfida più evidente era con Atlanta, ma il personaggio di Susie Myerson ha colpito la giuria con maggior forza. E anche in questo caso, nonostante il carisma evidente di Zazie Beetz e la rilevanza del suo personaggio, possiamo essere d’accordo.

OUTSTANDING DIRECTING FOR A COMEDY SERIES
Atlanta, “FUBU,” Donald Glover
Atlanta, “Teddy Perkins,” Hiro Murai
Barry, “Chapter One: Make Your Mark,” Bill Hader
GLOW, “Pilot,” Jesse Peretz
Silicon Valley, “Initial Coin Offering,” Mike Judge
The Big Bang Theory, “The Bow Tie Asymmetry,” Mark Cendrowski
The Marvelous Mrs. Maisel, “Pilot,” Amy Sherman-Palladino

Il trionfo continua: nonostante avversari agguerriti, su tutti Atlanta e il pilot di GLOW, The Marvelous Mrs. Maisel si porta a casa anche il premio per la regia, riferito all’episodio pilota. Forse la regia di Mrs. Maisel passa più in sordina rispetto ad altre componenti, però quel pilot lì spaccava proprio, e il motivo sta anche nel come era messo in scena.

OUTSTANDING WRITING FOR A COMEDY SERIES
Atlanta, “Alligator Man,” Donald Glover
Atlanta, “Barbershop,” Stefani Robinson
Barry, “Chapter One: Make Your Mark,” Alec Berg and Bill Hader
Barry, “Chapter Seven: Loud, Fast And Keep Going,” Liz Sarnoff
Silicon Valley, “Fifty-One Percent,” Alec Berg
The Marvelous Mrs. Maisel, “Pilot,” Amy Sherman-Palladino

Ma guarda un po’ chi c’è, Mrs. Maisel! Di nuovo uno scontro evidente con Atlanta, che si presentava al nastro di partenza con due episodi eccellenti, ma ancora una sconfitta per Donald Glover. D’altronde, la fortuna di Mrs. Maisel si fonda su due elementi principali, scrittura e protagonista, e quindi hanno vinto (fra gli altri) scrittura e protagonista. Cioè, regolare, e vale la pena ricordare che la Palladino è la prima donna a vincere contemporaneamente l’emmy sia per la scrittura che per la regia.

OUTSTANDING LIMITED SERIES
The Alienist
The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Genius: Picasso
Godless
Patrick Melrose

Ecco il primo, vero furto della serata, e ce ne sarà subito un altro. Non esiste che The Assassination of Gianni Versace, così esageramente inferiore alla prima stagione di American Crime Story, vada a battere un gioiellino come Patrick Melrose. Ma aspetta perché adesso mi incazzo.

OUTSTANDING LEAD ACTOR IN A LIMITED SERIES OR MOVIE
Antonio Banderas, Genius
Darren Criss, The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Benedict Cumberbatch, Patrick Melrose
Jeff Daniels, The Looming Tower
John Legend, Jesus Christ Superstar
Jesse Plemons, USS Callister: Black Mirror

No, no e no. Che quel ragazzino con la faccia sempre uguale batta l’interpretazione mo-struo-sa di Benedict Cumberbatch è semplicemente ridicolo. Guarda, non argomento oltre, è proprio evidente e basta.

OUTSTANDING LEAD ACTRESS IN A LIMITED SERIES OR MOVIE
Jessica Biel, The Sinner
Laura Dern, The Tale
Michelle Dockery, Godless
Edie Falco, Law & Order True Crime: The Menendez Murders
Regina King, Seven Seconds
Sarah Paulson, American Horror Story: Cult

Non ho visto Seven Seconds. Ehm, scusate, mi chiamano di là.

OUTSTANDING SUPPORTING ACTOR IN A LIMITED SERIES OR MOVIE
Jeff Daniels, Godless
Brandon Victor Dixon, Jesus Christ Superstar Live in Concert
John Leguizamo, Waco
Ricky Martin, The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Edgar Ramirez, The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Michael Stuhlbarg, The Looming Tower
Finn Wittrock, The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story

Guarda, son contento anche solo del fatto che abbiamo evitato un altro premio per The Assassination of Gianni Versace. E comunque l’emmy a Jeff Daniels ci sta, sembra quasi un premio alla carriera, per uno che è riuscito a passare da Scemo e più scemo a The Newsroom, arrivando poi al cow boy vecchio, saggio e malmostoso di Godless. Giù il cappello. (anche per il discorso sul palco, dove Daniels ha ringraziato il suo cavallo)

OUTSTANDING SUPPORTING ACTRESS IN A LIMITED SERIES OR MOVIE
Sara Bareilles, Jesus Christ Superstar Live In Concert
Penelope Cruz, The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Judith Light, The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Adina Porter, American Horror Story: Cult
Merritt Wever, Godless
Letitia Wright, Black Mirror: “Black Museum”

Ancora un premio per gli interpreti di Godless, e bisogna dire che Mary Agnes è un persionaggio che buca lo schermo e ti si pianta nel cervello come la pallottola finale di un duello all’ultimo sangue.

OUSTANDING WRITING FOR A LIMITED SERIES, MOVIE OR DRAMATIC SPECIAL
American Vandal, “Clean Up,” Kevin McManus and Matthew McManus
The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story, “House by the Lake,” Tom Rob Smith
Black Mirror: USS Callister, William Bridges and Charlie Brooker
Godless, Scott Frank
Patrick Melrose, David Nichols
Twin Peaks, Mark Frost and David Lynch

Mi spiace dirlo di Black Mirror, che è una serie coi controcazzi, ma qui c’è un altro furto conclamato. A parte che vabbè, c’erano in gara singoli tv movie e intere miniserie, quindi contesto un po’ la categoria in generale, ma Patrick Melrose e Twin Peaks meritavano entrambe molto più di USS Callister, che è certamente un ottimo episodio, più stratificato e “impegnato” di quanto non sembri a prima vista, però francamente di episodio migliori di Black Mirror ce ne sono parecchi, e questo sembra aver vinto con la mano sinistra contro gente più qualificata.

OUTSTANDING DIRECTING FOR A LIMITED SERIES, MOVIE OR DRAMATIC SPECIAL
Godless, Scott Frank
Jesus Christ Superstar Live, David Leveaux, Alex Rudzinski
Paterno, Barry Levinson
Patrick Melrose, Edward Berger
The Assassination Of Gianni Versace: American Crime Story, “The Man Who Would Be Vogue,” Ryan Murphy
The Looming Tower, “9/11,” Craig Zisk
Twin Peaks, David Lynch

Come possa la regia di The Assassination Of Gianni Versace essere stata superiore alla regia di David Lynch in Twin Peaks è un mistero che ci porteremo dietro per tanti e tanti anni.
E chiudiamo qui, su questa nota di mestizia.

 

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