29 Maggio 2019 7 commenti

What/If – La serie Netflix con Renée Zellweger è una soap ispirata a un film mediocre di Marco Villa

What/If contiene anche la scena di sesso più brutta e ridicola degli ultimi anni

Copertina, Pilot

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C’è un dialogo, all’interno del primo episodio di What/If, in cui i tre personaggi che formano il triangolo al centro della serie fanno un chiaro riferimento a un film degli anni ‘90, dicendo che la situazione in cui si trovano ne ricorda da vicino la trama. Il film in questione è Proposta Indecente, non proprio un capolavoro, e quando viene tirato in mezzo si arriva al punto paradossale di non riuscire a capire quanto What/If ci sia e quanto ci faccia. Nel senso: dire di essere uguali a una roba mediocre, non è il peggior modo di presentarsi?

Un vicolo cieco di non-sense che non scherza per niente, ma che è purtroppo del tutto in linea con il tenore medio di una serie che è disponibile su Netflix dal 24 maggio, ma che sarebbe potuta andare in onda su qualche canale generalista un bel po’ di anni fa. What/If è la serie Netflix con Renée Zellweger, o almeno questa è la versione breve: vi interessa scoprire che volto ha Bridget Jones nel 2019? Ok, fatevi avanti, ma non è una grande idea.

What/If racconta la storia di due ragazzi, Lisa e Sean: giovani, carini, sposati e in cerca di soldi. Lui era un astro nascente del baseball, non è riuscito a esplodere e ora si barcamena facendo un po’ il barman, un po’ il paramedico. Lei è la testa della famiglia, una scienziata che ha preso linfa dalla morte della sorellina per studiare come una matta in campo medico e fondare una start-up in grado di prevenire tragedie come quella che l’ha toccata. Lisa però si trova a un bivio: l’idea ce l’ha, la preparazione anche, ma mancano i fondi.

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Dopo aver chiesto aiuto alla famiglia e aver fatto il giro di tutti i finanziatori di San Francisco, è a tanto così dal mandare tutto all’aria, perché nessuno mette dei soldi sul suo progetto. E qui arriva Renée Zellweger, alias Anne Montgomery: lo squalo degli squali, che si dice pronta a investire 80 milioni di dollari sul progetto, in cambio di una notte con Sean, il marito di Lisa. E tac: ecco Proposta Indecente. Momenti di indecisione, poi alla fine arriva lo scontato sì: peccato che nell’accordo con Anne ci sia una clausola per cui i due coniugi non possono dirsi niente su quello che accade a Sean con la riccona. Tutto questo con Sean che torna con le nocche distrutte come se avesse massacrato qualcuno a mani nude.

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Il meccanismo è già visto e sfruttato, ma in fondo ancora funzionale, a patto di avere tono e sguardo intelligenti, ma questo è un aggettivo da cui What/If è lontana anni luce. Si tratta di una soap, di quelle che flirtano con il trash a più riprese, al punto da avere la peggiore scena di sesso (tra i due sposini) vista nell’ultimo decennio. Al di là del mistero da fatalona che si porta dietro il personaggio di Renée Zellweger, non ci sono motivi di interesse: tutti i personaggi sono piattissimi e raccontati con spiegoni nei primi 30 secondi in cui compaiono in scena, non c’è un comprimario che susciti curiosità e la suspense derivante dalla domanda fatidica: “ma cosa avranno combinato quei due bricconi?” è quella del peggiore Harmony della storia. Così come la costruzione di Anne Montgomery, che è davvero il cattivone con la c maiuscola, che agisce in nome di una sua profonda malvagità fine a se stessa. Una soap ispirata a un film mediocre. Messa così è un po’ meno intrigante, vero?

Perché guardare What/If: perché è la serie di Netflix con Renée Zellweger

Perché mollare What/If: perché l’interesse è pari a zero

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