13 Settembre 2019 21 commenti

The Spy: Netflix arruola Sacha Baron Cohen come spia di Marco Villa

In The Spy Sacha Baron Cohen interpreta Eli Cohen, infiltrato israeliano tra le fila siriane realmente esistito

Copertina, Pilot

Siamo a Tel Aviv, a cavallo tra anni ’50 e ’60: Israele e Siria sono in tensione assoluta, tra rivendicazioni incrociate e attacchi reciproci. Per cercare di controllare i siriani, il governo israeliano chiede al Mossad di infiltrare un proprio uomo tra le fila nemiche. Mica roba semplice, anche perché si tratta di una missione che rischia di essere senza ritorno. The Spy è la storia vera di come quella spia venga scelta, addestrata e spedita in Siria.

Co-prodotta con Canal+ e disponibile dal 6 settembre su Netflix, The Spy è una serie firmata da Gideon Raff, ovvero l’autore e regista di Homeland (e pure della sua gemella israeliana Prisoners of War).

Non è un caso, perché il concept di fondo è sempre legato a un infiltrato, in questo caso Eli Cohen, un ebreo di origine araba che si sente guardato come un cittadino di serie b dai suoi connazionali e per questo cerca a più riprese di entrare nei servizi segreti per dimostrare il proprio patriottismo. La sua vita privata va meglio: ha una moglie innamoratissima di lui, che fa la sarta e prova a farlo entrare in un giro di frequentazioni mondane, ma alle feste finisce per essere scambiato per un cameriere. Eli è una di quelle persone invisibili, di cui nessuno si ricorda e per questo è la spia perfetta. Il volto è quello di Sacha Baron Cohen, che interpreta il ruolo per sottrazione, lavorando all’opposto di quanto accade nei suoi film più celebri.

Il primo episodio di The Spy è molto basico: la storia viene raccontata e spiegata per filo e per segno: sia le azioni, sia le intenzioni dei personaggi vengono chiarite in modo esplicito durante i dialoghi, portando la serie verso il didascalico. Abbiamo citato Homeland, ma siamo lontanissimi da li e non solo a livello qualitativo: The Spy ha tutto un altro stile, che rinuncia a creare tensione, prediligendo l’approfondimento del personaggio principale.

The Spy ha le potenzialità per cambiare ritmo (la sequenza dell’addestramento è accattivante), va capito come e quanto vorrà farlo o se invece preferirà adagiarsi su un andamento più piatto, piatto come la fotografia desaturata e la stanca scelta del più classico dei racconti in flashback.

Perché guardare The Spy: per il prestigio dell’autore e per l’interpretazione di Baron Cohen

Perché mollare The Spy: perché nel pilot ci sono pochi sussulti e la fotografia è da fictionaccia



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