24 Dicembre 2020

Le migliori serie da recuperare a Natale: 10 consigli di qualità di La Redazione di Serial Minds

Volevamo farvi gli auguri con una lista di recuperoni consigliati e per l’occasione ci siamo fatti aiutare da dieci amici

In teoria, questo non è l’anno migliore per consigliare una o più serie da recuperare durante le vacanze di Natale. Non serve mettersi a elencare i motivi, ma diciamo che di tempo per stare in casa quest’anno ne abbiamo avuto parecchio. Però “tempo in casa” non è sinonimo di “tempo libero” e anche questa è una cosa che non serve approfondire più di tanto. Mettiamola così: sta per iniziare un periodo in cui staremo sospesi e in cui avere sotto mano un po’ di titoli da guardare può tornare utile.

Noi ci siamo occupati di mettere in fila le migliori serie partite quest’anno, con la nostra classifica e con l’ultima puntata del nostro podcast SALTA INTRO.

Però le cose nuove non bastano, quindi abbiamo chiesto a dieci amici molto sul pezzo di segnalarci un titolo che vogliono recuperare e uno che avrebbero consigliato a un cugino di sesto grado o alla zia complottista se avessero fatto il cenone/pranzone classico.

Li trovate qua sotto, tutti disponibili in Italia sulle varie piattaforme di streaming (esclusa una, ma si sa che siamo per le eccezioni da queste parti).

Grazie ai nostri guest natalizi e tanti auguri a voi, con la speranza di ritrovarci qui tra 12 mesi con una lista infinita di recuperoni, segno che nel 2021 avremo passato pochissimo tempo in casa.

P.S. Quest’ultima speranza non vale per il Castelli: per lui non cambia niente.

Paolo Armelli (Wired, Quid)
Durante queste feste multicolor sogno di fare un po’ di detox dalle serie, visto che quest’anno ne abbiamo visto tutti una miriade (e di molte potevamo fare anche a meno). Eppure so benissimo che non riuscirò a stare lontano dallo schermo, quindi forse realizzerò il progetto più volte rimenadato di fare un rewatch totale di Lost: temo di averla dimenticata troppo in fretta per il finale diciamo “confuso”, ma negli ultimi anni mi tornano in mente scene e trovate in continuazione. È stata una serie fondamentale per moltissimi motivi, voglio tornare a darle il mio giusto tributo. Invece a quel mio lontano parente contrario al 5G – che non esiste ma facciamo finta di sì – consiglio di guardarsi We Are Who We Are (NOW TV) per scrollarsi di dosso un po’ di terrapiattismo boomer (fra l’altro ci sono delle parti in dialetto veneto, quindi essendo il mio ipotetico parente vicentino come me almeno qualcosa capirà).

Valentina Barzaghi (Grazia.it, Sorrisi.com)
Durante le vacanze di Natale vorrei riuscire a recuperare Dickinson, su Apple TV+, perché l’ho sempre tenuta “da guardare poi” e ho sentito pareri molto discordanti a riguardo, ma l’8 gennaio esce la seconda stagione e quindi direi che mi tocca. Poi: formazione femminile, Emily Dickinson, mix classico e pop “coppoliano”, un po’ ci vado a nozze. Speriamo. Che serie consiglierei? Difficile… dico la prima che mi viene in mente visto la quarta, spettacolare, stagione di quest’anno: The Crown (Netflix). Che potenzialmente, fra l’altro, piace a tutti.

Marta Cagnola (Radio24)
Serie a tema natalizio? Fatto. Serie di cui parlano tutti?. Fatto. Serie consigliate da Serialminds? Fatto. Cosa resta allora, da recuperare nelle vacanze di Natale? Io mi dedicherò ai k-drama. Anzi, per precisione, ai sageuk. Con le serie coreane ci vuole più attenzione, perché non ci si può distrarre dai sottotitoli, ci vuole un po’ di tempo a disposizione, perché (nonostante qualcuno suggerisca di barare aumentando la velocità di riproduzione) sono composte da una quantità notevole di episodi di non breve durata. Eppure, quando cominci non smetti più.
Dopo aver fatto maratone di serie romantiche, ora per me tocca, appunto, ai sageuk. Partirò da Mr.Sunshine. Dramma politico, senso dell’onore, amore tormentato, misteri e donne fatali ambientato nel 1871. Ventiquattro episodi tutti oltre i 60 minuti e persino sopra i 90. Sarà un “recuperone” molto, molto intenso.

Stefania Carini (Robinson)
In questa pandemia ho recuperato un genere più che un titolo: la sitcom. Sarà che ho voglia di ridere, e anche di episodi brevi (la mente è troppo stanca). E poi ho voglia di vedere gente che sta insieme a fare cose anche sceme tanto per stare insieme. Si chiama socialità, ricordate? In queste vacanza vorrei recuperare Curb Your Enthusiasm (NOW TV), di cui ho visto solo qualche puntate. E al parente in crisi di astinenza, consiglio le commedie che ho divorato (letteralmente, le vedevo a pranzo) in questi mesi: Community, The Office, The Good Place, Seinfeld, tutti disponibili tra Netflix e Prime Video.

Mattia Carzaniga (Rolling Stone)
Avendo visto tutto, tra lockdown passati e presenti, non resta più nulla e quindi si raschia, vecchi film a parte. Fondo del barile di lusso: Bridgerton (Netflix) di Shonda Rhimes, dopo il primo episodio “no, basta, no!” e invece continuerò sicuro. Fondo del barile cheap: Tiny Pretty Things (Netflix), che dopo Pretty Little Liars e Big Little Lies vogliono farci diventare matti; perché le cose di danza, a parte Scarpette Rosse, Due vite, una svolta di Ross e The Company di Altman, son sempre una cagata. Al cugino di terzo grado consiglio Ethos (Netflix), serie turca molto figa: conferma, soprattutto sotto le feste e con le religioni di mezzo, che le famiglie son sempre uno schifo, quest’anno di più.

Federico Chiarini (Sky Atlantic)
In un anno in cui non abbiamo potuto viaggiare, la serie che vorrei rivedere è ZeroZeroZero perché in 8 episodi potrei attraversare il Messico, gli Stati Uniti, il Senegal, il Marocco e l’Italia. Potrei ascoltare lo spagnolo, l’inglese, il wolof, l’arabo e il calabrese. È una serie che racconta il viaggio di un enorme carico di cocaina e le dinamiche globali del narcotraffico, ma è anche un thriller on the road. Di quelle che in questo periodo sarebbe quasi impossibile girare. Ed è quello che mi serve per sperare di tornare presto ad imbarcarmi per qualche viaggio (anche se cercherei di evitare le portacontainer di nome Miranda che trasportano barattoli jalapeño). Allo Zio potrei consigliare Yellowstone. Quando la racconti come un western con Kevin Costner tutti storcono un po’ il naso. E credo di aver avuto qualche dubbio anche io la prima volta che ne ho sentito parlare. Eppure sappiamo che l’epopea familiare dei Dutton è molto di più: è un racconto avvincente e ben scritto, con personaggi mai banali (anche se per me Rip batte tutti).

Francesco Chignola (Tv, Sorrisi e Canzoni)
Cari amici di Serial Minds, quest’anno ho visto meno serie del solito perché ho scelto la vita, ma ecco, non sono sicuro che fosse l’anno giusto per farlo. Vi dico la verità: i titoli migliori del 2020 sono su StarzPlay (The Great e Normal People) ma voglio fare l’originalone e quindi la serie che consiglierei al tavolo del cenone che non faremo è Into The Night. È una serie belga (davvero) di Netflix in cui l’umanità viene decimata dalla luce del sole (fatti in là, Covid!) mentre i sopravvissuti volano verso ovest per sfuggire all’alba. Al netto delle tipiche ingenuità del genere, cribbio come mi sono divertito. Cento punti per il cast poliglotta tra cui Stefano Cassetti che recita in bresciano. Vi informo altresì che intendo sfruttare il riposo natalizio per recuperare Truth Seekers su Prime Video, perché ci sono Simon Pegg, Nick Frost e James Serafinowicz, e mi rendo conto che adesso sto parlando solo ai fan di Edgar Wright ma con loro ci siamo capiti. Buona fine di annus horribilis a tutti.

Gabriella Giliberti (Lega Nerd)
Recuperone d’obbligo di questo Natale, con estrema colpa per non averla vista prima, è Lovecraft Country di Misha Green. Prima di tutto perché dove c’è Lovecraft c’è casa (almeno per me) e soprattutto perché sono una groupie di Jordan Peele (produttore della serie e visionario del mondo dell’horror e del fare satira e politica con esso). La serie tv che, invece, mi sento di consigliare alla cugina un po’ brilla a tavola è I Am Not Ok With This di Charles Forsman (si lo stesso di The End Of The Fuc***g World) perché è un gioiello dalla rara bellezza, con una protagonista incredibile, e che sa esattamente esaltare pregi e difetti di uno dei periodi più belli e terrificanti per l’essere umano: l’adolescenza. Malus? Non è stata rinnovata…

Federico Guerri (Mondo di Nerd)
Natale, in casa mia, è arrivato in anticipo quando Babbo Natale si è manifestato a mia figlia di 10 anni sotto forma di Netflix che ha messo in catalogo le quattro stagioni di Avatar – Legend of Korra. Dopo aver adorato Avatar – Legend of Aang al punto di decorare la cameretta con action figure di Katara e pelouche di Appa il bisonte volante, il recuperone di Korra è obbligatorio e fa dimenticare ogni zona rossa.
Ne parleremo sicuramente durante il pranzo tradizionale, in videochiamata, con nonni, zii e cugini a cui non mancherò di consigliare – per una botta di realismo magico, pensiero e buoni sentimenti – la mia serie preferita di questo 2020: Dispatches from Elsewhere (Prime Video). Cosa c’è di meglio di una caccia al tesoro, di delle società segrete e ragionamenti sulla nascita delle storie mentre si aspettano i Re Magi e i loro doni?

Carlotta Sisti (Elle)
Considero Serial Minds il mio safe place, ma anche una sorta di gruppo di auto aiuto, un universo parallelo nel quale la frase “sto guardando The Office per la terza volta” ha perfettamente senso. Certo, a volte penso che mi servirebbe più uno sponsor, tipo quello di Rue di Euphoria, che mi molli due sonori ceffoni, nei giorni in cui ripongo, dove io non la possa vedere, l’agenda, fittissima di impegni, in nome di un Alice in Borderland (Netflix) qualunque. Quando decido di andare all in per perorare la causa di una delle 3 cose più belle del mondo, e cioè le serie tv, la prima che mi viene in mente è una che abbiamo visto circa in 28 in tutta Italia e cioè The Leftovers (NOW TV). Il mio nei confronti di questo prodotto HBO andato in onda dal 2014 al 2017 è un amore strampalato, che sì, saprei motivare, ma proprio come quelle relazioni burrascose che uno s’è lasciato alle spalle, ha brillato al massimo mentre lo stavo vivendo, mentre a posteriori, quando mi sforzo di spiegarlo ad altri, ecco che diventa un groviglio che lascia più attoniti che incuriositi. The Leftovers è una seria estrema, che si nutre di disperazione e speranza, ed arrivata ai suoi ultimissimi minuti, pone la domanda perfetta per la fine di queste 2020: “And now, what?”. 



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