24 Giugno 2021

We Are Lady Parts è la miglior serie comedy dell’anno di Marco Villa

We Are Lady Parts è la storia di 5 ragazze di Londra che fondano una band punk. Ed è una delle cose scritte, girate e interpretate meglio degli ultimi tempi

Brit, Pilot

We Are Lady Parts è una serie che riapre un tema toccato più volte su Serial Minds. È un tema tanto dibattuto, quanto in fondo inutile da dibattere: perché le comedy contemporanee hanno scelto di non far più ridere? Detta così è tranchant, ma è anche la verità: ci può essere il sorrisino sarcastico, ci può essere la risata amara, ma da quando le comedy di punta sono passate da una ripresa teatrale multicamera a una ripresa con camera singola di stampo cinematografico, eliminando in questo modo anche le risate in sottofondo (grazie a dio), il dna stesso delle comedy si è progressivamente modificato. Non più punchline a raffica, né una comicità che piazzava una battuta da risata ogni minuto, ma un tipo di comedy che punta più sul contesto e sulla situazione, magari tirando in mezzo toni grotteschi e una satira sociale ad ampio spettro. 

È un tema su cui un bel po’ di gente scriverà libri che leggeremo volentieri, ma è anche il motivo per cui nell’anno del signore 2021 ci ritroviamo a stupirci quando una comedy strappa più di una risata di gusto. Se poi accade senza far tornare indietro la linea temporale del genere, ma anzi con una serie che più contemporanea non si potrebbe, lo stupore aumenta e diventa applauso. È quello che è successo con il primo episodio di We Are Lady Parts, finora la miglior comedy dell’anno.

We Are Lady Parts è in onda dal maggio su Peacock negli Stati Uniti, ma è una produzione di Channel 4, canale inglese che ci ha regalato tanti titoli di qualità (e culto), da Black Mirror all’ultima It’s a Sin. Le Lady Parts del titolo sono una band formata da sole ragazze: siamo a Londra e tutte le componenti sono immigrate di seconda generazione, ovvero figlie di genitori nati all’estero e trasferitisi a Londra, dove hanno trovato casa. Le Lady Parts sono un trio punk chitarra-basso-batteria: la leader è Saira (Sarah Kameela), che di giorno lavora in una macelleria halal, ma ha ben chiaro in testa di voler sfondare nel mondo della musica. Con lei ci sono la batterista e autrice dei testi Ayesha (Juliette Motamed), la bassista Bisma (Faith Omole) e Momtaz (Lucie Shorthouse), manager del gruppo. La storia muove dalla decisione di Saira di trovare una chitarra solista da aggiungere alla band: dopo diverse audizioni fallimentare, la scelta cade su Amina (Anjana Vasan), ovvero la persona più lontana dal concetto di punk e anche il vero personaggio centrale della serie. 

Figlia di genitori del tutto occidentalizzati, Amina si è riconnessa con le proprie radici culturali: indossa l’hijab (al contrario della madre) e ha come unico obiettivo quello di trovare al più presto un marito (sconsigliata in questo sempre dalla madre). C’è però qualcosa che sfugge a questo ritratto da cartolina ed è la passione per la musica: Amina suona da sempre la chitarra e insegna a ragazzi del quartiere, ma ha promesso di non salire mai sul palco, anche perché l’unica volta che l’ha fatto era una ragazzina e l’esperienza è finita con lei che vomitava dall’ansia.

Questo il punto da cui tutto parte: ovviamente Amina entrerà in contatto con le Lady Parts e la sua vita ne uscirà cambiata, mentre anche le altre ragazze verranno toccate dal nuovo ingresso. Questo è lo sviluppo plausibile ed è chiaro che non sia nulla di rivoluzionario, ma non è quello il punto. We Are Lady Parts è originale nel proprio tema di fondo ed è soprattutto puro piacere nella visione. I personaggi sono ben scritti e l’intreccio è ricco, fantasioso, mai banale: i dialoghi sono veloci e ritmati, capaci di strappare quella famosa risata senza fare ricorso a punchline d’altri tempi. A impreziosire il tutto, alcuni inserti che giocano con generi e riferimenti cinematografici: nel primo episodio, per dire, il tanto sospirato incontro tra Amina e il ragazzo di cui è innamorata è raccontato con toni da Casablanca, mentre nel secondo episodio lo stesso spunto viene raccontato a ritmo di tango. 

In ogni suo aspetto, We Are Lady Parts è caratterizzato da una freschezza assoluta e non è cosa da poco, soprattutto per una serie a suo modo musicale, che è tema che si presta sempre al rischio stilizzazione. Il merito è senz’altro di scrittura e regia, entrambe firmate da Nida Manzoor, che tratteggia e mette in scena personaggi più che credibili e più che solidi: non siamo entrati nei dettagli, ma tutte le ragazze hanno una biografia efficace, che garantisce la risata, ma anche uno sguardo preciso su una comunità. Che c’è, ma non è mai l’obiettivo principale delle serie. Soprattutto, però, We Are Lady Parts vola grazie a un cast perfetto: le cinque ragazze sono ottime nelle loro caratterizzazioni, senza mai nemmeno avvicinarsi alla trappola dello stereotipo.

We Are Lady Parts è stata una sorpresa: dovesse arrivare su Netflix, potrebbe diventare un nuovo fenomeno stile The End of the F***ing World, ma difficilmente succederà.

Perché guardare We Are Lady Parts: perché è fresca in ogni suo aspetto

Perché mollare We Are Lady Parts: perché preferite le comedy che non fanno ridere



CORRELATI