6 Giugno 2022

Serial Moments 530 – Dal 29 maggio al 4 giugno 2022 di Diego Castelli

Bei finali, commedie scomparse e icone oltraggiate

ATTENZIONE! SPOILER OLTRAGGIOSI DI OBI WAN KENOBI, THE ORVILLE, BARRY, THE TIME TRAVELER’S WIFE, SHINING GIRLS, HACKS, THE BOYS

7.Obi Wan Kenobi 1×03 – Darth Vader & Co., però che mestizia…
È evidente che, in termini puramente tecnici, non posso non inserire questo episodio di Obi Wan Kenobi nei Serial Moments, considerando che l’incontro e il duello fra il protagonista e Darth Vader è una cosa sulla carta gigantesca, vista una volta sola qualcosa come 45 anni fa. E il fatto che Vader, con buona pace del povero Hayden Christensen, sia ancora una volta doppiato da James Earl Jones (91 anni e non sentirli), è sicuramente un plus.
E poi però, di nuovo, l’episodio è poverissimo, di mezzi ma soprattutto di idee. Vedere Obi Wan e Leia impegnati a disattivare un cancello laser che poteva essere semplicemente aggirato mette seri dubbi sulla loro capacità di diventare alfieri della ribellione, così come vedere Vader e i suoi completamente bloccati da un fuoco minuscolo, lungo forse 15 metri e che lo stesso Vader aveva dimostrato pochi istanti prima di poter spegnere con la Forza, ci dà effettivamente speranza sul fatto che siano tutti abbastanza stupidi per annullarsi.
Il duello è scialbo e per nulla creativo (si salva la fotografia notturna con le luci delle spade laser), le frasi che vengono pronunciate sono poco significative, l’intero episodio è stato girato nel parco dietro casa mia, e mi è rimasta anche la fastidiosa sensazione che Vader sia troppo spietato: ok che Anakin in gioventù ha ammazzato dei bambini, ma da quando mette la maschera, per quello che abbiamo sempre visto, Vader è un malvagio inquietante e pericoloso, ma non un pazzo criminale come si vede a tratti in questo episodio.
Boh, siamo già a metà stagione, e mi sembra quasi tutto da buttare. Assurdo.
(Ah, piccola nota di colore: a interpretare l’enorme ratto-talpa di nome Freck c’è Zach Braff. Sempre affetto per lui!)

6.The Orville 3×01 – Da comedy a drama in tre comode stagioni
Al di là dell’evento più importante di questa premiere (cioè il suicidio e poi resurrezione di Isaac) mi interessa un tema più ampio: iniziata come una parodia/omaggio di Star Trek, non esattamente demenziale ma in cui la componente comico-grottesca era comunque piuttosto evidente, in due stagioni + un episodio The Orville (che quest’anno ha anche cambiato piattaforma e titolo, aggiungendo “New Horizons”) ha compiuto una parabola vista molto raramente nelle serie tv. Il primo episodio della terza stagione non ha proprio niente di comico, forse giusto due battutine che potremmo trovare in qualunque altro drama, e ha completato la sua trasformazione in un vero e proprio clone di Star Trek, quella originale, di cui condivide il passo, il tipo di messa in scena (molto meno sincopatico delle effettive, ultime serie di Star Trek) e il costante interesse per la costruzione di storie che siano anche e soprattutto dilemmi morali su cui gli spettatori possano arrovellarsi trovando parallelismi con la realtà extraseriale. Piaccia o meno, è un percorso abbastanza inusuale che vale la pena sottolineare.

5.Barry 3×06 – Fintissima verità
È meglio che io non cerchi di addentrarmi troppo negli arzigogoli della trama di questo episodio di Barry, che mi sono sembrati stiracchiati un filino oltre il lecito della surrealtà, per sfociare nel “non si capisce niente”. Tanto non è lì che sta il serial moment, che troviamo invece di una scena finale con inseguimento, in cui Barry fugge da una gang di motociclisti assassini in una sequenza splendidamente girata, in cui spesso si ricorre a camere fisse in cui gli eventi si svolgono come se stessimo guardando un documentario o le immagini di una telecamera di sorveglianza. Una specie di botta di realismo estetico per una scena che di realistico non ha veramente niente, considerando che a un certo punto c’è una tizia (Traci) che finisce con la sua moto in cima a un negozio di auto usate e da lì si mette a sparare sui passanti (a caso) prima di essere abbattuta proprio dal titolare dell’autosalone. Perché insomma, si sa che se negli Stati Uniti se ti metti a sparare, è un attimo che trovi qualcun altro armato (anche se forse questa gag suonava più divertente quando è stata girata rispetto a quando è andata in onda, dati certi fatti di cronaca).
Comunque insomma, una deliziosa assurdità.

4.The Time Traveler’s Wife 1×03 – Brutte storie
Approfondiamo ulteriormente la storia di Claire, scoprendo uno stupro e un pestaggio che la ragazza ha (parzialmente) nascosto per tutta la sua vita, per evitare che il futuro (e poi defunto) marito diventasse un assassino e fosse costretto a portare un peso troppo grande. Un episodio in cui gli eventi e i temi prendono una piega più dark, senza rinunciare al consueto balletto temporale e alla definizione di dinamiche sempre più delicate (come la crescita di Claire che a un certo punto diventa “quasi” donna, ponendo questioni etiche non da poco per il marito viaggiatore), ma come sempre gestite con polso ed eleganza.
Però ecco, l’invecchiamento femminile veniva meglio ai truccatori di This Is Us.

3.Shining Girls 1×08 – Cambio di proprietà
Forse non era difficile prevedere il finale di Shining Girls: Kirby riesce a sconfiggere il perfido Harper portandogli via la casa/macchina del tempo e usa di fatto i suoi stessi trucchi contro di lui. La relativa prevedibilità, però, non cancella il fatto che a quel finale si arriva con buon ritmo e grande precisione, con la morte e successivo (o precedente) salvataggio temporale di Ben, e con diversi momenti in cui la continua modifica della linea temporale accumula variazioni capaci di far girare piacevolmente la testa, senza per questo sentirsi completamente spaesati.
Si chiude poi con un primo piano di Elisabeth Moss perché dopo The Handmaid’s Tale credo ce l’abbia per contratto, o qualcosa del genere.

2.Hacks 2×08 – Un bel finale (di serie?)
Bellissimo finale di stagione (che potrebbe anche servire furbescamente da finale di serie qualora lo show non venisse rinnovato), che consegna a Deborah il successo del suo special comico, che permette ad Ava di spiccare il volo proprio grazie a Deborah che la licenzia per il suo bene, e che regala un momento di (segreta) gloria anche a Jimmy, che con prontezza un po’ inquietante tiene nascosta la morte di uno spettatore per evitare che lo spettacolo di Deborah venga interrotto in un momento in cui stava andando alla grande.
Una bella chiusura di cerchio che consente a tutti i personaggi di ritrovarsi in un bel posto, dopo un preciso percorso di crescita. Quasi quasi, in effetti, vorrei che finisse qui.

1.The Boys 3×01-02-03 – Mah, ce n’è per tutti
Magari la terza stagione di The Boys non sarà iniziata all’insegna di epocali svolte narrative (di fatto siamo tornati a preoccuparci solo ed esclusivamente della pericolosità di Homelander, con qualche sfumatura e possibilità nuove, ma sempre lì stiamo), ma certo è che quando si tratta di produrre serial moments non sono secondi a nessuno.
Che si tratti di un uomo esploso perché un sup capace di modificare le proprie dimensioni gli entra nell’uretra per poi starnutire; o di Butcher che acquisisce poteri temporanei (furbina sta cosa del siero ad azione limitata che permette ai buoni di smettere di essere solo umani, senza per questo trasformarli in sup definitivi); oppure ancora di The Deep che si mangia un polpo vivo di cui conosceva il nome di battesimo (anche se la scena è realizzata con la computer grafica, non ci sono più gli Oldboy di una volta), questi primi tre episodi non risparmiamo sorprese, squartamenti, nuovi arrivi (come Jensen Ackels nei panni di Soldier Boy), inaspettati ritorni (come quello di Stormfront, che però si suicida subito), e la consueta, divertente, rigorosa denuncia di tutto ciò che è la facciata scintillante e marcia degli Stati Uniti in quanto fabbrica di cultura pop estremizzata, reality fasulli, capitalismo sfrenato e viscida comunicazione politica.
Visto che devo sceglierne uno, allora dico il finale del terzo episodio, in cui Starlight è costretta a reggere il gioco di Homelander, baciandolo in favore di telecamera per simulare una relazione che, nel frattempo, le fa chiudere il pugnetto frustrato dietro la schiena, come quando da bambina era costretta alle gare da reginetta che le hanno rovinato l’infanzia.
Ne vedremo (di nuovo) delle belle.




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