3 Novembre 2011 9 commenti

La Versione di Tina – Dinamiche Dominanti, una sfiga che ci perseguita di Vale'n'Tina

Ma non

FATTO 1: Settimana scorsa sono andata a trovare due amici montatori in moviola; loro, al posto di lavorare, stavano guardandosi Mildred Pierce (“ohhhhhh siamo in pausa pranzo, chevvoi?”. Ed erano le quattro del pomeriggio…vabbè). Sono entrata in sala nel momento in cui Mildred (ATTENZIONE SPOILER!) ancora una volta cedeva, nella notte di capodanno, a Guy Pearce.
La cosa in sé, personalmente, non mi è molto chiara dato che non ho mai capito quale fascino potessero avere gli uomini con i baffi, e in particolare l’attore in oggetto non mi pare tutto sto fiorir d’uomo al quale non si può resistere.
E allora, com’è che l’avveduta Mildred, dall’alto di una fighezza che Kate Winslet raramente aveva sfoggiato prima, non riesce proprio a dirgli di no?

FATTO 2: domenica un’amica mi scrive su FB che assolutamente dovevo rivedere la puntata 14 della seconda serie di Sex and the City. Qualcuno, sostiene, DEVE parlare prima o poi delle così dette dinamiche dominanti delle relazioni. Ovvero (Carrie ipse dixit S2 E14): è vero che finiamo sempre col ripetere gli stessi schemi in amore?
Eh, non mi fate quelle facce lì, che questa è una di quelle domande esistenziali che tutti ci poniamo! Gli uomini si chiedono come mai le donne preferiscano sempre gli stronzi (e io invece sono tanto carino e le ho anche aperto la portiera della macchina, e lei mi lascia per un tossicomane che non fa un cazzo tutto il giorno, bestemmia e picchia i bambini); le donne si chiedono come mai a causa degli uomini finiscono a piangere sulla spalla della migliore amica causa ennesima relazione andata male.
In sostanza, perché Joey ci mette ottocentomila serie per capire che non deve stare con Dawson sfrangiandoci le palle a tutti? Stessa cosa, all’inverso, per Ross e Rachel ad esempio.

FATTO 3: ieri mattina, Festival del cinema di Roma. Avevo un paio d’ore buche tra una proiezione e l’altra e decido d’infilarmi in libreria. Depredo il settore chick lit poiché, penso dentro di me, è sempre bene tenere a mente la concorrenza. Sulla mia pila troneggia orgoglioso e tronfio un libro con un titolo inconcepibile tipo “il principe azzurro è un bastardo. Impara a riconoscere l’uomo giusto” o qualcosa di simile. il tempo di andare a cercare un posto in cui abbudinarmi e vedo altre TRE donne con in mano lo stesso libro, tutte concentrate nella lettura.
Brividi. Siamo messe male! Ma veramente!

 

DOMANDA: perché certe persone cadono sempre et costantemente nello stesso tipo di relazioni impossibili e nelle suddette compiono sempre et costantemente gli stessi errori?
DINAMICHE DOMINANTI, ecco la risposta.
In teoria, si dovrebbero scegliere compagni/e di vita positivi/e, che migliorino la nostra esistenza invece di trascinarla giù per lo scarico del WC. Invece no… tu, donna di questo moderno millennio, ignori consapevolmente la vocina che nella tua testa ti dice “è uno stronzo, fidati, gira al largo”.
Maddai, che dici… no, questa volta è diverso, son sicura! Gente tipo il Dottor Bollore questa, per intenderci. E Dottor Bollore non perdona.
E tu, con la tranquillità delle vacche al pascolo non sei disposta a riconoscere la dinamica dominante della tua vita sentimentale: non è che tutte le sfighe capitano a te, no cara, non c’entra il fato, il malocchio e nemmeno tua nonna che ti diceva che non dovevi darla via con tutta quella facilità che se uno ha il latte gratis mica se la compra la mucca.
No, tutto questo non c’entra.
Tu, oh donna (e anche oh uomo, vale la stessa regola), stai di proposito scegliendo un grandissimo bastardo al fine di poterti poi non impegnare seriamente. Sei tu, che te lo prendi sbagliato apposta con la precisione di un chirurgo.
Compris? Le donne che preferiscono gli stronzi, sono quelle che, per qualche motivo, sono paralizzate dall’idea di stare in una coppia felice e serena (checchè ne dicano).
Quindi, che fare?
Riconoscersi prede di questo meccanismo e cominciare a scegliere persone mentalmente sane.
Anche contro la propria volontà.



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