7 Febbraio 2023

Lockwood & Co. su Netflix – Adolescenti a caccia di fantasmi di Diego Castelli

Dai romanzi di Jonathan Stroud, tre teenager acchiappafantasmi in un fantasy che vuole raccontare l’adolescenza di oggi

Pilot

Essere adolescenti, in generale, significa essere dei grumi di ansia e possibilità, di spinta verso il futuro e di timidezza verso il presente, miscugli inestricabili di sogni e paure.
Essere adolescenti di questa prima parte di Ventunesimo Secolo, oltre alle cose già dette, significa anche avere sulle spalle una responsabilità non richiesta, un peso lasciato da generazioni di nonni e genitori che credevano di aver capito tutto, e che invece stanno lasciando alle nuove generazioni un mondo complicato, pericoloso, surriscaldato, impoverito.

E forse è questo, sotto la superficie ma neanche troppo, il senso più profondo di una storia che racconta di fantasmi, ma soprattutto di teenager chiamati a una missione inaspettata e gravosa, che gli adulti non possono portare a termine, ma sulla quale vogliono comunque avere diritto a pontificare.
Oggi stiamo su Netflix e parliamo di Lockwood & Co.

Creata da Joe Cornish a partire dai romanzi di Jonathan Stroud (il primo è datato 2013), Lockwood & Co. racconta di un presente alternativo in cui esiste un particolare Problema (lo chiamano proprio così, The Problem): a Londra e nel mondo intero c’è un’epidemia di fantasmi che attaccano le persone di notte e le uccidono con un semplice tocco.

Nel corso degli anni, si è scoperto che alcuni bambini hanno il dono di percepire, vedere e udire i fantasmi (dono che perdono poco dopo la maggiore età), e grazie a esso possono diventare agenti di particolari agenzie (gestite comunque da adulti) il cui compito è trovare ed eliminare i fantasmi, in particolare distruggendo l’oggetto chiamato Fonte che rappresenta il collegamento fra il mondo dei vivi e quello dei morti, che prendono il nome tecnico di “Visitatori”.

Lockwood & Co. si concentra sull’agenzia che dà titolo alla serie, che è l’unica agenzia di Londra a essere effettivamente gestita da teenager senza supervisione. Una sorta di piccola agenzia ribelle gestita da due soli ragazzi (Anthony Lockwood e George Karim, interpretati rispettivamente da Cameron Chapman e Ali Hadji-Heshmati), a cui si aggiunge la giovane Lucy Carlyle (Ruby Stokes), talentuosa sensitiva in cerca di riscatto da una madre odiosa che vorrebbe solo sfruttare le sue abilità per denaro.

Considerando che venivo pure da quella mezza ciofeca di Wolf Pack, sono stato felice di constatare che Lockwood & Co. è una buona serie.
Serie con e per ragazzi, naturalmente, come la saga letteraria da cui proviene, ma anche serie capace di mettere in scena un bel ritmo, una direzione artistica non banale, delle interpretazioni efficaci e un generico, benefico senso di urgenza: al netto di essere gradevole da “guardare”, Lockwood & Co. trasmette la sensazione che ci sia sempre qualcosa di urgente da fare, che sia un nuovo lavoro, la salvezza economica dell’agenzia, la vittoria contro fastidiosi rivali, il riscatto personale da un possibile futuro di umiliazione.

Il tutto unito a un buon senso dell’avventura e dell’azione: complice un universo fantasy che prevede l’uso di particolari bombe e spade da usare contro i fantasmi (e non solo i fantasmi, se necessario), Lockwood & Co. riesce a trovare un buon equilibrio fra le sue varie componenti, con il fantasy che si alterna al drama, che a sua volta lascia spazio a qualche bel combattimento e scene più mosse.
E già che ci siamo, ci spruzziamo anche un po’ di accennato romanticismo, che comunque non fa mai male (specie se non è inteso semplicemente come un’accozzaglia di bellocci ormonati che non vedono l’ora di snocciolare sguardi languidi).

Dal punto di vista strettamente narrativo, l’unica cosa a piacermi poco è stata una seconda parte di stagione in cui l’elemento più fantasy viene fin troppo affiancato, se non in parte soppiantato, da sfide e complotti puramente “umani”, che mi sono sembrati arrivare troppo presto.
Ma questi son proprio gusti.

Come accennato all’inizio, poi, Lockwood & Co. si porta anche dietro una metaforica (ma comunque esplicita) visione dell’adolescenza che sembra perfetta per i nostri tempi.

Come sempre accade in questo genere di storie, i teenager protagonisti di Lockwood & Co. si pongono come modelli aspirazionali verso cui gli spettatori possono rivolgere i loro sospiri ammirati e sogni di gloria, e la loro capacità di tenere testa agli adulti in ogni situazione aggiunge un ulteriore elemento di figaggine che però, appunto, è tipica di un po’ tutti i prodotti teen a sfondo action-fantasy.

Quello che Lockwood & Co. aggiunge a questa tradizione è effettivamente il senso di un mondo in cui gli adolescenti non possono scegliere se entrare in azione o no.
La classica chiamata dell’eroe, quel momento in cui il potenziale protagonista deve scegliere se entrare in gioco avendo anche la possibilità di rinunciare, qui c’è già stata: gli adolescenti sono chiamati all’azione no matter what, perché solo loro possono risolvere i problemi. Anzi, il Problema.

Ed è qui, in un’ambientazione in cui risuonano le difficoltà di un’epoca in cui agli adolescenti viene chiesto di far fronte a problemi di cui non hanno colpa, che la piccola e battagliera agenzia di Anthony Lockwood guadagna un’ulteriore strato di carisma: perché nel mondo della serie gli adolescenti sono gli unici ad avere la capacità di risolvere il Problema, ma sono comunque costretti a sottostare agli ordini di adulti che ormai i fantasmi neanche li vedono più.
Anthony, George e Lucy lavorano invece da soli, hanno i loro fantasmi (metaforici stavolta), le loro fragilità e paure, ma sembrano anche lanciare un grido di battaglia: visto che tanto voi non sapete risolvere nulla, almeno abbiate la decenza di lasciar fare a noi.

Io non ho letto i libri di Jonathan Stroud, che sono in tutto cinque, due dei quali sono già stati spesi per la prima stagione. Il materiale per proseguire dunque c’è, e non resta che vedere cosa succederà di questa serie, in un periodo in cui Netflix sembra avere sempre la mannaia pronta.
Se però non guardassimo agli ascolti, e ci limitassimo a valutare quali prodotti di Netflix hanno l’identità e il carisma per essere rinnovati, a prescindere dal loro genere e pubblico d’elezione, Lockwood & Co. dovrebbe avere le sue belle chance.

Perché seguire Lockwood & Co.: è un buon fantasy per ragazzi, con un appiglio non banale alla nostra contemporaneità.
Perché mollare Lockwood & Co.: se i teenager impegnati contri i mostri non sono per niente il vostro pane, nemmeno questa vi farà cambiare idea.



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