5 Settembre 2014 11 commenti

Intruders – E se avessimo trovato il nuovo Fringe? di Marco Villa

Intruders non avrà mezze misure: cagata immonda o serie tv entusiasmante

Copertina, Pilot

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Attenzione, ve lo dico, siamo di fronte a una serie che po’ esse piuma e po’ esse fero. Può essere qualcosa di totalmente inconsistente da non meritare nemmeno un po’ di attenzione oppure può essere direttamente la nuova Fringe, con tutto il bene e tutto il male che questo paragone comporta.

La serie tv in questione è Intruders, in onda dal 23 agosto su BBC America. Tratta dall’omonimo (quasi: The Intruders) romanzo di Michael Marshall Smith, è stata sviluppata da Glen Morgan, sceneggiatore del primo (e quindi praticamente di tutti gli altri) Final Destination. La trama? Ci provo: una antichissima società segreta conosce il segreto dell’immortalità, ottenibile trasmigrando anime e personalità di corpo in corpo. In sostanza: chi appartiene a questa società non muore, ma si trasferisce all’interno di un povero cristo, rimanendo dormiente per tot anni, finché non viene risvegliato. A quel punto il povero cristo in questione smette di esistere come essere senziente e il reincarnato entra in possesso del suo corpo. Una cagata grossa così? Eh, il dubbio c’è, anche perché la devo dire sincera: io della prima puntata non ho capito nulla. Ma proprio nulla. Un ammasso di cose su cose, con diecimila personaggi e nessun appiglio per lo spettatore.

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Si capisce che c’è un numero nove che ha delle forti implicazioni simboliche e misteriche, che c’è un tizio che gira l’America ammazzando a destra e a manca, preservando la società segreta di cui sopra e controllando tutti quelli che riescono a cogliere vaghi indizi e cercano di mettere insieme dei pezzi.

Avessi scritto questo pezzo al termine del pilot, sarebbe stata una stroncatura. Per fortuna, però, ho visto anche il secondo episodio, perché lì le cose iniziano a cambiare: l’ammucchiata senza logica del pilot diventa qualcosa di più sensato. La trama è tutto tranne che chiara, ma iniziano a delinearsi storie e personaggi. Il protagonista è un ex poliziotto (John Simm, volto di mille serie, tra cui Life on Mars, Doctor Who, Mad Dogs e The Village) a cui sparisce la moglie (Mira Sorvino), nel senso che subisce quella tiritera detta prima del reincarnato che si reincarna. Non è però lui il personaggio più interessante: il migliore è nettamente Madison, bambina di 9 anni con all’interno un reincarnato ecc ecc. È lei a dare le prime scosse di entusiasmo nel secondo episodio, dimostrando di essere un personaggio in grado di diventare importante e di potersi imporre sull’intera serie a forza di occhioni sgranati e sguardi pallati.

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All’inizio parlavo di Fringe. Ecco, la sensazione è quella di essere di fronte a una di quelle serie talmente piene da poter essere solo vaccate o mezzi capolavori. Il fatto che vada in onda su BBC America e sia quindi una produzione (almeno un po’) inglese dà una botta di ottimismo, ma è evidente che – vada come vada – Intruders sarà protagonista di una quantità innumerevole di salti dello squalo. Come dicevamo con Fringe: va bene così. Il primo episodio mi aveva deluso tantissimo, il secondo mi ha mezzo entusiasmato. Una serie così folle e sbilanciata merita di essere seguita.

Perché seguirla: perché può succedere di tutto, ma proprio di tutto

Perché mollarla: perché il pilot era pura confusione e il rischio di tornare da quelle parti ovviamente c’è



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