6 Novembre 2014 10 commenti

Detectorists – Una serie piccola così, ma curatissima di Marco Villa

Tra qualche anno saranno in pochi a ricordarsi di Detectorists, ma a quei pochi verranno gli occhi a cuore ogni volta che la sentiranno nominare

Brit, Copertina, Pilot

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Questa non è una serie piccola, questa è una serie minuscola. Una di quelle che sono basate sul nulla e raccontano cose già straviste e strasentite. Una di quelle a cui, però, rischi di finire per affezionarti sul serio, come se fosse una serie capolavoro in grado di portarti da un’altra parte.

Sto parlando di Detectorists, nuova serie tv di BBC, con una prima stagione di sei puntate andate in onda nel corso del mese di ottobre. Detectorists è creata, scritta, diretta e interpretata da Mackenzie Crook, ovvero lo sfigato di The Office, versione inglese, ma anche Orell – uno degli amichetti di Ygritte – in Game of Thrones. Detectorists è ambientata nella provincia inglese e racconta la storia di Andy e Lance, due amici con la passione per i metal detector, non nel senso dei controlli di sicurezza dell’aeroporto, ma nel senso di quelli che vengono usati per trovare metalli nel terreno. Non appena hanno un minuto libero, si mettono a girare i campi della zona con i loro affarini, nella speranza di trovare qualche antico tesoro sassone o – cosa assai più probabile – una lattina vintage da rivendere a qualche sterlina su Ebay. Andy lo fa perché il suo sogno è diventare archeologo e affrontare ricerche ben più importanti, Lance semplicemente perché è un nerd di dimensioni epocali.

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Questa differenza caratteriale si rispecchia anche nelle vite dei due personaggi: Andy è fidanzato ed è in grado di intrattenere delle normali relazioni interpersonali, mentre Lance – cornificato e poi mollato dalla ex moglie – è palesemente il più sfigato del paese. Il triangolo Andy-Lance-fidanzata di Andy (che odia Lance, ovvio) regge bene finché dal nulla non appare Sophie: molto giovane, molto carina e molto studentessa di storia con un inspiegabile interesse per l’utilizzo del metal detector. Andy non capisce più niente e si intuisce che tutto andrà un po’ a puttane.

Una storia normalissima, l’ho detto, ma come spesso accade a fare davvero la differenza sono stile e tono. Detectorists ha tutto della comedy, dalla durata agli interpreti, ma di fatto non ha nulla della comedy: c’è tanto surreale sparso a manciate, c’è un dialogo semplicemente geniale (Lance scambia il watermark di Google in Google Maps per un antico insediamento sassone), ma l’atmosfera di fondo è di grande malinconia. Sembra quasi di essere dentro a una canzone di Enzo Jannacci, in cui si parla di qualche personaggio povero e senza prospettive, a suo modo felice, ma con un’insoddisfazione di fondo che non riuscirà mai a cacciare via. O dentro una serie di Ricky Gervais, senza la parte più cattiva.

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Di Mackenzie Crook ho già detto, ma non si può ignorare il suo socio Toby Jones, attore pazzesco visto in decine di film e serie di ogni tipo, ma che ricordo con un’interpretazione incredibile in Infamous, uno dei due film dedicati ad A sangue freddo e Truman Capote usciti tra 2005 e 2006. Se il riferimento a Jannacci non vi ha aiutato a capire il tono di Detectorists, una foto di Toby Jones e Mackenzie Crook sarà più che sufficiente.

Una serie piccola così, che tra qualche anno ricorderemo in tre, ma che è talmente curata da meritare almeno una visione.

Perché guardarla: per gli attori e per il tono curatissimo

Perché mollarla: perché non diventerà mai la serie della vostra vita

Argomenti comedy, detectorists


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