27 Aprile 2017 5 commenti

13 Reasons Why: la (probabile) seconda stagione e il nuovo inquietante tormentone di Diego Castelli

Pisciare leggermente fuori dal vaso. Diciamo sul bordo.

13 reasons

Neanche il tempo di dire “La prima stagione di 13 Reasons Why va già bene così, la seconda non serve”, che taaaac, la seconda stagione diventa molto più che una possibilità.
L’indiscrezione, non ancora confermata da Netflix, arriva dall’autorevole The Hollywood Reporter, che sarebbe venuto a sapere di una writer’s room attiva già da qualche settimana per lavorare su un nuovo ciclo di episodi, nel tentativo, immagino io, di rispondere a una domanda semplicissima: che diavolo facciamo succedere?

Sì perché la prima stagione, che racconta del suicidio della sua protagonista, non si presterebbe immeditamente a un secondo giro, pur considerando alcuni fili rimasti in sospeso. D’altronde si chiama 13 Reasons Why, parla di una suicida che lascia messaggi agli amici ancora vivi, e se da una parte è difficile immaginare una nuova stagione che non comprenda quel meccanismo, dall’altra pensare di tirar fuori un altro suicida che si comporti allo stesso modo fa un po’ ridere.
Allo stesso tempo, è evidente che il successo di 13, successo soprattutto social e internettiano come piace a Netflix, renda difficile rinunciare al progetto come se niente fosse. Non ci resta che aspettare per vedere se da questa fantomatica writer’s room uscirà qualcosa di decente.

13 reasons

Nel frattempo, su 13 Reasons Why si può fare un’ulteriore nota di colore, e il colore sceglietelo voi.
Da qualche giorno, infatti, i social hanno visto la comparsa di un nuovo tormentoe abbastanza inquietante: un sacco di ragazzi, per descrivere una situazione di disagio o una persona che li ha fatti incazzare (fosse anche la prof che assegna troppi compiti), scrivono “welcome to your tape”, “benvenuto sulla tua cassetta”, con l’ovvio messaggio sotterraneo “ora mi suicido, ed è anche colpa tua”.
Si tratta di una burla, ovviamente, un modo un po’ macabro di fare ironia, ma pur sempre ironia. Solo che il tormentone l’ha usato anche la stessa Netflix, per commentare un promo di Hulu che mostrava tutti i contenuti presenti sulla piattaforma e non disponibili su Netflix.

 

Questa risposta di Netflix è parsa a molti, e onestamente pure a me, un pochino oltre. Perché se giri una serie sul suicidio, e la difendi (pure giustamente) da chi ti accusa di speculare un po’ troppo su un tema così serio, poi però non puoi metterti a fare battute del genere con questa leggerezza, ti dai un po’ la zappa sui piedi, e sembra davvero che tu voglia cavalcare qualunque viralità possibile e immaginabile, a prescindere dal contesto.
Niente che ci tenga svegli la notte, intendiamoci, però diciamo che è stato un mezzo scivolone, via…



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