4 Giugno 2018 13 commenti

Serial Moments 333 – Dal 27 maggio al 2 giugno 2018 di Diego Castelli

Anelli spaziali, episodi aggiuntivi e amicizie improbabili

ATTENZIONE! SPOILER LAIDI DI LUCIFER, TRUST, THE EXPANSE, THE HANDMAID’S TALE, WESTWORLD, KILLING EVE, THE AMERICANS

 

7.Lucifer 3×25-26 – Finale/non finale
Dopo le proteste per la cancellazione di Lucifer, Fox decide di “rimediare” mettendo a disposizione due episodi aggiuntivi, che erano già stati girati in previsione della prossima stagione. Il problema è che non si tratta del classico episodio conclusivo scritto e prodotto a seguito di una cancellazione mal digerita dal pubblico, bensì di due puntate sostanzialmente stand-alone, in cui si fa ben poco riferimento alle trame orizzontali della serie. Il risultato, naturalmente, è un po’ deludente, perché non ci mostra con precisione cosa è successo dopo che Chloe ha visto la vera natura di Lucifer. Anzi, non ce lo mostra proprio. Il che è un peccato perché in realtà la seconda delle due puntate aggiuntive è pure carina, e mette in scena un universo alternativo (pensato da Dio stesso, doppiato da Neil Gaiman) dove Lucifer e Chloe non si sono mai conosciuti e in cui il protagonista ha rischiato di farsi sua madre. Sarebbe stata una puntata gustosa in una stagione che però non ci sarà. E vedere due episodi così finisce col fare pure più male.
Quindi non è che fosse proprio un serial moment di quelli felici, ma ho pensato di segnalarlo lo stesso.

Lucifer-finale

6.Trust 1×10 – Google it
Del finale di Trust, come sempre elegante e fascinoso, si potrebbero citare diversi elementi: l’immagine di Getty come Re Mida, così attaccato al suo oro da finire per morirne (vedere sotto); le paradossali e beffarde conseguenze del pagamento del riscatto, che finiscono col finanziare il mercato della droga così odiata dal patriarca; l’ultima scena, zuccherosa ma sensata, in cui Chace torna dalla sua famiglia, unico che sembra essere riuscito a trovare un insegnamento edificante in mezzo ai casini dei Getty. Ma in realtà il serial moment più gustoso sta altrove, anche se riguarda sempre Chace: il cow boy interpretato da Brendan Fraser a un certo punto decide di parlare direttamente agli spettatori per commentare quanto visto dopo la liberazione di Paul, e prova a immaginare come sarebbero andate le cose se i Getty fossero riusciti a riunirsi dopo la tragedia, trovando un nuovo e salutare senso di comunità. Naturalmente è pia illusione e, per sottolinearlo, questo cicciotto bovaro degli anni Settanta ci dà un semplice suggerimento per conoscere com’è andata veramente la storia: “google it”. Che dire, genio!

Trust-getty

5.The Expanse 3×08 – I signori degli anelli
Faccio una confessione, anzi due. La prima è che avevo mollato The Expanse al momento della notizia della sua cancellazione, e che mi sono rimesso in pari all’annuncio della sua resurrezione per mano di Amazon. La seconda è che, dopo quasi tre stagioni piene, comincio a fare un po’ fatica. Ma non per mancanze sue, quanto per il fatto che The Expanse è una serie più politica che fantascientifica, e io dopo un po’ nei sotterfugi e negli intrighi di palazzo mi perdo, non è il mio argomento preferito. Detto ciò, son solo contento che abbia trovato una nuova casa, perché serie tv con stile e personalità così precisi meritano di rimanere vive fino a che non ci sarà più nulla di interessante da raccontare.
In queste settimane poi, di sugo ne hanno messo: anelli alieni che aprono portali per chissà dove; il ritorno di Miller (in una forma ancora indecidibile) che incasina la testa di Holden; poveri piloti sfigati che si dissolvono nel sangue; protagonisti che decidono di fare la stessa cosa dei piloti dissolti, sperando di sopravvivere (forse perché sanno di essere i protagonisti). Dell’ottavo episodio posso non aver capito tutto, posso pure essere sull’orlo di mollarla, sta serie, ma sul fatto che sappiano costruire episodi coi controcazzi non ci piove proprio.

The-Expanse-Miller

4.The Handmaid’s Tale 2×07 – Nomi
Nella puntata successiva all’attentato suicida che ha portato alla morte di svariati comandanti e ancelle, Handmaid’s Tale ci racconta di un faticoso ritorno alla normalità, di flashback che ricostruiscono la storia genitoriale di Moira, del ritorno dalla Colonia di Janine ed Emily riabilitate per un semplice motivo numerico: bisogna sostituire le ancelle che sono morte nell’attentato.
Il serial moment di puntata sta in questo intorno, quando June, appena riunitasi con le due vecchie amiche, fa partire un bisbigliante telefono senza fili con cui le ancelle trovatesi casualmente insieme per fare la spesa svelano l’un l’altra i loro veri nomi. È una scena di speranza, che in qualche modo contrasta con l’attentato in cui a morire erano state più ancelle che comandanti: riappropriandosi della propria identità semplicemente diffondendo il proprio nome, le ancelle trovano una serenità e un senso di comunione che la violenza dell’esplosione non era minimamente riuscita ad ottenere, anzi, aveva fatto aumentare i controlli e la paura. Come le tre moschettiere appena ritrovate useranno questo nuovo potere puramente mentale non è ancora dato sapere, ma per una volta la puntata si chiude su una nota effettivamente lieta.

The Handmaid's Tale

3.Westworld 2×06 – Pianisti
In queste ultime settimane Westworld ha sicuramente mostrato qualche problema di staticità. Quello che ci viene detto è che tutti i personaggi hanno una missione da compiere e un posto fisico dove andare, e tutti però ci sembrano un po’ fermi, quasi che girassero in tondo. Vediamo oggi come va con la puntata 7, altrimenti il Villa mi parte alla carica.
Al netto di questa difficoltà nell’imprimere un necessario scatto alla storia principale, però, anche il sesto episodio stagionale ci riempie di immagini significative, e di nuovi sviluppi nei temi cardine della serie. Interessante la scoperta che Dolores era meno passiva del previsto nel dialogo con Bernard, che seguiamo a spizzichi da inizio stagione. Bella la trasformazione di Teddy, diventato un cattivone dopo la riprogrammazione da parte di Dolores (che forse già se n’è pentita: però ragazza, chi è causa del suo mal…). Abbastanza terrificante la scena col padre di Dolores inchiodato alla poltrona per poter essere “interrogato”: immagino che il fastidio che ho provato di fronte alla sua sofferenza faccia di me una persona normale, pur sapendo che è un attore che interpreta un androide. Spiazzante anche il ritorno a casa di Maeve, che ritrova la figlia ma anche un’altra madre, incastrata nel suo stesso loop, a riprova del fatto che i loro sentimenti sono tanto veri quanto finti, così come la loro storia e i loro ricordi. Soprattutto, rivediamo Ford sul finale, quando Bernard entra nei server della Culla e ci trova proprio il vecchio amico, evidentemente (almeno credo) capace di uploadare la propria coscienza dentro i server del parco. Capace, cioè, di fare ciò che a William non riesce da tutta la vita.
Insomma, di roba ce n’è. Ho trovato un po’ meno forte tutta la parte nel mondo Shogun: ok i robot che decidono di rimanere nella terra dei loro padri (pur sapendo che anche questa tradizione è inventata e programmata), però tutta questa storia nel parco Shogun è sembrata alla fine un po’ posticcia, senza reali conseguenze.

Westworld-Ford

2.Killing Eve 1×08 – Amicizie
Del primo finale di stagione di Killing Eve abbiamo già parlato, quindi non dilunghiamoci. Sicuramente però citiamo quell’ultima scena, il balletto amical-violento con cui Eve e Villanelle sanciscono una volta per tutte la necessità del loro scontro, ma anche la paradossale inevitabilità della loro amicizia. Che adorabili mattachione!

Killing-Eve
1.The Americans 6×10 – Confronti
Chiariamolo subito: del finale di The Americans dovremo riparlare, quindi diamoci appuntamento in settimana. Nel frattempo, però, dobbiamo scegliere una scena da sparare al primo posto dei serial moments. Sicuramente le ultime andrebbero bene, con il ritorno in patria, l’addio muto di Paige, l’inizio di un’altra nuova vita, in un posto diventato forse estraneo. Però io ho apprezzato di più l’ultimo (anzi, l’unico) confronto con Stan. Minimale eppure commovente, il dialogo con cui l’agente dell’FBI accusa i Jennings per poi, con sua stessa sorpresa, lasciarli andare, è uno  squarcio di tenerezza e sincerità in una serie quasi sempre incastrata nella violenza e nella menzogna. Un momento di Verità con la v maiuscola, così potente da spiazzare tutti i presenti, e in cui i ruoli codificati dello show vengono ribaltati: Philip parla tantissimo e Stan si limita ad ascoltare, fino a un gesto tanto semplice quanto decisivo come quello di spostarsi per lasciar passare la macchina di quelli che, volente o nolente, sono suoi amici. Tanta roba, ma ne riparleremo.

The-Americans-Finale-Stan

13 commenti a Serial Moments 333 – Dal 27 maggio al 2 giugno 2018

  1. mellotron ha detto:

    Complice anche il caldo che non agevolava il sonno, ho passato una nottata a rimurginare sulla scena nel parcheggio in The Americans. Una serie magistrale, ingiustamente sottovalutata, che si conclude con uno dei finali più belli di sempre.

    • scanziani61 ha detto:

      in effetti mi avete incuriosito e, dopo non averne visto manco una puntata, ho visto il finale di serie. Non ci ho capito molto, ma molto bello anche per un totale ignorante. Mi ha un po’ riconciliato con le serie dopo la delusione ulteriore di ieri con WW. E con il dispiacere per la cancellazione di Imposters, un po’ tirata lì nelle ultime puntate, evidentemente perchè sapevano che non sarebbe proseguita. Peccato. Un po’ come DollHouse. Mi mancherà.

  2. Mantus ha detto:

    Il confronto con Stan è il vero finale. Le scene successive sembrano messe lì per creare una suspence che si concretizza nel nulla.

  3. Lorenzo ha detto:

    Bellissimo The Americans. Finale un po’ scontato, ma non poteva che concludersi in questo modo.

  4. LeChuck ha detto:

    La gita nel parco a tema giapponese serve a sottolineare ancora una volta, se ce ne fosse ancora bisogno, il dubbio se ciò che provano gli Host è reale oppure frutto della loro programmazione e quindi, forse, non reale.
    E, contemporaneamente, ad installarci il dubbio di quanto di ciò che proviamo sia reale e quanto frutto di una programmazione, nel nostro caso biologica, in un gioco degli specchi continuo tra Host, umani e noi spettatori stessi.

  5. Marconero ha detto:

    Questa stagione di Westworld mi ricorda un po’ la quinta stagione di Lost, dove i personaggi andavano in giro per l’isola, qui e lì, facendo sostanzialmente un…cavolo. Boh, non so, quest’anno un sottile soffio di noia mi accompagna nel mondo dei robot…

  6. jackson1966 ha detto:

    Westworld sta veramente segnando il passo e quoto tutto ciò che ha detto Castelli (specie sullo Shotgun World…mah)
    The Handmaid’s Tale si sta ripredendo ma noto alcuni buchi di sceneggiatura che si ampliano e non mi piace molto, nel senso che non è perchè la serie è “forte” da vedere devo dimenticarmi di ciò che mi dici:
    – Nick fa scappare June alla fine della prima stagione dicendole “stai tranquilla, fidati di me”, ma poi non sa neanche con chi, questa torna e Nick e lei fanno finta di niente.
    – tutto sto casino è iniziato perchè non nascevano più bimbi, ed ora si allevano fanciulle che dovranno fare bimbi? Tipo la moglie di Nick? E allora dove diavolo sarebbe stato il problema? E se c’era si deve essere risolto. Sennò come fanno a sapere che queste sono fertili?

    – Alle Colonie si perdono capelli, unghie e denti. Indice di contaminazione pesante da radiazioni che si sa per primo attacca gli ovuli e gli spermatozoi modificandone il DNA in maniera brutale. E questi che fanno? Decidono di farle tornare a fare altri figli….vedi figli post Chernobyl…o lì non è successo e quindi non sanno cosa stanno causando?
    Insomma okk Zia Lydia micidiale e fantastica, anche nel funerale è riuscita a far sentire le Ancelle una proprietà ma anche che loro le ama (?); Serena che è una che si prende interamente la responsabilità di ciò che pensa e fa, pagandone anche un bel prezzo (non condivido nulla sia chiaro), a differenza degli uomini che si nascondono dietro le sue gonne; recitazioni incredibili…ma la storia? Dove la stanno buttando? A random?

    • LSc ha detto:

      bravissimo.
      Cast e performance a parte, i punti della sceneggiatura che sollevi sono legittimi!

      • jackson1966 ha detto:

        Grazie mille. Ma, credi, mi dispiace un casino farlo. Era partita così bene…

  7. Shogun World fillerata per far contenti i fan, ma di fatto ha portato poco o nulla nello sviluppo della trama/personaggi, THT l’ho mollata (sono diventato di una severità inaudita con le serie tv, rischio seriamente di smettere di vivere), troppi giri a vuoto…

  8. Ayanami ha detto:

    Davvero era così scontato che Stan lasciasse andare i Jennings? Se ricordo bene non salvò Nina quando poteva farlo, almeno per me non era così scontato quindi.
    Complice forse il fatto che personalmente non reggo gli U2, questo finale mi ha emozionata zero. Non quanto speravo almeno. Si, bella puntata -ma è The Americans, non ci riescono a fare una puntata brutta. Il momento più bello per me è stato Stan che va a trovare quello yuppie di Henry: il ragazzo non dice nulla, per lui è solo l’ennesima delusione da parte dei genitori assenti.

    Bello l’accenno di Philip a Renée: che sia una spia o no, ormai Stan non si fiderà mai più della donna. Sarò banale e didascalica ma un chiarimento, un accenno, un qualcosa, lo avrei apprezzato.

    (Ah, povero Oleg eh).

  9. scanziani61 ha detto:

    Bah. Westworld sempre peggio fra deus ex machina, flash back, fast forward e buchi di sceneggiatura incredibili tipo
    SPOILER
    Angela che seduce il mercenario o Dolores che non elimina Maeve.
    FINE SPOILER
    Per dirne solo un paio. Mi sembra si privilegi il pulp al resto, ma, come sempre, mi sbaglierò. In fondo la III stagione di Mr.Robot è un gioiello. Perchè non sperare? Magari incrociamo uomini e androidi ed ottieniamo… Ford :)

  10. ll ha detto:

    Personalmente, al vertice della mia classifica questa settimana ci sono gli Inglesi, sia con Patrick Melrose che, senza colpi di scena, sa dare una speranza per il futuro, cosa che pensavo fosse impossibile, sia con A very English scandalo, con uno straordinario Hugh Grant (non pensavo che avrei mai detto queste parole).



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