31 Gennaio 2022

Serial Moments 512 – Dal 23 al 29 gennaio 2022 di Diego Castelli

Grandi ritorni, gorilla incazzati e tradimenti inaspettati

ATTENZIONE! SPOILER GALATTICI DI THE RIGHTEOUS GEMSTONES, PEACEMAKER, THIS IS US, EUPHORIA, THE BOOK OF BOBA FETT

The Righteous Gemstones 2×04 – Battesimo
The Righteous Gemstones è una serie costruita all’insegna del cringe, cioè delle gesta di personaggi così stupidi e inopportuni, da trasmetterci una precisa sensazione di imbarazzo (poi ognuno decida quanto quella sensazione, e fin dove, sia compatibile con il concetto di “intrattenimento”).
In questo episodio, il battesimo di BJ, che prova a entrare definitivamente nelle grazie nella religiosissima (e ricchissima) famiglia Gemstone, è una vera e propria fiera del cringe, fra cerimonie stucchevolmente sfarzose, abiti terrificanti, e una moglie che avrà quarant’anni e si comporta come una bambina di sette, specialmente con la famiglia di BJ che, rispetto a tutti gli altri, è composta da persone semi-normali.

Peacemaker 1×05 – Gorilla e motoseghe
Per quanto il finale con la scoperta, da parte di Adebayo, del fatto che Murn è in realtà uno dei cattivi, sia il momento narrativamente più importante dell’episodio, non si può non inserire la scena in cui Economos, dopo essere stato preso ripetutamente per il culo da Peacemaker a inizio puntata, si prende la sua rivincita ammazzando un super gorilla con una motosega.
Lo ridico perché sennò non si capisce bene: ammazza un super gorilla con una motosega, guadagnandosi il rispetto dei compagni.
Questa serie è così, sanguinosamente sbarazzina.

This Is Us 6×04 – Madri
Non è che ci sia un serial moment specificissimo in questo episodio di This Is Us, ma dobbiamo segnalare proprio l’intera puntata che, arrestando momentaneamente il classico rimpallo fra le linee temporali, si concentra su Jack e il momento della morte della madre, che gli permette di fare un bilancio della sua vita, delle amarezze vissute in gioventù, del rapporto travagliato (eufemismo) con il padre. Un episodio emozionante e delicato, con un Milo Ventimiglia che in pratica va in giro con un cartello con la scritta “posso avere una nomination agli Emmy, per piacere?”
L’unica cosa che mi stona dei flashback di quest’anno è che, causa crescita anagrafica dei piccoli attori, hanno dovuto recastare gli interpreti delle versioni giovanissime di Kate, Randall e Kevin: il motivo è più che legittimo, ma non posso fare a meno di sentirmi in una qualche dimensione parallela.

Euphoria 2×03 – Un tot di cose
Ancora un episodio denso di avvenimenti e scene madri. Potremmo citare i primi minuti in cui si racconta l’adolescenza di Cal, segnata da sentimenti omosessuali brutalmente troncati dalla gravidanza della fidanzatina del liceo. Ma se restiamo su Cal, non è male nemmeno la sequenza in cui l’uomo va da Fez a fare brutto sperando di recuperare il disco con le prove dei suoi stupri, salvo scoprire che Fez non ne sa niente e prendersi botte a profusione dal piccolo Ash, che sarà piccolo ma cazzarola se è spietato.
Non dimenticherei nemmeno la povera Cassie, coinvolta in una turbinosa relazione segreta con Nate, che sul finire di episodio viene mollata perché lo stesso Nate torna dalla ex (non oso immaginare quanto Cassie potrà andare giù di testa per questo fatto).
E infine impossibile non citare Rue, che prova a mettere in piedi un business di spaccio coi controfiocchi (facendosi aiutare da Laurie, interpretata dalla sempre stranissima e tenerissima Martha Kelly, che amiamo dai tempi di Baskets), e che finisce con il litigare con Ali, in una scena molto dolorosa per chi ricorda per particolare affetto il lungo dialogo fra i due nel primo dei due speciali pandemici, andato in onda a dicembre 2020. Può sembrare che quell’episodio non sia servito a nulla ma, per una serie come Euphoria, il continuo saliscendi fra la dipendenza e i tentativi di superarla non è solo un semplice trucco seriale per tirarla in lungo, ma una rappresentazione a suo modo realistica delle difficoltà affrontate da chi con la tossicodipendenza ci combatte davvero.

The Book of Boba Fett 1×05 – Mando, sei proprio tu?
Certo, tecnicamente potremmo dire che, dopo quattro puntate così così, il quinto episodio di The Book of Boba Fett è stato veramente bello. Se non fosse che il quinto episodio di The Book of Boba Fett è effettivamente… un nuovo episodio di The Mandalorian, in cui Fett nemmeno compare, e in cui l’unico vero collegamento con la serie a cui teoricamente appartiene è la comparsa di Fennec sul finale, quando la donna va da Mando per reclutarlo nel piccolo esercito che Boba sta organizzando su Tatooine.
Com’è, come non è, ritrovare il nostro mandaloriano in un anno in cui la sua serie pareva sospesa è stato molto emozionante, e la puntata è stata tutt’altro che un riempitivo: nei giorni e settimane subito successivi all’affidamento del piccolo Grogu a Luke Skywalker, vediamo Mando tornare alla sua normale attività di cacciatore di taglie, per poi finire nuovamente al cospetto dell’Armorer che, udite udite, lo caccia sostanzialmente dall’ordine mandaloriano (non credo si dica così, ma ci siamo capiti) per il fatto che si è tolto l’elmo volontariamente in un paio di occasioni.
(Poi magari un giorno parleremo dei problemi di igiene dei mandaloriani…).
In aggiunta a questo, tutta la scena in cui Mando, in compagnia di Peli Motto, rimette in sesto un vecchio caccia delle Repubblica per sostituire la Razor Crest, è un piccolo gioiello di montaggio e di nostalgia, perché ci riporta alle atmosfere delle corse degli sgusci di Episodio I e ai primi vagiti da jedi di Anakin, che quando era ancora un pischello prese possesso proprio di un caccia come quello per combattere i separatisti. Una scena capace di restituire in modo molto concreto, palpabile, il tempo passato all’interno della saga, dove gli oggetti “pre-impero” sono necessariamente oggetti vintage, nella memoria dei personaggi come, in fondo, anche nella nostra.
Un gran bell’episodio diretto da una regista, Bryce Dallas Howard, che ormai si sta garantendo un luminoso futuro da regista dopo una lunga carriera (non ancora conclusa) da attrice.



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