Serial Moments 521 – Dal 27 marzo al 2 aprile 2022 di Diego Castelli
Tate, tendini e pulsantoni
ATTENZIONE! SPOILER DISSOCIATI DI MR. MAYOR, SUPER PUMPED, ATLANTA, WINNING TIME, KILLING EVE, FROM, SEVERANCE
7.Mr. Mayor 2×03 – La Tata!
Come fai a non citare un cameo di Fran Drescher, cioè la mitica Tata, che in Mr Mayor fa una comparsa per interpretare un’attrice di pubblicità usata come esca per truffe online? Attrice, peraltro, che poi si scopre essere piacevolmente birichina e che chiude la puntata con una serie di utili istruzioni: se vi arriva una richiesta di invio password, probabilmente è una truffa, ma se vi arriva una richiesta di foto di genitali, allora probabilmente è lei.
6.Super Pumped 1×05 – Maschilismi
In questi anni quella sessismo sui luoghi di lavoro è una delle grandi issue della società, dell’industria e della politica contemporanee, e anche le serie tv ci hanno spesso focalizzato l’attenzione. Questa settimana vale la pena segnalare la vicenda di Susan Fowler in Super Pumped: il racconto del suo addio alla compagnia non serve tanto a costruire un momento emotivamente toccante, bensì un pezzo di informazione precisa e interessante. Prendendosi per un attimo tutta la scena, in modo da poter presentare la sua storia in prima persona, Susan spiega per filo e per segno i motivi che hanno portato lei e diverse colleghe donne ad abbandonare la compagnia, vittime di un ambiente machista che le tratta come oggetti, fastidi, impedimenti a una vita lavorativa serena (cioè smaccatamente e volgarmente maschile). Il tutto, però, senza un’ombra di lacrime dolciastre, perché tutto il racconto è fatto nei modi, nei ritmi e nelle parole del più classico racconto alla Wolf of Wall Street, con l’unica piccola differenza che qui la protagonista ci sta raccontando non l’inizio della sua avventura, bensì la fine, e il contrasto fra quel tipo di messa in scena così frizzante e l’esito così mesto, ci fa rimanere la questione molto più impressa.
5.Atlanta 3×03 – Sti bianchi…
Una delle forme più classiche con cui Atlanta manifesta la sua sottile comicità, è il confronto fra la vita pacata e concettualmente “silenziosa” di Earn, Paper Boi e Darius da una parte, e una certa frenesia pazzerella dei bianchi dell’altra. Che poi è il modo di ribaltare il tradizionale punto di vista hollywoodiano in cui i neri sono vistosi e caciaroni in confronti ai bianchi professionali e “normali”. In questo episodio si presenta la stessa dinamica, con l’aggiunta non da poco della satira sulla “white guilt”, il senso di colpa percepito da molti bianchi per il passato schiavista nei confronti di neri e altre minoranze. Nel contesto satirico di Atlanta, in cui i nostri finiscono in un lussuoso appartamento di un potenziale investitore, la white guilt si mostra nella sua sfumatura meno ragionevole e più egoriferita, con alcuni ricconi bianchi disposti a sovvenzionare artisti di dubbio valore solo perché neri, oppure pronti a combattere razzismi che non lo sono, e che non vengono percepiti come tale dalle presunte vittime. Quello che Donald Glover e i suoi ci raccontano, in pratica, è la capacità dei bianchi di rielaborare e introiettare al loro interno delle critiche che pure hanno accettato, ma che non si trasformano in vero ascolto dell’altro, ma solo in un cambiamento di disposizione che li tenga comunque al centro del discorso. Una riflessione profonda veicolata nel solito modo sottile e deliziosamente straniante.
4.Winning Time: The Rise of the Lakers Dynasty 1×04 – Finalmente basket!
Dopo tre puntate dedicate soprattutto all’elemento più aziendale e commerciale dell’acquisto dei Lakers da parte di Jerry Buss, con il quarto episodio si comincia a parlare davvero di basket. L’arrivo del coach Jack McKinney, che punta a rivoluzionare il modo in cui si gioca a pallacanestro in NBA, spinge la produzione dello show a trovare i modi migliori possibili per spiegare al pubblico alcune innovazioni che potrebbero non essere immediatamente comprensibili a chi non mastica tutti i giorni questo sport (tipo me). Il risultato è ottimo: fra cartoni animati, spiegazioni piene di ritmo, e la tensione creata da un metodo di allenamento che mette a dura prova la pazienza dei giocatori, questa quarta settimana di Winning Time ci mette proprio al centro del gioco, e ci ha trasmette quella gustosa sensazione di “ora ne vedremo delle belle”.
3.Killing Eve 4×06 – Tendini
In un episodio finalmente tenerone (più o meno), in cui si torna a giocare sulla chimica tutta malata fra Eve e Villanelle, il serial moment più vistoso è la morte di Hélène per mano della stessa Villanelle, che proprio la francese aveva deciso di far uccidere nell’episodio precedente. E la morte di Hélène è una morte “alla Killing Eve“, grottesca, disturbante e insieme comica, con i tendini della vittima tagliati da Villanelle (non senza una bella dose di gelosia per il modo in cui Hélène stava cercando di sedurre Eve), e la partecipazione molto goffa di Eve, che per buona parte della stagione ha cercato di fare la detective carismatica e cinica, ma che non potrà mai arrivare al livello di freddezza della sua amante/amica/nemica. Poi in realtà Eve ci prova pure, a fine episodio, uccidendo uno dei Twelve, ma in quel momento c’è Carolyn a ricordarci che è un gesto inconsulto e poco produttivo: morto un Twelve se ne fa un altro.
2.From 1×08 – Storiacce brutte
L’ottava puntata di From, come sempre un po’ alla Lost, si prende il tempo per raccontare il passato di Boyd, che finora abbiamo visto come sceriffo abile nel mantenere l’ordine, ma anche come uomo tormentato da molti fantasmi.
E che fantasmi, mi viene da dire. Veniamo infatti a sapere che Boyd era arrivato nella cittadina insieme a moglie e figlio (del figlio sapevamo, la moglie non si era mai vista), e a un certo punto la signora ha sbroccato forte, credendo di vivere in un sogno da cui solo la morte avrebbe potuto svegliarli. Eccola allora con in mano la pistola a fare strage di neo-concittadini, fino al momento in cui l’arma viene puntata contro il suo stesso figlio, col povero Boyd costretto a ucciderla per proteggere il ragazzo. Quindi insomma, stai per andare in pensione, i familiari ti hanno anche comprato una barca, ma due giorni dopo ti ritrovi nella necessità di sparare a tua moglie per evitare che lei spari a tuo figlio. Cioè, che razza di sfiga.
1.Severance 1×08 – Levette e pulsantoni
I cliffhanger, quelli fatti bene. Nella scorsa puntata i nostri avevano deciso di provare a risvegliarsi al di fuori della Lumon, con Dylan che avrebbe provato a manomettere il computer della sicurezza per intervenire sui chip che i protagonisti hanno nel cervello. In questa puntata, l’ultima prima del finale della prima stagione, si arriva al momento fatidico in cui Dylan si trova da solo di fronte alle macchine, obbligato a una complessa procedura che impone anche di tirare due leve significativamente distanti una dall’altra. Non c’è niente di particolarmente sofisticato in questo meccanismo di tensione, però bisogna pure saperlo mettere in scena nel modo giusto e al momento giusto, cosa che avviene. Il momento in cui Dylan abbassa l’ultima leva è il culmine di una scena ricca di suspense alla quale seguono i titoli di coda che ora ci lasceranno per una settimana a chiederci cosa sia successo (la procedura ha funzionato? I colleghi di Dylan si sono svegliati? Oppure qualcosa è andato storto? E si sono svegliati, come si fonderanno le due personalità del dentro e fuori Lumon?). Ma che ne sanno i binge watchers?
(Ah, e poi c’è il bacio fra Helly e Mark, che ovviamente ci fa fare piccoli applausini squittenti)