15 Luglio 2022

The Terminal List – Prime Video: una serie che si prende tremendamente sul serio di Marco Villa

Con The Terminal List, Chris Pratt perde il suo lato più ironico e diventa il volto di un dramma che si prende tremendamente sul serio

Pilot

La prima volta che ho visto Chris Pratt aveva una gamba rotta perché era caduto in una gigantesca buca dietro casa sua, a Pawnee, Indiana. Era il goffo e bonaccione Andy Dwyer, uno dei protagonisti di una serie che avrei poi amato tantissimo e che continua a mancarmi più del previsto. Sto parlando ovviamente di Parks and Recreation, che ha lanciato lo stesso Pratt, diventato nel corso degli anni un attore da super Blockbuster, a cominciare dalla saga di Jurassic Park e Guardiani della Galassia. Uno che ha interpretato ruoli d’azione, ma sempre con una certa ironia, come se non riuscisse del tutto a staccare da quel ruolo di buddy che aveva interpretato a inizio carriera. Fino a oggi, perché The Terminal List (Prime Video, dal 28 giugno) segna un cambiamento netto nella carriera di Pratt perché è una serie in cui l’ironia non è neanche lontanamente contemplata.

L’orizzonte è quello dell’esercito: Pratt interpreta il comandante Reece, marine di lunga esperienza, che guida una squadra in una missione all’apparenza semplice. Dovrebbero entrare in territorio nemico, prelevare dei soldati e riportarli in patria. La missione si rivela una trappola e termina nel modo più drammatico, con grandi perdite. Al ritorno a casa, un altro commilitone si uccide e Reece inizia a farsi qualche domanda: ma com’è che succedono tutte queste cose? Prima la trappolona, poi questo suicidio che lo convince poco, vuoi vedere che qui c’è tutto un gran complottone sotto?

Il dubbio diventa certezza quando lo stesso Reece è vittima di un agguato (si salva, ovvio) e tornato a casa scopre che moglie e figlia sono state uccise. Ora è solo: con lui resta un suo amico ex soldato (Taylor Kitsch) e una giornalista che vuole fare un’inchiesta sulla missione fallita (Constance Wu). 

The Terminal List potrebbe essere la classica storia dell’uomo solo che lotta contro il sistema, ma non è del tutto così. Reece viene creduto da alcuni capoccia e anche da un membro dell’NCIS, che indaga sull’uccisione della sua famiglia. Allo stesso tempo, però, il suo personaggio viene comunque presentato come l’eroe puro in un mondo governato da interessi poco chiari.

La serie si apre con una scena d’azione complessa e ben girata, così come è ottima la scena dell’agguato a Reece: da quel punto di vista, niente da dire, funziona tutto. Quello che funziona un po’ meno è il tema retorico alla base della serie, che è comunque un’esaltazione dello spirito militare e della disponibilità al sacrificio di chi fa parte dell’esercito, un messaggio piuttosto stucchevole.

A farsi notare, però, è soprattutto una voglia disperata di essere un dramma con la maiuscola, in cui tutto può diventare tragedia in un attimo e dove non c’è mai un secondo di respiro: non di leggerezza, semplicemente di respiro. Anche il ricordo di una giornata piovosa in famiglia viene spezzato da un corvo che va a sbattere contro una finestra, morendo.

Al di là della trama del complottone, The Terminal List è una serie che si prende tremendamente sul serio, in cui ogni scena vuole essere imprescindibile e ogni dialogo contenere perle di verità, in particolare quelli della coppia Pratt-Kitsch, i cui personaggi sembrano usciti da un immaginario anni ‘80 stile Top Gun.

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