15 Febbraio 2017 3 commenti

Girls – Sesta stagione: abituarsi alla fine di Marco Villa

Iniziamo a dirlo già adesso: Girls ci mancherà tantissimo

Copertina, Olimpo, On Air

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Uno dei luoghi comuni più abusati, al punto da avere fatto il giro e avere assunto connotazioni ironiche, è quello che dice che “il tempo vola quando ci si diverte”. Volendo declinare a livello seriale questa grande massima di saggezza, verrebbe da dire che una serie è veramente bella quando nemmeno ti accorgi di essere arrivato alla fine dell’episodio. Ovvietà sommata a ovvietà, lo so, ma è anche tutto vero, perché dopo aver visto il primo episodio della sesta e ultima stagione di Girls, solo nel corso di un rapido scambio con il Castelli ho scoperto che si trattava di una premiere doppia. Non i soliti venti minuti abbondanti, ma più di quaranta guardati senza rendersene minimamente conto. Anche perché con Girls siamo ben oltre il semplice “bello”: lo diciamo da anni e siamo ne sempre più convinti.

Come detto, quella iniziata il 12 febbraio è l’ultima stagione di Girls. Girata a cavallo tra estate e autunno del 2016, è stata accompagnata da foto e video sui social in cui Lena Dunham e le altre protagoniste della serie si lasciavano andare a pianti, faccette malinconiche e tutto un coté emozionale che andava a testimoniare quanto Girls sia stata importante per la loro formazione e per la loro carriera.

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La sesta stagione inizia con Hannah che torna alle origini: la scrittura. Dopo l’abbandono di quel sogno e peregrinazioni varie, finalmente arriva la legittimazione del suo lavoro, che consiste nella pubblicazione di un racconto sul New York Times. È fatta: non è più un’aspirante, ma è una scrittrice, visto che l’ha decretato il quotidiano più importante del mondo. Da lì la sua prospettiva di vita e carriera cambia e infatti viene subito contattata da una redattrice (Chelsea Peretti, la mitica Gina Linetti di Brooklyn Nine-Nine) di un magazine stile Vice che vuole mandarla a fare un’esperienza per gente ricca e sciallata per poterne scrivere male.

È l’ennesimo caso in cui Hannah viene tolta dalla sua zona di sicurezza e mandata allo sbaraglio in un mondo che non è il suo. In questo caso, i presupposti sono positivi: dal punto di vista lavorativo tutto viaggia bene, adesso tocca alla vita personale. Come abbiamo imparato da La La Land (e dalla VITA), però, non è così facile conciliare questi due aspetti e Hannah lo capisce sulla propria pelle. Convinta che ormai tutto le andrà bene nella vita, si scontra con un tizio (Riz Ahmed di The Night Of) con cui c’è della chimica evidente, ma che ha un’altra storia che non vuole assolutamente troncare.

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Ho parlato molto di Hannah, perché di fatto la premiere extralarge è dedicata quasi esclusivamente a lei. Ok, vediamo che Marnie è come sempre sospesa, che Jessa e Adam sono sempre più borderline, che Shosh è determinata e dura, ma non ha ancora uno scopo.

La sensazione è che ci aspetti una stagione di su e giù emotivi e che avremo spesso la lacrimuccia all’angolo dell’occhio. Lo scrivo per la millesima volta: Girls è una serie enorme, tra le più importanti di questi anni, una serie che passerà alla storia. Abituarci alla fine sarà difficilissimo.



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