7 Settembre 2017 9 commenti

Strike – La serie crime tratta dai romanzi di J. K. Rowling di Marco Villa

Strike è un crime classico che si presenta come una serie di alto livello, che difficilmente deluderà lo spettatore.

Brit, Copertina, Pilot

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Se dici “investigatore privato”, la prima cosa che ti viene in mente è Sherlock Holmes, ma lui è un caso a parte. Poi ti sforzi e arrivi subito a una figura generica, senza nome, ma con caratteristiche ben definite: alcolista o quasi, povero o quasi, con un talento di gran lunga superiore rispetto ai poliziotti, ma anche con un’altrettanto sviluppata allergia nei confronti della divisa. Una descrizione che potreste applicare a un’infinità di personaggi incontrati negli anni tra carta e schermo e che è perfetta anche per Cormoran Strike, il detective nato nei libri di Robert Galbraith, che non è altro che lo pseudonimo di J.K. Rowling.

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Strike è anche il titolo di questa nuova serie di BBC, in onda sul primo canale dal 27 agosto. Come detto, il nome si deve al suo personaggio principale, un detective sull’orlo della bancarotta e dell’alcolismo. La sua non è stata una vita leggerissima: figlio di una rockstar e quindi potenzialmente ricchissimo, si stacca dal padre dopo la morte della mamma, iniziando un percorso di autodistruzione che lo porta fino in Afghanistan, dove dona una gamba all’esercito di sua maestà. Congedato, torna a Londra dove prova a fare un lavoro che, ai nostri tempi, significa soprattutto pedinamenti per provare o smentire ipotesi di infedeltà.

Tutto cambia quando un amico di infanzia gli chiede di indagare sulla morte della sorella, la modella più richiesta del momento, volata dal terzo piano di un palazzo. Per la polizia è suicidio, per il fratello no e Strike si ritrova a indagare nei misteri della famiglia e del mondo della moda, affiancato da una ragazza che gli fa da assistente (Robin, interpretata da Holliday Grainger). È questa la trama de Il nido del cuculo, primo romanzo dedicato a Strike e prima stagione della serie tv.

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Strike è interpretato da Tom Burke (già Philip Carvel in Utopia), che incarna bene il ruolo del tormentato, senza portarlo all’eccesso. È questa, del resto, la cifra principale di Strike, una serie che si presenta come estremamente classica nell’impianto, senza però indulgere mai negli stereotipi del genere. L’indagine dell’investigatore proseguirà a botte di intuito e deduzione e tra una litigata e l’altra con la fidanzata, crescerà anche l’intesa con l’assistente Robin. Tutto già scritto? Abbastanza, ma è questo il bello delle narrazioni di genere fatte bene: farti sentire a casa a livello di struttura, per poterti poi stupire ancora di più con i colpo di scena della trama. Strike, insomma, è quel crime classico che si presenta come una serie di alto livello, che difficilmente deluderà lo spettatore.

Perché seguire Strike: per la sua buona qualità di scrittura e perché non scade nello stereotipo

Perché mollare Strike: perché è un classicone che difficilmente porterà novità al genere crime

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