16 Ottobre 2018 10 commenti

Anteprima Chilling Adventures of Sabrina – Un ritorno mica male di Diego Castelli

Abbiamo visto il pilot della prossima serie stregonesca di Netflix, e non ha deluso

Copertina, Pilot

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Lo scorso week end abbiamo bazzicato spesso il Fest – Festival delle serie tv di Milano, e nella serata finale c’è stata la chicca, la proiezione del pilot di Chilling Adventures of Sabrina, con tanto di parrucche bionde regalate e fatte indossare al pubblico (chi le ha viste sulle mie pagine social ne ha goduto malignamente, per tutti gli altri, diciamo che non pubblico foto qui perché mi vergogno).

Come ormai saprete, la serie è basata sull’omonimo fumetto di Archie Comics, ed è una rivisitazione più dark e horror del personaggio di Sabrina Spellman, giovane streghetta tutto pepe che era nata anch’essa sui fumetti Archie Comics negli anni Sessanta, per poi approdare in tv nella sitcom con Melissa Joan Hart. Al Fest ho notato che tutti le sa ricordano con un certo affetto, almeno fino a quando non vanno a rivedere su youtube quanto era brutto il gatto parlante Salem, un pupazzotto degno della Gardaland di trent’anni fa.
La nuova serie, che doveva andare su CW e che invece è finita su Netflix (con probabilmente diversi vantaggi in termini di libertà creativa e maturità della messa in scena), è stata creata da Roberto Aguirre-Sacasa, creatore di Riverdale di cui Sabrina è formalmente uno spinoff. Dico formalmente perché non ci sono personaggi in comune, e nemmeno crossover all’orizzonte, ma uno stile di racconto e soprattutto visivo che effettivamente fa sembrare le due serie ambientate nello stesso universo (metteteci insieme anche un po’ di esigenze di marketing e siete a posto).

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Ammetto di non aver letto i fumetti, ma i primi trailer di Chilling Adventures of Sabrina mi avevano colpito favorevolmente, ci vedevo il tono giusto e un approccio potenzialmente vincente.
E ragazzi, il primo episodio mi ha proprio convinto. La storia, che dovrebbe svilupparsi su due stagioni e poi basta (almeno in teoria), è abbastanza semplice, e richiama strutture narrative familiari: Sabrina è mezza strega e mezza umana (suo padre era uno stregone molto potente e importante che se la faceva con una donna mortale) e per questo è stiracchiata fra due mondi: da una parte il mondo umano in cui ha trovato amicizia e amore (per il simpatico e tenerone Harvey), dall’altra il mondo della magia che guarda agli umani con sufficienza e pretende che Sabrina se ne stacchi in occasione del suo sedicesimo compleanno.
Sono temi abbastanza classici per le storie che parlano di adolescenti magici, in cui il mondo fantastico è sì attraente, ma anche moltiplicatore di tensioni e paure tutte giovanili, non ultima quella di lottare per trovare (o scavare) un proprio posto nel mondo, che trasmetta un senso di completezza ed equilibrio. Un’idea di futuro insomma, che a Sabrina (come a molti adolescenti non-magici alla visione) al momento è preclusa.
In questo contesto tornano alcuni personaggi che già conoscevamo, come le zie-mentori Hilda e Zelda (interpretate da Lucy Davis e Miranda Otto) e lo stesso gatto Salem, incarnazione di un famiglio che nel pilot non parla, per lo meno quando è in forma felina, cosa di cui al momento ringraziamo il Signore Oscuro.

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A cambiare radicalmente, come detto, sono tono e ambientazione. Questa nuova Sabrina vive in una cittadina di provincia in cui i riferimenti temporali e culturali sono tutti mescolati: i ragazzi sembrano adolescenti di oggi ma vanno al cinema a vedere horror in bianco e nero; Sabrina snocciola analisi sugli zombie che appartengono alla contemporaneità,  e lo fa in mezzo a strade piene d’auto d’epoca, e via dicendo. Siamo insomma in un contesto dalla datazione indecidibile, un universo da sogno (anzi, da incantesimo) dove è sempre Halloween e dove la presenza di qualche strega è tutt’altro che assurda.

In questa cornice ben diretta e ben fotografata, che stupisce per la brillantezza di piccole ma efficaci soluzioni visive, si incastra un tono che mescola l’inquietudine dell’horror, con sagome buie ad attendere nell’ombra e improvvisi inseguimenti da parte di creature demoniache, alla commedia in cui una ragazzina neanche sedicenne vive il mondo della magia come io e voi abbiamo vissuto qualunque liceo: si parla dell’affiliazione con Lucifero come se si parlasse di entrare in un fan club di Taylor Swift, si affrontano le maledizioni come se fossero graffi sulla portiera della macchina, e si percepisce un senso di “quotidianità” che solitamente manca in serie così spostate sul thriller-horror. E non vale nemmeno citare Coven, perché American Horror Story si porta dietro una componente glamour e molto autoreferenziale che per ora Sabrina non ha, presa com’è a raccontare la normalità di un’adolescenza pacatamente ribelle, in cui la protagonista non è una scavezzacollo, ma nemmeno accetta che le si mettano i piedi in testa come se niente fosse.

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Forse il maggior pregio di Chilling Adventures of Sabrina è quello di fondere generi diversi (teen drama e horror in primo luogo) in una sintesi che non solo è ricca di dettagli e sfumature, ma ne promette anche molte di più, come se il pilot fosse in grado di aprirci le porte di un universo a cui forse non davamo molto credito, e invece è parecchio più stratificato e interessante del previsto.
Se invece dovessi trovare un difetto, con mia stessa sorpresa forse dovrei citare la protagonista, Kiernan Shipka, che la maggior parte del pubblico seriale ricorda come figlia di Don Draper in Mad Men. La Shipka è perfetta per la parte del punto di vista fisico, ha proprio la faccia giusta, ma per tutto il pilot ho avuto l’impressione che una certa staticità – ideale ai tempi di Sally Draper – sia non tanto una scelta recitativa quanto la cifra generale dell’attrice, che in questa oretta di primo episodio mi è parsa un tantinello monoespressiva. Però magari è un’impressione, e di certo Sabrina avrà molte occasioni di provare emozioni forti.
In attesa di vedere gli altri episodi, comunque, approvata!

Perché seguire Chilling Adventures of Sabrina: l’unione di generi, stili ed epoche diverse crea un mischione sorprendentemente coerente che intriga, spaventa e diverte.
Perché mollare Chilling Adventures of Sabrina: i fan duri e puri dei singoli generi potrebbero anche stranirsi di fronte alla mescolanza così spinta.

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