28 Febbraio 2020

Avenue 5 – La nuova serie di Armando Iannucci con Hugh Laurie di Marco Villa

Hugh Laurie è il comandante della Avenue 5, un’astronave da crociera alla deriva: praticamente Veep, ma nello spazio

Pilot

Se dovessimo riassumere in pochissime parole il concept del lavoro di Armando Iannucci, potremmo dire che le sue serie e i suoi film parlano di gente particolarmente idiota che ricopre posti di potere particolarmente rilevanti. A partire da quel capolavoro di cinismo che è The Thick Of It, arrivando fino a Veep, ma passando anche per Death of Stalin (distribuito in Italia come Morto Stalin se ne fa un altro), il taglio è chiaro e Avenue 5 non solo non fa eccezione, ma porta questo discorso a un livello ulteriore.

In onda dal 19 gennaio su HBO, è ambientata a bordo della Avenue 5 una gigantesca astronave da crociera che porta 5000 persone in giro per lo spazio. Siamo ovviamente nel futuro, ma è l’unico elemento di fantascienza che si può cogliere, perché tutte le dinamiche non c’entrano nulla con l’ambientazione. Sulla Avenue 5 tutto è governato dai computer, con giusto un paio di tecnici ad assicurarsi che le cose vadano lisce. Ovviamente le cose non vanno lisce e per un piccolo incidente la nave esce dalla propria orbita, con il risultato che la crociera rischia di allungarsi di oltre tre anni, con conseguenti malumori a bordo.

La serie è tutta basata sullo scontro tra i responsabili del viaggio e i passeggeri, in un crescendo di inadeguatezza che è il dna delle serie di Iannucci. Faccio qualche esempio. Al comando dell’astronave c’è il capitano Clark, interpretato da Hugh Laurie. Portamento, carisma e voce stentorea: tutto al posto giusto, peccato che non sia un vero comandante, ma un attore assunto per impersonarlo. Gli mancano quindi le basi per poter governare la faccenda, così come a Herman Judd (Josh Gad), il proprietario della nave che si trova pure lui a bordo, difettano capacità di gestione e – in fin dei conti – intelligenza. Intorno a loro si muovono assistenti, tecnici e comprimari che a tratti riescono ad aiutare e a tratti non fanno altro che peggiorare la situazione.

Tutto quello che succede a bordo della Avenue 5 ha una venatura grottesca, così come accadeva nelle stanze del potere di Veep: non c’è una dorsale “seria” su cui vengono inserite deviazioni ironiche, perché è tutto un continuo accumulo di situazioni paradossali e quasi non-sense. Per dire: quando i corpi di alcuni passeggeri vengono abbandonati nello spazio, questi iniziano a girare in orbita intorno alla nave e così, ogni tanto, dalle finestre si scorgono le bare che galleggiano nel vuoto come se niente fosse.

Se tutto è in linea con ciò che abbiamo già visto di Iannucci e con ciò che ci immaginavamo, vale comunque la pena sottolineare il vero cambiamento: per una volta, l’ambientazione è di fantasia e non è più legata alla politica e a un corso degli eventi che richiedeva una minima dose di verosimiglianza. Qui vale tutto: Avenue 5 è un parco giochi a disposizione del cinismo di Armando Iannucci e non possiamo che esserne contenti. Giusto una piccola avvertenza: il primo episodio non parte a mille, ma già dal secondo si ride parecchio

Perché guardare Avenue 5: perché vogliamo tanto bene ad Armando Iannucci

Perché mollare Avenue 5: perché mancano quei riferimenti politici stile Veep

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