3 Settembre 2010

Tell Me You Love Me: Brothers & Sisters senza famiglia e con tanto sesso di Marco Villa

Giusto per capirsi. Se fosse stata girata in Italia, le protagoniste sarebbero state Margherita Buy, Laura Morante e Vittoria Puccini. Avrebbero sospirato tantissimo per via di grossi problemi con i loro rispettivi partner Pierfrancesco Favino, Luca Zingaretti e Luca Argentero. Probabilmente ci sarebbe stato anche un cameo di Sergio Rubini, nella parte del collega d’ufficio strambo ma tanto tanto caro. Il titolo sarebbe stato qualcosa tipo Cuori in crisi o Vite in crasi e la regia sarebbe stata affidata a Ferzan Ozpetek, noto anche come l’Odino del Walhalla dell’inutilità cinematografica nostrana.

Per fortuna, in questo caso al posto di Cattleya c’è la HBO e il titolo è Tell Me You Love Me.
Si tratta di una serie del 2007, composta da dieci episodi che raccontano le vicende di tre coppie in crisi. Una che non fa sesso da un anno, una alla disperata ricerca di un figlio, una appena disintegratasi.

Il cast è pieno di volti noti. Si parte da Sonya Walger (Lost, Flash Forward) per arrivare a Tim DeKay (White Collar) e Ian Somerhalder (Lost, The Vampire Diaries).
Essendo una serie HBO, le scelte di scrittura e messa in scena sono poco convenzionali.
Eliminata ogni chiusura verticale degli episodi, preparatevi ad assistere a un’unica puntata lunga 500 minuti in cui il concetto di “colpo di scena” è del tutto bandito.
Tutto scorre infatti lentamente e con rari scossoni. Un elemento fondante per l’identità della serie, che vuole creare un andamento e un clima realistici – o quantomeno verosimili. Anche per questo si ricorre spesso alla camera a spalla e si rinuncia alla colonna sonora, fatte salve le ultime sequenze di ogni episodio.
Questa generale fuga dalla spettacolarità viene bilanciata da frequenti ed esplicite scene di sesso, che finiscono per essere una vera e propria punteggiatura della serie. Da sottolineare le scene di sesso tra la terapista e suo marito, due settantenni che limonano a piè sospinto e senza remore.
Insomma, forse non un titolo esplosivo o sconvolgente, ma senz’altro qualcosa di diverso e coraggioso.
Un po’ come Rossella con Gabriella Pession.

I commenti sono chiusi.


CORRELATI