29 Marzo 2011 15 commenti

Serial Missing – I telefilm che non ho visto di Diego Castelli

Perché non si può seguire tutto…

Noi siamo quelli esperti. Diciamo di esserlo. Crediamo di esserlo. Gestiamo un blog, scriviamo di serie tv, facciamo citazioni, creiamo antologie.
Eppure la roba da guardare era, è, e rimarrà tanta. Troppa.
Risultato: io, Diego Castelli, una vita per i telefilm, ho visto solo una minima frazione di tutto ciò che esiste.
E’ per questo che, in uno slancio di inutile sincerità, vi elenco un buon numero di serie che mi mancano. Che non vuol dire “totale ignoranza”. Ma sono comunque prodotti di cui ho visto pochi, saltuari episodi. Serie di cui mai vi potrò scrivere a lungo, con cognizione di causa.
Per ogni telefilm inserirò la motivazione che mi ha portato a non seguirlo.
E’ un post ruvido, cattivo, a tratti rancoroso, pieno di pregiudizi. Ho tralasciato molti altri titoli, perché meno importanti, o perché non li ricordavo, o ancora perché ne ho visti due episodi e “voglio” vederne altri, anche se poi non accadrà, lo sapete voi e lo so io.

E ne ho omessi un paio di cui, invece, mi vergogno profondamente. Non li saprete mai.

Non ho visto Alias, perché sono stato coglione. Ma ero giovane, non avevo mezzi tecnici pari a quelli odierni, e seguivo poco le serie di Raidue. Mea culpa.

Non vedo Parenthood perché mi sembrava un secondo Brothers & Sisters, e ne avevo già uno. Poi ho mollato anche quello, ma questa è un’altra storia (già raccontata).

Non vedo Weeds, e non so perché. E’ vero che non fumo, ma non credo sia condizione necessaria.

Non vedo The Good Wife perché preferivo la Margulies infermiera, e perché mi dà fastidio vedere che non molla il marito stronzo (poi magari l’ha anche mollato, ma non seguendo…)

Non ho visto Bionic Woman, perché dopo 20 minuti era fin troppo evidentemente una cagata.

Non vedo Body of Proof, perché il Villa ne ha parlato male, e io del Villa mi fido.

Non vedo alcun esponente del franchise di CSI. L’investigativo non è il mio genere, salvo poche eccezioni: poca trama orizzontale; troppa rapidità nella soluzione dei casi; gradevole piacevolezza del singolo episodio che mi può capitare a tiro, ma poca voglia di stare ad aspettare quello successivo (proprio perché ho pochissimi ganci tra uno e l’altro).

Non ho visto una Una mamma per amica perché Lorelai l’avrei presa a sprangate sulle gengive ogni volta che appariva sullo schermo. E poi perché c’è un limite ai drama che uno può guardare, e avevo Dawson’s Creek che mi dava tutto ciò di cui avevo bisogno.

Non vedo Castle, un po’ per i motivi di CSI, e un po’ perché ha cominciato a decollare sul serio dalla metà della prima stagione (almeno così mi dicono), e avevo già mollato. Devo dargli un’altra possibilità.

Non vedo Cold Case, Senza Traccia, NCIS, perché mi annoiano e non capisco come faccia la gente a guardarli.

Non vedo (più) Criminal Minds, perché era un po’ più brillante degli altri, ma alla fine mi annoiava anche lui.

Non ho visto Will & Grace perché ancora non scaricavo, e lo mandavano a orari non sempre accessibili. Ho apprezzato quel che ho potuto apprezzare, ma senza mai diventare addicted.

Non vedo Raising the Bar, perché Mark Paul Gosselaar è Zack Morris di Bayside School, e gradirei che rimanesse tale.

Non vedo Due Uomini e Mezzo perché non sapevo chi era Chuck Lorre, non sapevo che era un genio, e quindi non sapevo che non mi sarei dovuto lasciar scappare alcuna sua creatura. Ormai è troppo tardi, dannazione…

Non ho visto Deadwood perché l’atmosfera western mi piaceva, i prodotti di HBO mi entusiasmavano e continuano ad andarmi a genio, e trovavo più che necessaria una serie sul vecchio west che fosse cruda ed esplicita. E nonostante questo, a metà del secondo episodio praticamente dormivo.

Non vedo Ghost Whisperer perché al primo episodio Melissa piange commossa per un fantasma triste, e va bene; nel secondo piange commossa per un fantasma arrabbiato, e va bene; nel terzo piange commossa per un fantasma troppo giovane, e va ancora bene. Però dopo un po’ basta.

Non vedo Medium perché è più meno come Ghost Whisperer, con la differenza che Patricia Arquette sembra un cilindro con le extension.

Non ho visto J.A.G. – Avvocati in divisa perché lo vedeva della gente che mi stava sul culo.

Non ho visto Le sorelle McLeod perché ho sempre pensato che fosse una cosa lesbo, e non voglio rovinare questo sogno.

Non vedo Private Practice perché lo trovavo (se possibile) più soapposo di Grey’s Anatomy, ma allo stesso tempo meno interessante. Detto che Grey’s ogni tanto ha dei cali vertiginosi.

Non vedo Supernatural perché ho mancato un po’ di puntate all’inizio, e alla fine l’ho perso per strada. Come quando tieni per mano il povero pirla caduto oltre il burrone, ma non c’è verso che tu abbia la forza di tirarlo su solo a forza di braccia.

Non vedo Big Love perché il concept mi piaceva, ma alla fine lo trovavo più noioso di quanto fosse lecito aspettarsi. Forse mi aspettavo scene di sesso di gruppo, non disquisizioni filosofiche sulla poligamia.

Non ho visto The Wire per puro caso, e solo di recente, parlando col Villa e leggendo i commenti sul nostro stesso blog, mi sono reso conto della minchiata che ho fatto.

Non ho visto Sex & The City perché ho il pisello, e mi avevano detto che non si poteva guardare se avevi il pisello. Poi ho visto qualche episodio più di recente e ne ho compreso le grosse qualità. Ma ormai non ho voglia di recuperarlo tutto (e comunque il problema-pisello persiste). Colpa vostra. Bastardi.



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