12 Dicembre 2018 7 commenti

Nightflyers – La serie tratta da George Martin di cui tutti parlano male, e non so perché di Diego Castelli

Nightflyers è un sci-fi-horror di buona fattura, che non è Game of Thrones, ma neanche Shadowhunters…

Copertina, Pilot

Nightflyers (4)

George R. R. Martin, che tutti conoscono come il creatore letterario di Game of Thrones, scriveva professionalmente da un quarto di secolo prima che venisse pubblicata la prima storia contenente Jon Snow, gli Stark, i Baratheon, i Lannister ecc ecc. Diversi suoi lavori di quegli anni, di matrice fantascientifica e horror, rientravano all’interno di un unico universo narrativo, chiamato Thousand Wolrds, che era così denso, preciso ed evocativo, che alcuni fan successivi hanno addirittura cercato di dimostrare che Westeros non sarebbe altro che un continente su uno dei “mille pianeti” di cui sopra. Teoria smentita dallo stesso Martin, ma che dà il senso del peso di un lavoro pluridecennale che, oscurato dal successo di Game of Thrones, molti non conoscono o hanno dimenticato.

All’interno di quell’universo fantascientifico c’è anche Nightflyers, una novella scritta all’inizio degli anni Ottanta, che Martin produsse in risposta alle parole di un critico letterario che si azzardò a dire che fantascienza e horror non potevano essere uniti con successo. Siccome Martin dev’essere una graziosa pigna in culo, ha ben pensato di smentire il tronfio espertone scrivendo proprio un racconto sci-fi-horror e vincendoci pure dei premi.
Nightflyers è poi stata tradotta in film sempre negli anni Ottanta, e ora è arrivata sul piccolo schermo con una serie di SyFy creata da Jeff Buhler, a cui Martin non ha partecipato a causa del suo contratto in esclusiva con HBO, ma che ovviamente porta la sua firma, perché la storia è più o meno la stessa.

Nightflyers (2)

Al centro della vicenda c’è la spedizione di una nave spaziale umana, guidata da un computer assai potente e da un unico membro dell’equipaggio (il capitano Roy Eris) che non si fa quasi mai vedere dal vivo, preferendo apparire solo come ologramma (magari è basso e ci soffre, chi lo sa…). La spedizione punta a incontrare i Volcryn, misteriosa razza aliena che gli umani sanno esistere, ma con cui non sono mai riusciti ad entrare in contatto. I Volcryn possiedono tecnologie megafichissime che gli umani vorrebbero conoscere, e per riuscire a comunicare con gli sfuggenti omini verdi i nostri lontani parenti del futuro hanno pensato di usare un ragazzo molto particolare, un telepate che loro credono essere in grado di stabilire una comunicazione.
Il fatto è che i problemi arrivano molto prima dell’incontro con gli alieni, perché sulla nave la gente comincia a morire, il telepate percepisce una strana presenza, e quella che sembrava una puntata di Star Trek diventa invece la prima stagione di American Horror Story.

Al momento ho visto solo due episodi della serie, benché SyFy ne abbia fatti uscire parecchi in pochi giorni, cercando forse di scimmiottare le piattaforme di streaming, ma ci ho tenuto a scrivere subito per dire che sono abbastanza stupito. Nei giorni scorsi ho sentito parlare solo male di questa serie. Ma fin da subito eh, dopo il primo episodio. Su imdb il voto complessivo è 6,5, che farebbe pensare quanto meno a una roba perdibile, e in generale ho sentito spargere un discreto veleno. Motivo per cui ho aspettato diversi giorni prima di guardare il pilota, concedendo a me stesso di dare priorità ad altre importanti attività, tipo non fare l’albero di Natale, sentirmi in colpa, provare a immaginare me stesso che lo faceva, rinunciare di nuovo, sentirmi in colpa un’altra volta.
Alla fine però ieri sera ho guardato due episodi, e dai, non sono così male, anzi!
Ora non so se peggiora tutto in modo atroce nel giro di un altro paio d’ore, però se le serie “brutte” sono queste, magari è il caso che vi diate al giardinaggio, che è legittimo tanto quanto e magari vi dà più soddisfazione.

Nightflyers (1)

Di fatto Nightflyers presenta alcune somiglianze con Origin, di cui parlavamo qualche giorno fa. Sempre nello spazio, sempre presenze inquietanti sulla nave, sempre gente che muore una persona alla volta. Ho l’impressione che però Nightflyers sia “un po’ di più” in tutto. Più violenta, più orrorifica, più ampia negli spazi e nelle visuali, più ricca di dettagli e dettaglini fantascientifici che magari non aggiungono tantissimo alla storia di per sé, ma che aiutano a rendere il mondo più denso e la curiosità più desta.
Le tensioni sono ben rappresentate, perché ogni personaggio incarna più spinte contrarie: c’è lo scienziato che ha dedicato la vita a questa missione, ma ha lasciato a casa moglie e figlia a penare per lui (e continua a vederle tramite una realtà virtuale troppo realistica per non essere psicologicamente disturbante); c’è il ragazzo telepate che può uccidere tutti con lo sguardo, ma che ne ricava solitudine e odio; c’è la psicologa che lo segue, che vuole proteggerlo ma comprende la sua pericolosità; c’è il capitano che ha tanto carisma ma pure qualche problemino con l’intimità; ci sono membri secondari della spedizione che diventano presto carne da macello, ma sono anche specchio della paura dell’ignoto, perché sono quelli che hanno in mano le armi, ma che inorridiscono più facilmente di fronte ai pericoli che non riescono a comprendere, quale che sia la loro origine.

Nightflyers (5)

Soprattutto, è una serie che quando deve far paura la fa sul serio, tenendo (almeno inizialmente) gli alieni sullo sfondo, e confinando tutto il terrore nella scatoletta soffocante che gli umani chiamano “nave”, ripresa sia nelle sue forme più fascinose e “spaziali”, sia nella claustrofobia dei antri più reconditi, dove un robottino vagamente ragnesco che dovrebbe essere un alleato degli umani diventa ben presto l’incubo peggiore (proprio perché ragnesco) che si possa immaginare.
Le minacce, poi, sembrano venire veramente da ogni dove: dal telepate; dal computer della nave che di certo non ce la conta giusta; da questa misteriosa entità che, per dove sono arrivato io, ancora non si capisce cosa sia; e infine per gli alieni stessi, il cui mutismo è minaccioso di per sé (non si sa se sono buoni o cattivi) ma anche indirettamente, come se fossero spettatori indifferenti allo spettacolo di sangue in scena sulla nave umana.

Certamente è presto per trarre conclusioni definitive, anche perché di rivoluzionario non c’è niente e quindi è un attimo che certi elementi ben gestiti ma molto classici diventino… un po’ troppo classici. Senza contare che quelli di voi che sono in pari potranno magari dire “bravo furbo, hai scritto tutta sta cosa senza sapere che nell’episodio 5 compare Sbirulino e manda tutto in vacca”. Ma ci tenevo a dare un commento a caldo a fronte di un giudizio molto diffuso che, per una volta e nei toni in cui è espresso, ho fatto un po’ fatica a capire…

Oh, non mi spoilerate tutto nei commenti eh, dai siate gentili.
Perché seguire Nightflyers: una fantascienza a tinte horror ricca di spunti, ben girata, che fa il suo mestiere con abilità.
Perché mollare Nightflyers: un tot di gente ne ha parlato talmente, che ho davvero paura di cosa succederà nei prossimi episodi…

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