5 Giugno 2023

Serial Moments 581 – L’ultima puntata dei Serial Moments di Diego Castelli

C’erano decisioni importanti da prendere

Ciao.
Sì, lo so che quello è un brutto brutto titolo, e lo so che arriva un po’ dal nulla. Lasciatemi spiegare.
C’è stato un momento di riflessione fra me e il Villa. Come sapete, Serial Minds esiste dal giugno del 2010, sono tredici anni che portiamo avanti questo progetto, e molte cose sono cambiate da allora. Forse più a casa del Villa che a casa mia, ma in ogni caso siamo cambiati (aka invecchiati), abbiamo cambiato lavori, coltivato altri progetti, e soprattutto abbiamo impegnato molto tempo a guardare serie tv, a scriverne, a parlarne.
Era il momento di fare un bilancio. Da questo bilancio pieno di suspense e di cui voi non sapevate niente, è emerso che non siamo pronti a mollare Serial Minds, che ancora ci diverte tanto, ma che allo stesso tempo serviva rimodulare un po’ l’impegno.
Nel concreto, da oggi potreste leggere qualche articolo in meno sul sito, perché cercheremo di scrivere di cose che davvero ci va di scrivere, quando ci va di scriverle, senza l’ansia da completismo che, peraltro, è ormai ingestibile nel mondo seriale iper-compresso che viviamo.
Soprattutto, questo bilancio ha portato alla decisione di smettere con i Serial Moments. Come forse potete immaginare, l’idea di fare un punto settimanale su quanto di interessante è successo nel mondo seriale nella settimana precedente è la singola cosa che mi ha preso più tempo in questi ultimi dieci anni. Questo perché, volendo scrivere articoli che non parlassero sempre e solo delle stesse serie, ho dovuto guardare tonnellate di episodi (anche quando magari non si vedevano scene memorabili in intere stagioni). Ma non solo, per essere sempre “in tempo” con la scadenza settimanale, quelle tonnellate di episodi non potevano mai essere rimandate alla settimana dopo.
Insomma, per dieci anni è stato un continuo rincorrere. E come disse Forrest Gump dopo aver corso per non mi ricordo quanto tempo: “sono un po’ stanchino”.
Eliminare dai miei impegni i Serial Moments mi darà grande dolore (che diamine, “Serial Moments è perfino il titolo del nostro libro), ma allo stesso tempo mi permetterà di selezionare meglio le cose che vedo, e banalmente di recuperare più tempo di vita per altri progetti, altri interessi, altri svaghi che spesso sono stati messi da parte in nome delle serie tv.

Tutto il resto di Serial Minds non cambia: gli articoli li troverete (un po’ meno, ma li troverete, e saranno sempre i nostri articoli), i nostri due podcast Salta Intro e Salta Intro+ sono sempre lì, disponibili su tutte le piattaforme di podcast (Salta Intro+, il nostro podcast in abbonamento, lo trovate su Patreon ma anche su Spotify integrato nel normale podcast Salta Intro), e se volete dei commentini più random sui singoli episodi, come accadeva con i Serial Moments, vi ricordo che abbiamo anche una pagina di TikTok dove mi trovate a sproloquiare più o meno una volta al giorno o giù di lì.

E se leggendo queste righe vi state dicendo “ahia, questa è l’anticamera della fine di Serial Minds”, al momento non lo è. E dico “al momento”, per una semplice questione di realismo: io e il Villa facciamo Serial Minds da quando avevamo 28 anni, ora ne abbiamo 40, e posso garantirvi che non saremo qui quando ne avremo 60.
Prima o poi Serial Minds finirà, ma non oggi.
Oggi ci permettiamo semplicemente di respirare un po’ di più, e non a caso la scelta di chiudere i Serial Moments cade proprio oggi, quando possiamo commentare la fine di tre ottime serie, aprendoci a un periodo un po’ scarico di novità (tanto è vero che, forse, avrei avuto difficoltà a produrre la prossima puntata).

Chiudo ringraziando tutte le persone che hanno seguito i Serial Moments per 581 puntate, so di togliervi un’abitudine, ma so anche che questa notte dormirete lo stesso, e spero proprio che sia così perché altrimenti non dormirò io.
Chissà poi che i Serial Moments non possano tornare per qualche puntata speciale all’occorrenza. Il brand non ce lo toglie nessuno.

E ora però facciamola quest’ultima puntata!

SPOILER DA POST-APOCALISSE DI PLATONIC, BARRY, SUCCESSION, TED LASSO

Fatal Attraction 1×08 – Vabbè, è finita
Ecco, Fatal Attraction è proprio l’esempio di una serie di cui ho guardato otto episodi e che, nella mia nuova vita senza Serial Moments, avrei mollato molto prima.
Mi interessava però vedere come sarebbe finita, scoprendo che l’assassino non è più il protagonista (e/o la moglie, come nel film) bensì un personaggio che al cinema non c’era, e che qui viene introdotto proprio per quel motivo.
Non è stato neanche “male”, nella misura in cui alla rivelazione si è arrivati con un minimo di criterio, e considerando che proprio alla fine c’è un ulteriore twist che riguarda la figlia del nostro Joshua Jackson, che magari potrebbe dare vita a un seguito. Resta però il fatto che la serie nel suo complesso è stata significativamente più moscia del previsto, quindi non possiamo nemmeno entusiasmarci troppo.
Mi hanno fatto sorridere le parole della showrunner che, per giustificare l’idea di cambiare il finale, ha dichiarato una cosa del tipo: “Io se vedo una storia che già conosco, preferisco che il finale sia diverso”.
Pensa se la portassero a teatro a vedere Shakespeare, quanto si annoierebbe.

Platonic 1×04 – Succession!
Momento super-meta nella prima scena, in cui Will finisce a casa di una ragazza che ha conosciuto da poco ma che a un certo punto, proprio sul più bello, lo molla perché deve guardare una serie tv con la sua coinquilina. La cosa bella è che sentiamo la sigla di quella serie, è palesemente Succession, e si parla del suo “finale”, che guarda caso è uscito proprio nella stessa settimana (anzi, due giorni prima) di questo episodio di Platonic.
Che precisione.

3.Barry 4×08 – Un film
Barry stupisce fino alla fine, con un ultimo episodio che vede lo scontro finale fra il protagonista e Cousineau e la netta, immediata, imprevista sconfitta di Barry, colpito con una pallottola in fronte in un momento in cui pensavamo avesse ancora qualcosa da dire a noi e a gli altri personaggi.
Ma la cosa davvero fantastica è la scena finale, in cui il figlio di Barry, ormai cresciuto, guarda il film sulla vita del padre, nel quale la storia vera è stata completamente stravolta trasformando Barry in un eroe e Cousineau in un pazzo omicida.
A conti fatti, la fine della serie vede una piccola vittoria del defunto Barry in quello che per lui contava di più: dare un futuro al figlio, che non subirà mai il trauma di sapere che il padre era un assassino e un pazzo scatenato.

2.Succession 4×10 – Tutti sconfitti
Il Villa ha già parlato del finale di Succession, quindi non mi dilungherò troppo. Mi basta segnalare che per me il serial moment di questo episodio è il confronto fra la scena in cui Ken, Roman e Shiv arrivano all’accordo che dovrebbe portare Ken sul trono, e quella in cui, invece, tutto salta e i tre si trovano ad azzuffarsi negli uffici dell’azienda, sotto l’occhio imbarazzato dei colleghi e potenziali acquirenti. Sono due scene molto diverse nel tono e nell’atmosfera, ma che trasmettono la stessa verità: i giovani Roy sono rimasti bambini, figli di un padre che non ha saputo crescerli, e che si è lasciato dietro una mandria di inetti che hanno consegnato una delle più importanti aziende americane nelle mani di un megalomane norvegese e di un inetto leccapiedi.
Quanto ci siamo divertiti a guardare questa goffa mediocrità, e quanto fa male pensare che il mondo, a certi livelli, è più o meno esattamente così.

1.Ted Lasso 3×12 – Non so scegliere
Decidere a chi dovesse andare il primo posto di questi serial moments, se a Succession o a Ted Lasso, mi ha imposto diversi minuti di riflessione. Alla fine metto in cima Ted Lasso un po’ perché preferisco premiare una serie che mi dà gioia, piuttosto che una che mi lascia con un certo pessimismo sul mondo, ma anche perché in questo finale di Ted Lasso vedo più serial moments nel senso quantitativo del termine. Un sacco di scene e scenette memorabili in cui francamente non so fare una gerarchia: l’inizio in cui quasi pare che Ted e Rebecca abbiano fatto sesso, e poi invece spunta Beard in tanga; Roy Kent che chiede di entrare nei Diamond Dogs e alla fine va in terapia per migliorare se stesso; l’abbraccio fra il pentito Nate e Ted; la vittoria contro il West Ham in rimonta; Roy e Jamie che si menano per Keeley e lei che li sbatte fuori di casa; tutta la scena finale sotto le note di Father & Son di Cat Stevenes, in cui vediamo l’immediato futuro dei vari personaggi, trovandoli tutti bene. E dico “trovandoli bene” non a caso, ma per indicare il fatto che qui non ci sono mega vittorie e vite svoltate, ma la semplice consapevolezza di un gruppo di persone che si vogliono bene e si migliorano reciprocamente.
Sì insomma, per me vince Ted Lasso perché mostra la vita come dovrebbe essere. Succession, purtroppo, mostra la vita com’è.



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