9 Gennaio 2013

Deception – Cominciamo la primavera con il clone di Revenge di Diego Castelli

Oh ma uguale!

Copertina, Pilot

Il mondo della tv, come quello del cinema, può seguire molte logiche diverse. Ogni tanto nascono capolavori di grande successo, altre volte prodotti sperimentali e coraggiosi che però falliscono miseramente. E poi ci sono casi in cui una rete o una casa di produzione dice “cazzarola, i nostri avversari hanno fatto un bel botto con Pinco Pallo, dobbiamo fare anche noi una cosa del genere, e la chiameremo Panco Pillo!”

Ecco, Deception, la nuova serie di NBC, è Panco Pillo, dove Pinco Pallo è Revenge.
Non mi sono informato benissimo sulle origini della serie, su ciò che i produttori e gli sceneggiatori hanno detto nelle interviste, e magari voi ora mi direte che è tratta da una saga letteraria fichissima o che so io, ma l’effetto clone è troppo evidente (e troppo vicino nel tempo allo show con Emily Van Camp) per far pensare a una coincidenza.

Chiariamo la situazione: Deception segue le vicende di Joanna Locasto (Meagan Good), una detective incaricata di “infiltrarsi” nella ricchissima famiglia di Vivian Bowers, ragazza morta in circostanze misteriose il cui decesso nasconde probabilmente mille mila segreti inconfessabili. E come fa Joanna a infiltrarsi? Che è, un ninja? Una strega? No, più semplicemente, ai tempi del liceo era la migliore amica di Vivian, nonché figlia della domestica dei Bowers.

Immagino siano bastate queste poche righe per spiegare l’effetto dejà vu: anche qui, come in Revenge, c’è il mondo dei ricconi, fatto di segreti, tradimenti e case della madonna; c’è la ragazza che si infiltra, una ragazza che ha un passato connesso con la famiglia su cui indagare; ci sono i flash back dall’alone luccicoso, che svelano misteri e ne presentano altri; non manca nemmeno la vendetta, perchè se è vero che Amanda Clarke agisce specificamente con quello scopo, anche Joanna si convince ad agire perché vuole avere giustizia per la vecchia amica (così come Amanda la vuole per il padre). Aggiungeteci qualche altro dettaglio – tipo il rapporto difficile tra mamma e papà, le intemperanze della figlia più giovane, la corte mossa dal figlio a Joanna – e avrete il quadro di un’operazione-copia abbastanza spudorata, che punta allo stesso pubblico femminile, appassionato di drammoni soapposi nel magico mondo dei ricchi bastardi.

Questa sensazione di già visto pesa molto sul giudizio di Deception, anche più di quello che meriterebbe. Perché Revenge è una cagatona, e la seconda stagione mi sta pure piacendo meno, ma è riuscita comunque a farsi strada nei nostri palinsesti personali grazie alla buona conduzione della storia e nonostante tutti i difetti.
Deception è una cagatona tale e quale, ma il fatto di arrivare per “seconda” le fa perdere un sacco di punti.

Anche qui il miglior biglietto da visita è la storia, intesa come concatenazione degli eventi e gestione delle sorprese. E non è un brutto biglietto da visita, visto che senza una trama solida non si va da nessuna parte. Nel pilot di Deception succede un sacco di roba e ci sono un paio di sorprese che solleticano a dovere lo spettatore. Colpisce soprattutto il finale di puntata (che non spoilero): non perché sia del tutto imprevedibile, anzi, ma perché la sorpresa arriva coi modi e i tempi giusti, incastrandosi bene con le motivazioni della protagonista.

Se la storia funziona, nelle sue macrostrutture, a scricchiolare è un po’ tutto il resto. E questo NON è un buon biglietto da visita.
I dialoghi di Deception, salvo qualche raro passaggio, aprono vertiginosi squarci di banalità, come la già mitica frase “credo che mio padre sia cattivo”. Allo stesso modo, se alcune sorprese sono ben costruite, altri dettagli e dinamiche sono scontatissimi: non c’è un solo personaggio, nella famiglia Bowers, che non si sia già visto in mille altri drammi familiari o telenovele, dal padre all’apparenza buono ma dal passato torbido, alla seconda moglie che non va d’accordo coi figli di primo letto, passando per il giovane allupato, la sorella emotivamente instabile, l’adolescente problematica, il primogenito dalle grandi doti ma ancora più inguaiato del padre.

Attenzione: il problema non è il ricorso a ruoli “classici”. Nessuno pretende sempre e comunque la novità a tutti i costi. Il problema è quando questi ruoli diventano evidenti in quanto “schemi”, quando la sceneggiatura, la regia e gli attori, invece che suggerire chiaramente-ma-velatamente dei concetti costruendo un racconto organico e un universo quasi a sé stante, spiattellano tutto in modo palese, rivelando il gioco della copia e del rimando.

E’ quello che succede con Deception, dove ad esempio si aprono inquadrature come questa. In un film di quarant’anni fa sarebbe roba da scuola di cinema, per la capacità di ricreare in una sola immagine le fratture all’interno della famiglia – con i singoli personaggi fisicamente divisi e affranti nonostante siano riuniti in un luogo (la sala da pranzo) per definizione di vicinanza e calore. Oggi, però, che questi trucchi li conosciamo fin troppo bene, l’eccessiva evidenza del giochino risulta straniante. Non si riesce, insomma, a farsi coinvolgere fino in fondo, perché troppo spesso veniamo “svegliati” da una frase banalotta, da un risvolto telefonatissimo o da un elemento che ci fa dire “vabbe’ dai, è uguale a Revenge”.
E ci aggiungerei, da ultimo, che la Locasto è probabilmente più brava della Van Camp (non difficile eh), ma anche più ordinaria, meno impattante.

Dopo la sorpresa finale, e malgrado tutto, rimane una certa curiosità per il prosieguo della vicenda, e probabilmente mi vedrò un altro paio di episodi. Ma con tutta la roba che già c’è, e seguendo già Revenge, temo che arriverà presto il momento di chiedersi che senso abbia vedere anche questo.

Perché seguirla: siete addicted alle storie da telenovela, tutte intrighi, sesso e famiglie incasinate.
Perché mollarla: perché vi basta Revenge, ma anche solo perché Deception non è sta gran serie.

NOTA FINALE SUGLI ASCOLTI: In termini numerici, la premiere di Deception è andata maluccio. Tipo il 31% in meno del midseason finale di Revolution, da cui ha ereditato lo slot. Va anche detto che c’era un atteso match di college football su ESPN a catalizzare molti spettatori, quindi c’è modo di crescere, ma il vero banco di prova per Deception si avrà settimana prossima, quando si scontrerà con Hawaii Five-0 su CBS.

Argomenti deception, revenge, Serie tv


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