2 Dicembre 2010 13 commenti

Una faccia, tanti volti di Diego Castelli

Caro mio, non sei più quello di una volta…

I telefilm, specie quelli di successo e di lungo corso, possiedono capacità prodigiose. Una di queste – diretta conseguenza del tempo passato a raccontare una storia – è la potente identificazione di un attore col suo personaggio. Per dirla in breve, è il motivo per cui Dawson non può avere altra faccia se non quella del biondo bamboccione James Van Der Beek.
Tale meccanismo è però infido, e mostra la sua pericolosità quando un attore lascia uno show e si butta in un altro progetto, in cui interpreta un personaggio totalmente diverso.
Ecco che, improvvisamente, ci sembra che qualcosa non torni. Sono i casi in cui sale alla labbra la famosa frase, già nota ai tempi della Poetica di Aristotele: “Oddio, a fa’ sta cosa nun lo posso vede’!”

Vi faccio qualche esempio specifico.

I fan della prima ora di X-Files – quelli che si sono appassionati ai complotti e per i quali ogni singolo bacio tra Mulder e Scully era una specie di evento apocalittico che il 2012 al confronto è la scorreggia di un colibrì – hanno rischiato il colpo apoplettico quando hanno rivisto lui, David Duchovny, l’unico e fanciullesco Fox Mulder, diventare un divora-passere in Californication. Uno che pensava solo agli omini verdi, passato improvvisamente alle donnine rosa… E poi sporco, sfatto, tendenzialmente alticcio. Mica precisino e pettinato. Uno si abitua, per carità, però il trauma rimane.
E Californication non presentava solo il caso-Duchovny. Perché il migliore amico di Hank Moody, Charlie, altri non è che Evan Handler, che le ragazze ricordano più volentieri come marito premuroso in Sex & The City, piuttosto che come masturbatore sottodotato/amante di pornostar

Discorso simile per i fan di Alias: i poverini hanno visto Ron Rifkin passare dal viscidissimo Arvin Sloane all’anzianotto zio gay di Brothers & Sisters. Tanto che gli son servite un paio di stagioni prima di convincersi che stava dalla parte dei buoni e gli interessava solo il vino.

Ancora mistery? No problema: ecco arrivare Kyle MacLachlan, faccia indimenticabile di Twin Peaks, che diventa dentista non troppo normale in Desperate Housewives. Anche se a Wisteria Lane, va detto, i misteri di quartiere non mancano mai. Come quello che ha portato Teri Hatcher, giornalista intraprendente e gnocca all’inverosimile in Lois & Clark, a diventare casalinga goffissima, ai limiti del ridicolo.

Altro passaggio ben noto, e sempre dall’impegno verso la commedia, è quello di William Shatner, uno che è diventato un mito vero come Capitano Kirk di Star Trek, e ormai, dai tempi di Boston Legal, non riesce a fare altro che il vecchio rincoglionito. Per carità, anche divertente, però ora non gli affideresti mai un’astronave…

Ma il cambiamento non va solo verso la leggerezza. Ci sono molti esempi di facce da comedy, passate poi a storie drammatiche o, comunque, a ruoli più cupi.
Viene in mente Mark Paul Gosselaar, indimenticato Zack di Bayside School, che negli anni non ha perso il piglio fascinoso, ma ha smesso di far ridere e si è buttato tra i crimini di NYPD e le cause legali di Raising the Bar. Esattamente come Rick Schroder, che è finito nello stesso NYPD dopo essere stato bambino-biondino-simpatichino in Il mio amico Ricky. Anche Tiffani Thiessen ha fatto un percorso simile a quello di Gosselaar, partendo da Bayside School; solo che invece di diventare poliziotta o avvocato, è andata a Beverly Hills e si è convertita in zoccolona.
Che ci volete fare, la vita…

Ma nella zona buia dei servitori del lato oscuro ci sono anche due insospettabili. Uno è Michael Chiklis, che tutti voi conoscete (al di là dei film sui Fantastici Quattro), come durissimo sbirro di The Shield, ma che io, povero ingenuo sentimentale, conoscevo prima di tutto come soffice Commissario Scali! Sempre di polizia si tratta, ma mentre Scali risolveva i casi tra una ciambella e l’altra, il detective Vic Mackey preferiva menare come un fabbro e fottersene delle regole. Praticamente due gemelli con personalità opposte.
Dovrebbero farci un tv movie su sta cosa…

E proprio Chiklis, che ora lavora in No Ordinary Family, ci offre l’aggancio per un’ultima metamorfosi che ha dell’inquietante. Sì perché in questa serie, a fare il burattinaio cattivo che tutto manipola e tutto complotta, c’è niente meno che…. …. … (suspense)…. Stephen Collins, il reverendo Camden di Settimo Cielo!!!! Ma dai!!!! Ma come fa quello a fare il cattivo?!?!! Ti aspetti che da un momento all’altro pianti lì i progetti criminali per fare un bel predicozzo sulla famiglia, la tolleranza e l’amore per il diverso. E’ una delle trasformazioni recenti che più mi hanno segnato, anche se devo ammettere che, forse, dopo dieci anni passati dietro a quella famiglia di chierichetti, un po’ di voglia di distruggere il mondo ti viene…

(una cosa che non c’entra davvero niente: andate su imdb e cercate Settimo Cielo. Vi accorgerete che il personaggio che ha più episodi all’attivo è Happy, il cane. Sarà anche per questo che il reverendo s’è incazzato come una faina. O forse perché Happy, almeno lei, non ha mai impersonato altri personaggi, anche se si vociferava che bramasse una parte da co-protagonista in un mai realizzato remake di Lassie…)

Insomma, come avete visto, non c’è nulla che possiamo fare. Il nostro destino è affezionarci a facce e personaggi, solo per vedere quelle stesse facce affidate ad altre creature telefilmiche, che possono rigirarle come vogliono.
E’ dura, lo so. Ma non vi ho mai detto che la vita del serialminder sarebbe stata semplice.
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