14 Giugno 2019 2 commenti

Big Little Lies 2 – La stagione che non ci sarebbe dovuta essere di Marco Villa

Ritorna Big Little Lies, con una sontuosa Meryl Streep e una domanda di fondo: ma ce n’era bisogno?

Copertina, On Air

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ATTENZIONE: SPOILER SULLA PRIMA STAGIONE DI BIG LITTLE LIES

Poco più di due anni fa, andava in onda il finale della prima stagione di Big Little Lies. Una stagione osannata da tutti, che di lì a poco sarebbe stata ricoperta di premi per la serie in quanto tale, ma anche per le interpreti. In quell’occasione, fecero parecchio parlare le dichiarazioni di Jean-Marc Vallée: il regista della serie disse che secondo lui non avrebbe avuto senso realizzare una seconda stagione, perché storia e personaggi avevano esaurito il proprio compito. Nelle serie tv il regista non è esattamente il più importante della filiera, ma in Big Little Lies è diverso, perché la sua natura di serie d’autore ingloba in questo concetto anche Vallée, non a caso regista di tutti gli episodi. Nel suo piccolissimo, anche Serial Minds era più che d’accordo con quella presa di posizione, ma proprio quell’entusiasmo e quei premi hanno fatto sì che la seconda stagione venisse ovviamente prodotta.

https://www.youtube.com/watch?v=eCWevZV945M

Ed eccoci qui, quindi: ricomincia un anno scolastico e ricominciano i rapporti tutti velenosetti tra i personaggi di Big Little Lies, in onda negli USA su HBO e che in Italia riparte il 18 giugno su Sky Atlantic e Now Tv con un episodio doppio. Come sappiamo, Perry è morto: ucciso da Bonnie mentre si accaniva sulla moglie Celeste, pochi istanti dopo che Jane l’aveva riconosciuto come l’uomo che l’aveva stuprata anni prima. Nella seconda stagione, quei momenti vengono riproposti come flashback di pochi frame, per testimoniare che sono rimasti nella testa di tutte le cinque donne e che quella faccenda è tutt’altro che chiusa. Anche perché, per tenerla apertissima, è arrivata Mary Louise, la mamma di Perry. A interpretarla, sua maestà Meryl Streep, che già nel primo episodio sembra dire: “Ok, ragazze, siete tutte bravissime, però fatevi da parte che con tre pose vi ho già mandate a casa tutte”. Mary Louise è una donna in lutto, distrutta dalla morte del figlio e con mille dubbi su come il decesso sia avvenuto: la versione ufficiale parla di una caduta accidentale dalle scale, ma lei – a ragione – non è così convinta.

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Il suo ingresso in questa serie è senz’altro l’elemento più interessante del primo episodio della seconda stagione. Lo sarebbe stato anche in un contesto narrativo molto potente, lo è ancora di più in una puntata in cui tutto il resto sembra sbiadito. Quando Vallée diceva che quella storia si era conclusa, aveva perfettamente ragione, così come hanno perfettamente ragione i produttori a sostenere che qualsiasi storia può avere un sequel. A metà strada, però, c’è il rischio mediocrità: nemmeno dopo un’ora di stagione, la vicenda sembra già girare in tondo, riproponendo dinamiche che ormai conosciamo perfettamente, senza però avere la tensione di fondo cui Big Little Lies ci aveva abituati. Anzi, ribaltando i sentimenti, perché la sottile cattiveria di Mary Louise fa parteggiare immediatamente per il personaggio di Meryl Streep. In questo senso, splendidi i dialoghi tra lei e Madeline, il personaggio tutto vacuo e terribile di Reese Witherspoon.

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Poi capiamoci: la qualità è altissima, la regia di Andrea Arnold non sembra far rimpiangere quella del suo predecessore, le musiche sono sempre perfette (piccola nota di merito per la scena di Shailene Woodley che balla finalmente libera sulla spiaggia, sulle note di Sufjan Stevens) e senz’altro anche la parte narrativa avrà una risalita di interesse. Però la prima stagione si imponeva da subito come lo stato dell’arte di quel tipo di storia, con ricche donne annoiate nella provincia americana. Nessuno l’aveva mai raccontata così bene e questo si percepiva in ogni scena. L’inizio della seconda stagione segna un calo, con tutti i personaggi in cerca di una nuova posizione e di un nuovo senso. Per il momento, godiamoci Meryl Streep, sperando che non rimanga l’unico elemento entusiasmante di questa stagione.



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