26 Agosto 2014 7 commenti

The Killing – Adesso è davvero finita di Marco Villa

Siamo soddisfatti di come è finita The Killing?

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SPOILER ALERT: SI PARLA DI TUTTE LE STAGIONI DI THE KILLING, COMPRESA L’ULTIMA

Adesso è davvero finita. Non è come nel 2012 e nel 2013, quando, al termine di seconda e terza stagione, venne annunciata la conclusione della serie, salvo poi resuscitarla. E fa un po’ ridere che una serie tv chiamata The Killing si sia costruita la storia di una serie che non muore mai.

Se il primo salvataggio era stato garantito da AMC, la rete che ha creato The Killing, questa volta bisogna ringraziare Netflix, che il primo agosto ha diffuso i sei episodi che formano la quarta stagione, sei episodi in grado di dare una conclusione alla terza stagione, terminata in modo completamente aperto. Ovvero: Sarah Linden piazza due proiettili in testa a Skinner, suo capo/amante e serial killer a tempo perso, mentre Stephen Holder tira giù quattro madonne, capendo all’istante che la sua socia ha fatto la cazzata del secolo.

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Ovviamente la terza stagione riparte da lì e in tutti i sei episodi saranno presenti due linee di racconto: la prima è proprio quella legata all’omicidio di Skinner, ai tentativi di Linden e Holder di coprire quanto fatto e salvarsi dall’indagine portata avanti da Reddick, collega antipatico, ma (si scopre) capace. La seconda storyline è quella del caso di stagione: una famiglia viene massacrata e si salva per miracolo solo il figlio, che viene subito ritenuto il possibile colpevole. La storia si arricchisce con il contesto della rigidissima scuola militare frequentata dal ragazzo, con casi di nonnismo e insegnanti moralmente ambigui.

Nonostante l’indagine sul massacro parta bene, fin da subito si capisce che questi sei episodi sono dedicati in gran parte a Linden e Holder. Se nelle precedenti stagioni le indagini aiutavano a plasmare i loro personaggi e il legame che li univa/allontanava, in queste puntate gli omicidi sono quasi un riempitivo. A occupare la testa dei protagonisti è soprattutto la faccenda-Skinner: da lì muove tutto e il loro comportamento sul lavoro e nei rapporti privati ne è diretta conseguenza.

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Altra conseguenza di questo sbilanciamento è che è l’indagine finisce per essere la meno avvincente della storia di The Killing: il colpo di scena finale è telefonatissimo fin dalla prima puntata e – a parte un paio di scene di tensione – l’interesse medio è piuttosto basso. La pecca più grande, però, è la caratterizzazione davvero buttata via dei ragazzi della scuola militare: se pensate a quanto erano belli i personaggi dei ragazzi di strada della scorsa stagione, il confronto è impietoso.

Insomma, è una serie crime e la parte di indagine non funziona molto bene. Situazione tragica? No, per niente. Arrivati a questo punto, l’unica cosa che ci interessa di The Killing sono Linden e Holder: il loro destino, ma soprattutto il loro rapporto. Fin dai primissimi episodi i due si scornano, si avvicinano e si allontanano: nella terza stagione questo movimento continuo viene accentuato. La posta in gioco è molto più alta e le reazioni si polarizzano. I personaggi di Mireille Enos e Joel Kinnaman ormai li sentiamo vicini e per questo è forte la scelta degli autori di farli scontrare con intensità e cattiveria: Linden che accusa Holder di volerla tradire è una roba pesante, la più pesante che sia mai capitata loro.

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Il prefinale, con loro due che non si riappacificano e con Holder che si incammina solo all’interno di un cimitero, sarebbe stato un finale perfetto. Per come si è sviluppata The Killing, per i suoi toni e il suo stile, la scelta di tenerli lontani sarebbe stata la più adeguata: una serie minimale, che finisce in modo minimale. Negli autori, però, è prevalsa la voglia di happy end. È prevalsa la volontà di un ultimo abbraccio e – addirittura – di provare a dare una nuova direzione al loro rapporto. Poco coerente? Eh, un po’, anche perché la chiusura sul freeze di Linden che sorride fa molto Jessica Fletcher. Come detto, il vero finale è quello che si è visto pochi minuti prima. Le ultime sequenze sanno di contentino, di regalo ai fan. La bravura è stata però quella di non sbracare, evitando così di lasciare un cattivo ricordo. The Killing se ne va rimanendo una grande serie crime. L’ultima stagione non sarà certo memorabile, ma quanto costruito in questi anni non è in discussione.

Ciao Holder, ciao Linden, ci mancherete di brutto.



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