17 Febbraio 2015 99 commenti

Non saremo mai obiettivi, non saremo mai esperti di mitologia vichinga di Marco Villa

Un post per rispondere alle due critiche più frequenti (e più assurde) che vengono rivolte a Serial Minds

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È da tanto tempo che vogliamo scrivere questo post, più o meno da quando è iniziata l’Era degli Insulti sotto ai post di Vikings e Outlander. Due post, uno mio (più parte seconda e terza) e uno del socio, in cui diciamo che due serie non sono esattamente le nostre preferite. Due post in cui ci mettiamo a elencare i motivi per cui riteniamo che siano mediocri e piuttosto inutili.

Due post che, come detto, hanno totalizzato non solo il record di commenti di questo sito, ma anche il record di insulti nei nostri confronti. Abbiamo un’età, non siamo degli adolescenti e per questo sopravviviamo serenamente se qualcuno viene qui a dirci che valiamo poco. Qualcosa, però, continuava e continua a tornare in quelle discussioni: due argomentazioni, che i commentatori portano avanti come se fossero verità assolute, ma che per noi sono pura follia.

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La prima è che una recensione debba essere obiettiva e non possa esprimere pareri. No, Serial Minds non farà mai pezzi di questo tipo. Se cercate cose del genere, andate su Wikipedia, andate su siti che vi raccontano per filo e per segno quello che succede in ogni puntata. Noi non facciamo così. Noi guardiamo le serie e vi diciamo quello che ne pensiamo, come lo facciamo quando stiamo bevendo una birra al Birrificio Lambrate. Se qualcuno vi chiede se vi è piaciuto un film, non vi mettete a enunciare attori, cast tecnico e trama. No, dite solo se vale la pena di essere visto o meno. Ecco, qui è uguale: visto che purtroppo non siamo davvero al Birrificio Lambrate, trovate anche indicazioni tecniche, ma la ciccia per noi è altra. E questo – importante – è il concetto stesso di recensione, che dovrebbe essere uno strumento in grado di aiutare il pubblico a scegliere cosa merita tempo e cosa no. Ovvia conseguenza: ci sbilanciamo anche dopo aver visto solo il pilot. È rischioso, capita di prendere cantonate, ma è l’unico modo possibile: si scommette e si vince o si perde. Il fatto che su Serial Minds ci sia sempre più gente forse significa che in tanti sono d’accordo sul nostro modo di vedere le cose. Vuol dire che diciamo cose giuste? No, si parla di tv, non di fisica: qui non c’è una risposta in grado di risolvere l’equazione una volta per tutte.

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La seconda argomentazione è quella più folle. È quella per cui per parlare di una qualsiasi serie sia necessario essere esperti dell’argomento trattato dalla serie. Mi ricollego, in questo, agli ultimi commenti arrivati su Vikings, tra cui quello di un tizio che si dichiara laureato in Archeologia e Culture del Mondo Antico e che mi dà beatamente del coglione perché non sono andato ad approfondire la mitologia norrena prima di scrivere del pilot di Vikings. Ecco, qui veniamo al punto cruciale: se per apprezzare una serie devo prima andare a studiare, quella serie è fatta male. Punto.
Serial Minds non parla di medicina, indagini di omicidio, mitologia nordica, strategie di intelligence, draghi, rapporti sentimentali. Serial Minds parla di serie tv che trattano questi argomenti. La differenza non è da poco: è chi scrive la serie tv a doversi documentare e fare in modo che il racconto funzioni, che personaggi e contesto siano incastrati bene e che lo spettatore possa divertirsi. Il compito che ci siamo autoimposti è quello di dire se tutto questo viene fatto bene o male. Una serie accurata dal punto di vista storico o scientifico può legittimamente dare un piacere aggiuntivo a chi è esperto della materia (una cosa inevitabile, istintiva), ma per noi non vale niente se è scritta male o interpretata peggio. Il discorso non cambia se si parla di una serie tratta da uno o più libri/film/fumetti/tavole di pietra: qualora non li citassimo in fase di recensione sarebbe una pecca, ma per parlare di un pilot non è necessario averli letti o visti, perché, se così fosse, qualcosa non andrebbe nella serie. Ed è così non perché siamo gente strana, ma perché le serie tv sono opere di finzione, finalizzate non alla divulgazione, ma all’intrattenimento, alla narrazione.
Non è scienza, non è documentario: è finzione.

Così gira il mondo, così gira Serial Minds.
E chi non è soddisfatto di questo approccio può tranquillamente continuare a fare la punta al cazzo al realismo di Interstellar.

p.s. lo sappiamo che la grandissima maggioranza di chi frequenta questo sito non è nemmeno sfiorata da queste faccende, ma almeno adesso avremo finalmente un link da dare a tutti gli altri.

Argomenti outlander, vikings


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