19 Agosto 2019 5 commenti

Serial Moments 390 – Dal 11 al 17 agosto 2019 di Diego Castelli

Finali sereni, finali tristi, finali a sorpresa

ATTENZIONE! SPOILER FINALISTICI DI PREACHER, SUCCESSION, THE LOUDEST VOICE, PENNYWORTH, LEGION, THE HANDMAID’S TALE

7.Preacher 4×03 – Old Boy
Difficile non vedere una mezza citazione di Old Boy nella scena in cui Jesse, recatosi a casa di De Sade, si trova a fronteggiare una pletora di invitati alla festa che lo costringono a una lunga scazzottata nei corridoi, terminata con la morte dello stesso De Sade, a cui Jesse sfonda simpaticamente il cranio.
Carino anche il dettaglio a inizio puntata in cui si vede Cassidy ormai incaricato di produrre prepuzi per ottenere ottime creme per il viso. La gente che scrive questa roba non sta mica tanto bene.

Preacher

6.Succession 2×01 – Bentornato disagio!
Torna Succession e basta pochissimo per ricordarsi i motivi per cui è stata una delle migliori novità dello scorso anno: la prima scena in cui Kendall viene trascinato in diretta tv per spalleggiare il padre (che ormai lo tiene per le palle a causa dell’uomo che ha ucciso) ci ributta in un buio gorgo di disagio e relazioni tossiche. Jeremy Strong come sempre bravissimo, quasi doloroso da guardare, e poi una premiere che conferma il maggior pregio della prima stagione, cioè la capacità di costruire un drama familiare complicato e incentrato su temi potenzialmente noiosi (aziende, fusioni, azioni) con un ritmo e una suspense degne del miglior thriller.

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5.BH90210 1×02 – Le matte risate
Delizioso anche il secondo episodio del reboot (o come vogliamo chiamarlo) di Beverly Hills. Il drama si infittisce, le relazioni si sviluppano, e c’è spazio pure per l’inserimento di un inquietante stalker. Ma a colpire il cuore sono sempre le piccole chicche, fra le cui le risate che i protagonisti si fanno a sentire la proposta di Tori circa la possibilità di girare il reboot. In pratica, sono attori che ridono alla possibilità di fare quello che effettivamente stanno facendo. Come fai a non volergli bene?
90210

4.The Loudest voice 2×07 – Finale in (doverosa) disgrazia
Finisce la corsa di The Loudest Voice, senza dubbio una delle migliori miniserie dell’anno (un anno mica male, peraltro, fra Chernobyl, When they See Us, ecc). Nel finale, Russell Crowe spreme tutto il suo talento per mostrarci un Roger ormai sconfitto e rapidamente abbandonato da tutti, ma comunque ostinatamente aggrappato ai suoi ideali contorti e a una paranoia ormai invincibile. Poderosa la scena in cui cerca di andare in diretta da solo, poi bloccato dagli ex sottoposti. O anche quell’ultimissima inquadratura in cui il vecchio protagonista, ormai con le lacrime agli occhi, assiste alla vittoria di Trump senza più alcuna gioia, conscio di non far più parte del circo che aveva contribuito a creare. Poi se volete facciamo anche tutte le discussioni del caso sul carattere politico di una miniserie del genere (ma che Fox News sia terrificante non ci piove, basta guardarla per un quarto d’ora, fa accapponare la pelle). Ma a essere forte è soprattutto la parabola  dell’antieroe paranoico e viscido, verso un finale che riesce a essere rinfrancante (ci fa solo piacere che Roger finisca in disgrazia) ma anche in qualche modo amaro.

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3.Pennyworth 1×04 – Pugni nello stomaco
Dopo tre puntate di buon ritmo e simpatia, nella quarta Pennyworth piazza due colpi al cuore. Il primo, tutto gossipparo, è il limone fra Alfred e Martha Kane, che poi non sarà altro che la moglie di Thomas Wayne e la madre di Batman. Io non lo so se da qualche parte nei fumetti si fa accenno a questo flirt della madre di Bruce con il futuro maggiordomo (dubito), certo è che fa impressione. E il secondo colpo al cuore, questo però vero, è la morte di Esme. Intendiamoci, è evidente che, se si vuole rimanere un minimo fedeli al materiale originale, non possiamo sperare in chissà quale storia d’amore di Alfred, che dovrà finire a fare il maggiordomo solitario di Batman. Allo stesso tempo, ammazzargli così la fidanzata dopo soli quattro episodi è proprio da vigliacchi…

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2.Legion 3×08 – Daddy issues
Di Legion riparleremo sicuramente nei prossimi giorni, giusto il tempo di metabolizzare bene l’ultimo atto. Mi pare però che il vero serial moment del finale stia in quel breve dialogo in cui Charles si scusa con David per averlo abbandonato. In fondo, quello che questo ultimo episodio ci ha raccontato è la liberazione da un peso, la fine di una lotta che David credeva essere condotta contro Farouk, e che invece andava combattuta contro se stesso e contro una rabbia e un senso di abbandono che, quelli sì, rischiavano di compromettere per sempre la sua felicità e trasformarlo in una vera e propria bomba a orologeria. Ma ne riparleremo.

Legion-finale

1.The Handmaid’s Tale 3×13 – Go June Go
Davo per scontato di mettere al primo posto il finale di serie di Legion, ma con tutta onestà non la faccio: troppo potente il season finale di The Handmaid’s Tale per dargli meno della medaglia d’oro. Finalmente si arriva al momento di portare i bambini fuori da Gilead, e l’attuazione del piano di cui tanto s’è parlato diventa la scusa per una svagonata di potenziali serial moments. Del valore complessivo della puntata (e della stagione) magari parliamo meglio nei prossimi giorni, intanto però, giusto un po’ a lista: June che mette a tacere Lawrence ribaltando i rapporti di forza della casa, per poi farlo diventare un simpatico lettore di storie; la pistola spianata davanti alla faccia della bambina, nel momento in cui crediamo che June possa superare “un po’ troppi confini”; l’arrivo in massa dei bambini, ben più del previsto; la marcia verso l’aeroporto e la lotta contro le guardie, in un’atmosfera che ha ricordato tanti film sul nazismo; il sacrificio di June, che accetta di morire (anche se poi non accadrà, ma è il pensiero che conta) per permettere la riuscita del piano; l’uccisione a sangue freddo della guardia, a riflettere le parole di inizio episodio (alla fine vince chi ha il cuore più duro); l’arrivo dei bambini in Canada, con i sorrisi e la gioia contrappunte alle lacrime di Luke, che non vede arrivare né moglie né figlia. Per le analisi più a freddo ci sarà tempo, per ora godiamoci uno degli episodi più potenti e toccanti dell’intera serie.

Handmaid



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