14 Settembre 2020

Serial Moments 443 – 6 al 12 settembre 2020 di Diego Castelli

Vittorie insperate, spiegoni graditi ed eroi in crisi di identità

ATTENZIONE! SPOILER SPORTIVI DI RAISED BY WOLVES, LOVECRAFT COUNTRY, THE BOYS, TED LASSO, WOKE, LUCIFER, THE OFFICE

4.Raised By Wolves 1×05 – Graditi flashback
Mentre si avvicina l’inevitabile battaglia fra umani e androidi per il recupero dei bambini, arriva un gradito spiegone sugli eventi che hanno portato Mother e Father a trovarsi da soli su un pianeta deserto a sviluppare e poi allevare un certo numero di marmocchi. E lo spiegone non è interessante solo dal punto di vista informativo (apprendiamo che Mother è di fatto una negromante riconvertita e riprogrammata con precisione da un tizio di nome Campion, proprio come quello che sarà il suo figlio preferito), ma anche da quello simbolico: il senso di straniamento che avevamo provato inizialmente vedendo l’istinto materno dell’androide, si ricompone nella consapevolezza che quell’istinto è esso stesso figlio di una programmazione puramente tecnica, il cui livello di perfezione era così elevato da generare sentimenti nel suo stesso creatore. Considerando che poi Mother riesce effettivamente a “produrre” degli umani partendo da un embrione, la linea di demarcazione fra umano e meccanico diventa sempre più sfumata, così come quella fra la fede propriamente intesa e un ateismo così convinto e rigoroso, da essere esso stesso motivo valido per il martirio. Quasi un oggetto di fede, per l’appunto.

3.Lovecraft Country – I cattivi stanno ovunque
Dopo un episodio che esce dal genere horror per buttare la serie nell’avventura alla Viaggio al centro della Terra (ma ci sono anche Indiana Jones e molti altri simili personaggi che fanno ciao ciao con la manina) i nostri incontrano una creatura mummificata che si risveglia rivelandosi membro dell’antica stirpe Aruachi, che era stata trasformata in sirena da Titus. Yahima si presenta come né uomo né donna, non binaria o intersex diremmo oggi, e la camera indugia sul mostrarci la presenza di genitali sia maschili che femminili. Yahima racconta la sua storia e le angherie subite da Titus, qui nelle vesti di conquistatore, e viene poi salvata da Tic, che ha progetti importanti per lei, visto che deve aiutarli con la lingua di Adamo. Peccato che però Montrose, per motivi ancora da chiarire, uccida Yahima a sangue freddo, proprio in finale di episodio. In attesa di capire meglio le dinamiche e le motivazioni dietro il gesto, la scena si porta dietro implicazioni non da poco: in una serie in cui è forte la questione razziale, e in cui i neri protagonisti sono tipicamente vittime del potere bianco, vedere Montrose che uccide Yahima fa effetto perché si comporta proprio “da bianco”, cioè da persona che (al contrario della generazione successiva alla sua) non sembra in grado di comprendere e accettare la diversità e ciò che non conosce, non facendosi problemi prima a rubare le pagine del libro e poi a uccidere, né più né meno dei coloni bianchi di un tempo. Il che suona come un monito più generale: non è che sposando la causa black diciamo che i neri sono buoni e i bianchi cattivi, perché il tema è che è proprio l’umanità che tende a compiere atrocità immotivate in nome dell’ignoranza.

2.The Boys 1×04 – Amore e rabbia
Di nuovo un episodio ricco di spunti, forse meno “divertente” di altri, ma abilissimo nel delineare lo spazio politico e valoriale in cui si muovono i personaggi. Bisognerebbe subito citare il talk show in cui Homelander si trova a dover gestire le problematiche dell’hashtag #heroessowhite, arguta versione supereroistica delle battaglie, per esempio, per una maggiore inclusività degli oscar (che in sti giorni son proprio d’attualità), ma mi interessa di più mette insieme due altre scene: la prima è quella del dialogo fra Homelander e Stormfront, che ha appena finito di sobillare la folla con discorsi sovranisti. Homelander la accusa di volergli rubare il pubblico, e lei ribatte con un pensiero di una lucidità dolorosa per noi che lo ascoltiamo: al mondo non ti servono 50 milioni di persone che ti amino, ne bastano 5 milioni incazzate nere. Che poi è quello che in questi anni abbiamo visto a più riprese, nell’esacerbazione di frustrazioni e paure delle masse a fini elettorali. E da qui, con un Homelander frastornato da una donna che evidentemente se lo rigira come vuole, si arriva a un finale vertiginoso in cui il simil-Superman, che usava Doppelganger per simulare l’esistenza post-mortem di Madelyn, a un certo punto si trova di fronte se stesso, tanto che crediamo sia imminente un atto sessuale che, esteticamente parlando, sarebbe di Homelander con se stesso, e non sarebbe nemmeno incoerente con la natura del personaggio. Ma a quel punto Homelander uccide Doppelganger, che in quel momento ha le sue stesse sembianze, dicendo che non ha bisogno di nessuno che lo ami, nemmeno lui. Quali saranno le conseguenze di questa sorta di risveglio lo vedremo, ma intanto brividoni.

1.Ted Lasso 1×07 – Vittorie, sconfitte e rivincite
Il buon Ted Lasso non tradisce mai, regalandoci una puntata piena di epica (la vittoria sull’Everton dopo l’inaspettato discorso motivazionale di Nate), tenerezza (l’attacco di panico di Ted prima di firmare i documenti per il divorzio), romanticismo (Keeley e Roy!!!), e un po’ di pepe per curare lo spirito (l’amica di Rebecca che finisce la puntata andando in camera di Ted). Si finisce ogni episodio di Ted Lasso con la precisa sensazione di stare meglio di quando lo si è iniziato.

SERIAL MOMENTS VINTA(BIN)GE

Woke 1×01 – Consapevolezze
Dei primi episodio di Woke abbiamo già parlato, e in sede di Serial Moments mi sembra giusto lasciare ai posteri lo sbrocco di Keef nel primo episodio, momento-chiave del passaggio da tranquillo e innocuo cartoonist, a persona consapevole della sua identità e della società non esattamente equilibrata in cui vive. Probabilmente non è il miglior monologo seriale della storia, e in questa stessa serie, anche negli episodi successivi, ci sono momenti più ispirati, ma mi piace il fatto che sia un risveglio in qualche misura “confuso”, dove alcuni concetti molto chiari sono però elaborati al momento, in divenire, buttati fuori in modo anche caotico, cosa che simboleggia la necessità, per il protagonista, di compiere un percorso che non ha solo due stazioni (non-woke, e poi woke), ma che prevede più momenti di crescita e consapevolezza.

Lucifer 5×08 – Dio!
Nel finale di questa prima parte di quinta stagione colpisce certamente la scoperta che Pete era il cattivo a lungo cercato, anche se ormai noi serialminder sospettiamo sempre di chi si presenta come “troppo perfetto”, ma a rimanere impressa, naturalmente, è soprattutto la comparsa di Dio, che arriva a mettere ordine nelle baruffe fra i suoi figli. Un Dio che è interpretato da Dennis Haysbert (ex David Palmer di 24 e Jonas Blane di The Unit) e che per l’occasione sfoggia un’immagine che ricorda un po’ il Morgan Freeman di Una settimana da Dio. Ora che il Big Guy è sceso in campo, probabilmente ne vedremo delle belle.

The Office 4×01 – Occhi a cuore
Sono arrivato all’episodio in cui si vede che Jim e Pam, dopo una terza stagione in cui fra loro c’era stato molto poco (ma in cui Pam aveva mollato definitivamente Roy), finalmente si frequentano. E se in parte mi è mancato vedere l’inizio della relazione, cioè il momento in cui effettivamente i due si rendevano conto di voler stare insieme, la sorpresa di vederli “già coppia” è stata pucciosissima.



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