10 Settembre 2015 2 commenti

Black Mirror: la nuova stagione verrà prodotta da Netflix di Diego Castelli

Come potenziare una serie già eccezionale

Black Mirror

 

UPDATE: Tutto confermato, Netflix produrrà la nuova stagione. Saranno 12 episodi e già sappiamo che ci esploderà il cervello, anche perché verranno rilasciate tutte insieme, come da tradizione.

 

La testata inglese Radio Times ha sganciato la bomba: Netflix starebbe per produrre la nuova stagione di Black Mirror.

Il concetto di “bomba” stavolta è diverso dal solito. Non stiamo parlando di una serie moribonda che Netflix salverà dalla cancellazione, né di un prodotto bruttarello che la madre di House of Cards e Orange is the New Black potrebbe rendere migliore. Black Mirror è viva e, soprattutto, è già bellissima di suo, come ho avuto modo di scoprire colpevolmente troppo tardi, rimanendone completamente rapito.

Per chi ancora non l’avesse vista (nel caso recuperatela, solo sette episodi e ne vale davvero la pena), Black Mirror è una serie creata da Charlie Brooker e originariamente in onda in Inghilterra su Channel 4. Ogni episodio è del tutto autoconclusivo, con cast e storia completamente indipendenti. Il tutto è però unito da un unico filo rosso: il ragionamento sulla contemporaneità e sul nostro rapporto con la tecnologia, attraverso la costruzione di mondi futuri a vario tasso di fantascienza in cui si immagina l’estremizzazione di alcune tendenze filosofiche e tecnologiche del giorno d’oggi.
Fortissima la carica immaginifica, spesso a metà strada fra una fascinazione fanciullesca e una profonda inquietudine, con talvolta uno spruzzo di satira più o meno velata.

Ci sono alcune episodi “migliori” di Black Mirror, ma davvero non ce n’è uno brutto. Per creatività, per acume, per capacità di costruire storie complete e di spessore nello spazio di neanche un’ora (cosa a cui noi serialminder accaniti non siamo più tanto abituati).
Eppure, all’interno di questo quadretto già ottimo, l’arrivo di Netflix potrebbe essere comunque un punto di svolta. In quanto piattaforma tra le più attive nel trovare nuovi modi di concepire e proporre il racconto audiovisivo seriale, Netflix sembra il terreno ideale per accogliere una delle serie inglesi più originali e innovative. In più, i mezzi tecnici ed economici di Netflix lasciano immaginare un potenziamento della produzione, in termini di possibilità visive ma anche di numero di episodi: una possibilità, quest’ultima, sicuramente gustosa per i fan che hanno visto solo 7 episodi in quattro anni, ma che nasconde anche delle insidie (più episodi produci, e più è possibile che la qualità cali fisiologicamente).
A tutto questo, già che ci siamo, aggiungiamo pure una più alta flessibilità su temi e immagini scottanti (se ci fosse bisogno di sesso, droga, violenza, provocazione, Netflix avrebbe meno problemi), e una maggiore possibilità di guestarone clamorose: nella versione inglese abbiamo già visto Jon Hamm, ma non posso negare che un episodio di Black Mirror con, che ne so, Kevin Spacey, potrebbe mandarmi abbastanza fuori di testa.

Non ci resta che attendere: al momento siamo poco oltre la fase dei rumor, non esageriamo con l’entusiasmo. Però sarebbe una figata!

Black Mirror Jon Hamm



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