13 Settembre 2022

Emmy Awards 2022 – Vincitori e commenti di Diego Castelli

Un po’ di gioie e di delusioni nella premiazione degli Emmy Awards. Anche se forse le maggiori delusioni le avevamo avute in nomination.

Ed eccoci qui, un bel martedì mattina, a commentare le vittorie negli Emmy Awards 2022.
Al tempo delle nomination (trovate l’articolo a questo link) avevamo già fatto qualche commento preliminare, sottolineando anche alcune incomprensibili mancanze (su tutte quella di This Is Us, che non ha preso neanche una nomination quando ne meritava diverse).
Cercando di non ripeterci, ora è il momento di commentare il risultato effettivo, e anche qui c’è di che essere in parte felici e in parte no.
Felici perché i vincitori più evidenti di questa edizione sono tre serie (Ted Lasso, Succession e The White Lotus) che da queste parti amiamo molto. Vale la pena sottolineare, visto che qui di seguito non sono segnalate, che Ted Lasso ha vinto anche per la miglior regia in una commedia, stesso premio di The White Lotus per le miniserie, e Succession ha vinto anche per la miglior sceneggiatura drama di una serie (e anche qui The White Lotus trionfa per le mini).
Ma felici anche per la nuova affermazione di Zendaya, incuriositi dalle vittorie di Abbott Elementary (il suo pilot ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura comedy) che dovrebbero imporci un recuperone visto che l’avevamo mollata, stupiti dalle vittore di Squid Game semplicemente perché a me Squid Game sembra uscita nel 2015.
E poi ci sono anche alcune delusioni. Ma andiamo con ordine.

  • Miglior Serie Drama

Better Call Saul – AMC
Euphoria  – HBO
Ozark – Netflix
Severance – Apple Tv+
Squid Game – Netflix
Stranger Things (stagione 4, Volume 1) – Netflix
Succession – HBO
Yellowjackets – Showtime

In realtà, con la statuetta per la miglior serie drama si pone già una questione che si ripresenterà, cioè il fatto che sono rimaste a bocca asciutta sia una serie straordinaria e storica come Better Call Saul, sia la più bella sorpresa recente, cioè Severance. Per Better Call Saul, comunque, non è la fine dei giochi, perché gli ultimissimi episodi che abbiamo visto questa estate correranno nella prossima edizione, e lì qualcosa mi aspetto, almeno per il cast. In ogni caso, la vittoria di Succession difficilmente può lasciare scontenti.

  • Miglior Serie Comedy

Abbott Elementary – ABC
Barry – HBO
Curb Your Enthusiasm – HBO
Hacks – HBO Max
The Marvelous Mrs. Maisel – Prime Video
Only Murders in the Building  – HULU
Ted Lasso – Apple Tv+
What We Do in the Shadows – FX

Questa l’avevo sperata in fase di nomination, e si conferma: Ted Lasso non si batte. La concorrenza era agguerrita, ma Ted Lasso ha tutto, ha la scrittura, ha il cast che funziona a 360 gradi, può piacere a tutti e piacere tanto. Evviva.

  • Miglior serie limitata o antologica

Dopesick – HULU
The Dropout – HULU
Inventing Anna  – Netflix
Pam & Tommy – HULU
The White Lotus – HBO

Eccola qui la buona The White Lotus, che forse gareggiava con meno competizione (anche se Dopesick è tanta roba), ma che ha portato una ventata di freschezza e di novità sia formali che contenutistiche: casualmente, è l’unica serie completamente originale, mentre le altre sono tutte basate su storie vere.

  • Miglior attore protagonista di una serie Drama

Jason Bateman per Ozark
Brian Cox per Succession
Lee Jung-jae per Squid Game
Bob Odenkirk per Better Call Saul
Adam Scott per Severance – Scissione
Jeremy Strong  per Succession

Leggendo questa vittoria, e scusate se sono cinico, mi viene da dire “evidentemente un premio a Squid Game pareva brutto non darlo”. In questa categoria sono praticamente tutti più bravi ed efficaci di Lee Jung-jae, che non è mica un cane, per carità, ma lavora in una serie che è diventata famosissima per un sacco di cose che non c’entrano nulla con la sua recitazione. Questo mi sa tanto di premio inclusività geografica, e vabbè.

  • Miglior attrice protagonista di una serie Drama

Jodie Comer per Killing Eve
Laura Linney per  Ozark
Melanie Lynskey per Yellowjackets
Sandra Oh per Killing Eve
Reese Witherspoon per The Morning Show
Zendaya per Euphoria

Questa era una delle categorie che in fase di nomination ci avevano fatto più male, perché la mancanza di Mandy Moore di This Is Us, e la contemporanea presenta di Sandra Oh e Jodie Comer per la stagione più brutta e spenta di Killing Eve, gridava vendetta. Per fortuna, ha poi vinto l’unica che secondo me aveva davvero diritto di contesa con Mandy Moore, cioè la Zendaya di Euphoria, che resta un personaggio fortissimo interpretato da un’attrice clamorosa, e che ora diventa la più giovane della storia a portarsi a casa due Emmy. Meritatissimo.

  • Miglior attore protagonista di una serie Comedy

Donald Glover per Atlanta
Bill Hader per Barry
Nicholas Hoult per The Great
Steve Martin per Only Murders in the Building
Martin Short per Only Murders in the Building
Jason Sudeikis per Ted Lasso

Ci eravamo detti che sarebbe stata una sfida a tre fra i protagonisti di Only Murders in the Building e il Jason Sudeikis di Ted Lasso. Mi sarebbe andata bene una vittoria di chiunque fra questi tre, e lo confermo: Ted Lasso è uno dei migliori personaggi degli ultimi anni, e finché lo premiano, a me sta bene.

  • Miglior attrice protagonista di una serie Comedy

Rachel Brosnahan per The Marvelous Mrs. Maisel
Quinta Brunson per Abbott Elementary
Kaley Cuoco per The Flight Attendant
Elle Fanning per The Great
Issa Rae per Insecure
Jean Smart per Hacks

Quando caldeggiavo la vittoria di Jean Smart per la scorsa edizione, non pensavo/speravo che ne vincesse subito un altro. Avete presente Renato Pozzetto quando chiede la pioggia e ne arriva troppa, e lui con le ginocchia zuppe che dice “bene, grazie, basta acqua, basta!”
Poi oh, va pure detto che non è che la concorrenza fosse chissà che. Forse giusto Elle Fanning, ma alla fine va pure bene così.

  • Miglior attore protagonista di una serie limitata o antologica

Colin Firth per The Staircase
Andrew Garfield per Under The Bannet of Heaven (In Nome del cielo)
Oscar Isaac per  Scene da un Matrimonio
Michael Keaton per Dopesick
Himesh Patel per Station Eleven
Sebastian Stan per Pam & Tommy

Sono contento che Dopesick si porti a casa almeno una statuetta (fra l’altro la cosa assurda è che il Festival di Venezia è appena stato vinto da un documentario che parla dello stesso identico argomento), e sono contento che la suddetta statuetta vada a Michael Keaton, un attore che si era un po’ perso dopo i fasti di fine anni Ottanta, ma che dopo Birdman è tornato alla grande, prendendosi dei giusti riconoscimenti, anche in una categoria in cui c’era molta concorrenza, su tutti l’Oscar Isaac di Scene da un matrimonio. Dopesick, comunque, straconsigliata.

  • Miglior attrice protagonista di una serie limitata o antologica

Toni Collette per The Staircase
Julia Garner per Inventing Anna
Lily James per Pam & Tommy
Sarah Paulson per Impeachment: American Crime Story
Margaret Qually per Maid
Amanda Seyfried per The Dropout

Sì sa che gli americani (ma pure io) amano i trasformismi, attori e attrici capaci di allontanarsi molto dai loro ruoli abituali e proprio dalle loro “persone” (detto anche in senso teatrale e drammaturgico). In questo senso, Amanda Seyfried ha fatto un lavoro intenso e a tratti inquietante per The Dropout, quindi la premiazione ci sta, anche se io, pistola alla tempia, avrei preferito Margaret Qually per Maid.

  • Miglior attore non protagonista in una serie Drama

Nicholas Braun, Succession
Billy Crudup, The Morning Show
Kieran Culkin, Succession
Park Hae-soo, Squid Game
Matthew Macfadyen, Succession
John Turturro, Severance-Scissione
Christopher Walken, Severance- Scissione
Oh Yeong-su, Squid Game

La vittoria di Macfadyen, che in Succession interpreta Tom, rappresenta una specie di vendetta-compensazione per il suo personaggio, da sempre bullizzato da tutti. Si scherza, naturalmente, perché l’imbarazzo costante che si prova guardando la difficoltà di Tom nel muoversi in quella famiglia di matti, è precisamente il motivo per cui si merita una statuetta: perché lo rende benissimo. Anche qui, comunque, avrebbero meritato pure altri, dalla coppia Turturro-Walken a Kieran Culkin, compagno di squadra dello stesso Macfadyen. In ogni caso, il risultato non scandalizza.

  • Miglior attrice non protagonista in una serie Drama

Patricia Arquette, Severance-Scissione
Julia Garner, Ozark
Jung Ho-yeon, Squid Game
Christina Ricci, Yellowjackets
Rhea Seehorn, Better Call Saul
J. Smith-Cameron, Succession
Sarah Snook, Succession
Sydney Sweeney, Euphoria

L’Academy ha una certa fissazione con Julia Garner, che si prende una statuetta per Ozark che io non vorrei giudicare “troppo”, perché ho mollato Ozark alla terza stagione, ma che mi sembra comunque un po’ stiracchiata, considerando certe concorrenti. Però vabbè, l’importante è che non l’abbia vinta per Inventing Anna.

  • Miglior attore non protagonista in una serie Comedy

Anthony Carrigan, Barry
Brett Goldstein, Ted Lasso
Toheeb Jimoh, Ted Lasso
Nick Mohammed, Ted Lasso
Tony Shalhoub, The Marvelous Mrs. Maisel
Tyler James Williams, Abbott Elementary
Henry Winkler, Barry
Bowen Yang, Saturday Night Live

Ha vinto Roy Kent.
Di nuovo.
Is here, is there, is every fucking where, Roy Kent!

  • Migliore attrice non protagonista in una serie Comedy

Alex Borstein, The Marvelous Mrs. Maisel
Hannah Einbinder, Hacks
Janelle James, Abbott Elementary
Kate McKinnon, Saturday Night Live
Sarah Niles, Ted Lasso
Sheryl Lee Ralph, Abbott Elementary
Juno Temple, Ted Lasso
Hannah Waddingham, Ted Lasso

Oltre al premio per la sceneggiatura, Abbott Elementary si porta a casa quello per la migliore attrice non protagonista e… faccio fatica a giudicare, perché di Abbott Elementary ho visto tipo quattro episodi in tutto. Dannazione, finirà che la devo recuperare. Naturalmente non mi sarebbe dispiaciuto vedere altre vittore di Ted Lasso anche qui, ma visto che non conosco bene il lavoro della vincitrice, eviterò di fare il menoso.

  • Miglior attore non protagonista in una serie limitata, antologica o film-tv

Murray Bartlett per The White Lotus
Jake Lacy per The White Lotus
Will Poulter per Dopesick
Seth Rogen per Pam & Tommy
Peter Sarsgaard per Dopesick
Michael Stuhlbarg per Dopesick
Steve Zahn per The White Lotus

Questo è un premio proprio meritato, perché se The White Lotus si porta dietro una tensione costante, a volte straniante e sempre molto buffa, molto lo deve l’interpretazione di Bartlett, il cui Armond, capo del villaggio e persona deputata ad avere a che fare con tutta la marmaglia di clienti uno più pazzo dell’altro, è sempre a un centimetro dallo sbroccare. E poi in effetti sbrocca pure, in modi che non ripeteremo qui perché magari state mangiando.

  • Migliore attrice non protagonista in una serie limitata, antologica o film-tv

Connie Britton per The White Lotus
Jennifer Coolidge per The White Lotus
Alexandra Daddario per The White Lotus
Kaitlyn Dever per Dopesick
Natasha Rothwell per The White Lotus
Sydney Sweeney per The White Lotus
Mare Winningham per Dopesick

Jennifer Coolidge rappresenta un caso particolare: sono 25 anni che, a prescindere dal film e dalla serie tv, interpreta quasi sempre lo stesso personaggio, figlio della sua fisicità e della sua voce molto particolare. Finora era sempre stata considerata una macchietta, a volte importante e memorabile, ma pur sempre macchietta, difficile candidata per premi importanti. Con The White Lotus, però, quella macchietta ha trovato una dimensione mai così compiuta, e l’ha portata a una vittoria non scontata (mi è spiaciuto che Sydney Sweeney, con due nomination, non abbia vinto niente), ma non per questo fraudolenta, diciamo così.

  • Miglior serie animata

Arcane – Netflix
Bob’s Burgers – FOX
Rick and Morty – Adult Swim
I Simpson – Fox
What If…? Disney+

Qui c’è poco da dire. Non solo Arcane è una serie praticamente perfetta in tutte le sue componenti, ma ha sposato vistosamente più in alto l’asticella di quello che si può produrre e vedere sul piccolo schermo in termini di animazione. Un piccolo grande gioiello che, non ce ne vorranno i contendenti, doveva essere premiato per forza.



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